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Sanità, congedo paritario, aiuti agli affitti e Iva

Scritto da Elly Schlein.

Articolo della Stampa.

L’idea è quella di mostrare «una visione diversa della finanza pubblica e, quindi, del Paese», per dirla con Antonio Misiani, responsabile Economia del Nazareno. La contromanovra Pd è quasi pronta, frutto di un giro di audizioni con le parti sociali e già discussa l’altro ieri durante una riunione della segreteria dem, sarà al centro di una riunione dei gruppi parlamentari prevista per domani. Servono alcune limature prima che Elly Schlein la presenti ufficialmente mercoledì, giorno in cui è convocata anche la Direzione del partito.
«Non è che possiamo riscrivere tutta la legge di bilancio – spiega Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro della segreteria – metteremo sul tavolo una serie di punti, con le relative coperture». Proposte che, poi, saranno tradotte in emendamenti da depositare in commissione Bilancio al Senato, in sede di esame della manovra. Alcuni saranno unitari, firmati con gli altri partiti di opposizione, in particolare sulla sanità, perseguendo tre obiettivi cruciali: rifinanziamento del fondo sanitario, per aumentare di un punto percentuale la spesa in rapporto al Pil; abbattimento delle liste d’attesa per visite specialistiche ed esami, non attraverso i cosiddetti medici “gettonisti” o gli straordinari, ma assumendo più medici e infermieri; per consentire i nuovi ingressi, superamento del vincolo per le assunzioni di personale nella sanità. «Siamo al lavoro con il Pd su alcuni emendamenti condivisi», conferma Giuseppe Conte, anche lui alle prese con la contromanovra del Movimento 5 stelle. Tra le forze di opposizione si ragiona su una nuova proposta di legge congiunta, sul modello del salario minimo, per fissare al 7, 5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale, come chiedono alcune Regioni, in testa l’Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini.
Tra gli emendamenti della contromanovra Pd, troverà spazio anche un richiamo al salario minimo legale e al reperimento delle risorse per il rinnovo dei contratti scaduti nel pubblico impiego. A proposito di lavoro, c’è una misura già anticipata dalla segretaria: «Un congedo paritario di almeno cinque mesi – ha spiegato Schlein – pienamente pagato al 100% e non trasferibile tra i genitori». Un modo per consentire una più equa distribuzione del carico di cura dei figli tra le mamme e i papà e, di conseguenza, sostenere la natalità e l’occupazione femminile. La leader dem vuole anche una marcia indietro su “Opzione donna”, per consentire a una platea più ampia di lavoratrici di andare in pensione. E il ripristino del taglio dell’Iva al 5% per i prodotti per l’infanzia e l’igiene intima femminile.
Per aiutare le famiglie, ma anche gli studenti fuori sede, si punta a recuperare le risorse (330 milioni l’anno scorso) per il fondo di supporto per gli affitti, più volte citato da Schlein nelle visite al “popolo delle tende”: da triplicare, portandolo da 330 milioni a un miliardo. E un altro miliardo va messo per finanziare la realizzazione di case popolari. Ai nuclei con redditi bassi andrebbe destinato anche l’extragettito derivante dal caro carburanti, stimato in 2 miliardi di euro, con il rifinanziamento del buono trasporti e di contributi per l’acquisto di abbonamenti. Lo spirito con cui è stata costruita questa legge di bilancio alternativa, spiega Marco Furfaro, responsabile Welfare Pd, è che «noi, al contrario della destra al governo, ci impegniamo a non lasciare indietro nessuno». In questo senso, secondo il Pd, non vanno toccati i 350 milioni presi in prestito dalle politiche per la disabilità per coprire l’aumento dei costi del Superbonus edilizio. E va incrementato il fondo per la non autosufficienza, che interessa 4 milioni di anziani. Alla voce “soldi che vanno trovati”, ci sarà un riferimento ai ristori per famiglie e imprese delle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna e della Toscana. E le coperture? «Prima di tutto, rimodulando le risorse stanziate – spiega Furfaro – ad esempio, i miliardi previsti per il Ponte sullo Stretto». Altri miliardi, «3 o 4 su un totale di 22», arriverebbero dal taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, mentre la famosa tassa sugli extraprofitti verrebbe riproposta «in una versione migliorata di quella fatta dal governo Draghi».
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