Chi di sovranismo ferisce, di sovranismo perisce

Articolo di Patrizia Toia.

Leggiamo di tutto in questi giorni sul fenomeno migratorio che sta investendo nuovamente l'Italia, in particolare l'isola di Lampedusa.
Una questione che esigerebbe il massimo della serietà, ma il nostro governo ha deciso di puntare tutto sullo scaricabile evocando il disinteresse totale di Bruxelles oppure un’azione ostile della sinistra europea se non addirittura fantomatici e ridicoli complotti internazionali contro il nostro Paese.
Le accuse di abbandono rivolte a Bruxelles suonano alquanto scomposte e sono in aperta contraddizione con quanto sostenuto fino a poco fa dalla stessa Premier Meloni, che addirittura rivendicava, millantando, di aver imposto un cambio di passo e un nuovo punto di vista dell'Ue sull’immigrazione.
Tra l’altro, in Tunisia con la Premier, a siglare il famoso Memorandum, c'era il Primo ministro olandese e la stessa Presidente von der Leyen, a dimostrazione invece di un’attenzione europea.
Qual è il risultato di chi, accusando il Governo precedente di accogliere troppi migranti, prometteva “blocchi navali” e soluzioni “magiche”? Ecco il risultato: arrivi più che triplicati rispetto all’anno scorso, centri di accoglienza al collasso con disagi gravissimi anche per la popolazione locale a cui va riconosciuta da sempre grande umanità e propensione al dialogo.
Quanto alle responsabilità dell’Europa, certamente si può e si deve fare di più e su questa richiesta noi progressisti siamo in prima fila da anni. Oggi a remare contro una grande azione europea di gestione comune dei flussi e di condivisione dell’accoglienza sono i paesi sovranisti, “amici” allineati alle posizioni della Meloni e di Salvini. Questi paesi hanno sempre frenato affinchè l’Europa non si prendesse una piena responsabilità e ancora oggi non ne vogliono sapere di accogliere neanche un immigrato sbarcato in Italia.
Morale: chi di sovranismo ferisce di sovranismo perisce.