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L'Europa sia protagonista del processo di pace

Scritto da Chiara Braga.

Intervento di Chiara Braga (video).

Una guerra terribile al sud dell’Europa non ci può allontanare da quella in corso sul confine est del Vecchio Continente. Mentre i cieli d’Europa si accendevano dei fuochi di artificio per festeggiare il nuovo anno, quelli di Kiev ed Odessa erano illuminati dai bombardamenti di razzi e droni e dai tracciati della contraerea ucraina. Una catastrofe che si appresta ad entrare nel terzo anno.
Putin vuole conquistare Kiev per minare le strutture portanti dell’Europa. Quello in Ucraina non è un conflitto regionale, non ha nulla di locale. E’ un attacco intensificato di ora in ora che colpisce strutture, obiettivi civili rendendo le città spettrali e irriconoscibili. Non possiamo accettare la stanchezza del continente, ed è grave che ne abbia parlato la donna che oggi guida il G7.
Siamo stanchi dei bambini sotto le macerie, degli abusi sui corpi delle donne, siamo stanchi di vedere milioni di persone che affrontano un ennesimo inverno senza riscaldamenti, elettricità ed acqua corrente. Di questo siamo stanchi, del bollettino giornaliero delle macerie del mondo, da Kiev fino a Gaza. Per questo crediamo giusto oggi garantire al popolo ucraino aiuti umanitari e strumenti di difesa per proteggere il proprio territorio che è territorio europeo.
Pace non è buonismo, è realismo, come ci ha detto anche il presidente della Repubblica. E’ azione contro inerzia. Per questo serve ascoltare i tanti popoli della pace. Crediamo che le trattative diplomatiche debbano intensificarsi e che l’Ue debba far valere il proprio peso politico. Il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino. Per arrivare a ciò, l’Europa deve esercitare un maggiore protagonismo. L’Europa ha il dovere di individuare spiragli per giungere a una pace giusta e sicura e rispettosa della verità: un conflitto in cui c’è un aggressore e un aggredito.
Il Partito Democratico ha votato in modo compatto la propria risoluzione che, oltre a confermare il sostegno e l’impegno italiano al popolo e alle istituzioni ucraine, anche con l’invio di strumenti militari, ha chiesto al Governo di esercitare con la forza necessaria il proprio ruolo politico e diplomatico in Europa. Ci siamo invece astenuti sulla risoluzione del Governo, perché non credibile sugli impegni diplomatici, su cui Crosetto è stato elusivo e troppo debole sulla condanna ai veti di Orban e su quella delle altre forze di opposizione, compresa quella del M5S che non conteneva più il punto in cui si chiedeva di interrompere la fornitura delle armi, perché precluso dai voti precedenti.
Abbiamo quindi confermato, in modo chiaro e netto, l’impegno a sostenere l’Ucraina con tutti gli strumenti possibili, chiedendo al Governo un atteggiamento diverso sul piano diplomatico: non siamo più disponibili a dare una delega in bianco sulla politica estera a chi ha dimostrato di non essere in grado di farsi promotore di iniziative di dialogo, di pressione sull’Europa e, cosa ancor più grave, allontana l’Italia da alleanze storiche per dare sponda a forze populiste e antieuropee.

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