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La politica milanese quasi mai premiata dal suo partito

Scritto da Repubblica.

Articolo di Repubblica.

Il centrosinistra e le Europee, il salario minimo e i tagli al Pnrr, l’immigrazione e i sindaci, il ruolo di Milano nel Paese e i progetti nel cassetto della segreteria dem. Alla Festa dell’Unità di Milano il sindaco Beppe Sala e la segretaria del Pd Elly Schlein parlano delle prossime sfide che spettano al Pd e a tutto l’opposizione, unita o meno. Il sindaco di Milano tocca diversi temi nazionali.
Ma prima parla della sua città, con una stoccatina al Pd: ”Milano ha una forza straordinaria, non molla, c’è ed è responsabile. Qui c’è gente che si impegna e ha la capacità di fare le cose, ma la politica milanese quasi mai è stata premiata dal suo partito”.
Toccando temi nazionali, poi, Sala si dice “convinto” della la battaglia sul salario minimo: “Credo che in questo momento si debba parlare di salari e sicurezza sul lavoro” senza essere tentati dal dibattito intorno al “referendum sul Jobs Act. Non guardiamo indietro ma avanti”. Alle Europee, ad esempio. “Sulle Europee - continua Sala - il dibattito che c’è in corso è un po’ da Champions League perché si parla solo di candidature e poco di programmi e del senso dell’Europa”. E sul fatto che le prossime Europee possano essere il banco di prova per la segreteria Schlein, Sala ha diversi dubbi: “Penso che sia una scemenza che il destino di un segretario dipenda dall’andamento di un’elezione, perché le Europee sono importanti ma non possono essere l’esame per giudicare chi sta lavorando da una parte politica e dall’altro”.
E ancora, sul futuro del Pd: “È fondamentale capire come il centrosinistra può diventare un’alternativa al governo”.
Sala snocciola anche le parole-chiave sui cui il centrosinistra dovrebbe puntare: “Competenza e concretezza”. E sulle cose su cui i vari partiti hanno “convergenza”. E sprona i militanti: “Dobbiamo avere voglia di vincere”. Marcando le differenza con la destra. La segretaria dem, che ha trascorso tutta la giornata a Milano, promette battaglie su diversi fronti. “La prima grande questione che voglio affrontare da questo palco è quella sanitaria.
In una Regione come questa il partito democratico si batterà per difendere la Sanità pubblica dai tagli e dalle privatizzazioni che il governo Meloni sta portando avanti”. E ancora: “Ci batteremo per una sanità più territoriale” alla quale contribuiscano “gli investimenti del Pnrr”.
E a proposito di Pnrr: “Il governo ci ripensi, solo a Milano ci sono 111 milioni di progetti che la città rischia di perdere”. E sull’accoglienza ai migranti denuncia: “I comuni sono lasciati soli dal governo e sull’accoglienza diffusa serve una regia nazionale”.
Schlein torna sui temi a lei cari come il salario minimo e il diritto alla casa: “Riqualifichiamo gli alloggi popolari, molti hanno bisogno di piccoli lavori per essere abitabili”. Sugli affitti brevi parla di “questione mal regolata” che costringe gli studenti a trovare appartamenti “a chilometri di distanza dalle università”. Infine, gli applausi più evidenti arrivano quando parla della sinistra come quella parte politica che deve promuovere “la redistribuzione dei redditi”. Contro una destra che, invece, “non vuole parlare di povertà”. Schlein lascia il palco di Milano lanciando la raccolta firme sul salario minimo. E ripetendo: “Noi dobbiamo essere i peggiori nemici della paura del futuro”.

Articolo del Sole 24 Ore.

La segretaria democratica del Pd, dal palco della Festa milanese del suo partito, torna sui temi di questi giorni: difesa sanità pubblica, salario minimo, difesa dei progetti del Pnrr a fianco dei Comuni, gestione dell’accoglienza diffusa degli immigrati. Ma nessun commento sul caso scoppiato in Liguria, dove trentuno iscritti hanno abbandonato il Pd, passando ad Azione.
È la difesa della sanità pubblica il primo tema toccato da Elly Schlein, «l’idea che la sanità deve pensare a tutti, ai poveri come ai ricchi, dobbiamo pensare a quelli che non possono scavalcare le liste d’attesa». Ed è questo il primo tema che scalda il pubblico e fa partire l’applauso più sentito: un argomento atteso, difeso con le parole care alla tradizione del centrosinistra. Altro tema caldo è il salario minimo, e su questo si è appellata ai militanti: «proseguire con la raccolta firma, per contare ancora di più». E aggiunge con toni netti: «aboliamo gli stage gratuiti». Ancora applausi. E poi ancora: pensare alla scuola pubblica, «perché il merito è una parola importante ma prima assicuriamo gli stessi diritti a tutti».
Poi la difesa dei Comuni: «non so cosa abbia questo governo contro i Comuni, non mettono soldi nei servizi sociali e lasciano a loro i problemi. Occorre un’altra visione di welfare. Questa è una destra che di sociale non ha nulla».
Sui Comuni ha anche ricordato come gli enti locali rischino il taglio ai progetti del Pnrr, del valore di 16 miliardi, di cui 13 dei Comuni («nell’area metropolitana milanese si rischia il taglio di oltre 200 progetti»).
Diritto alla casa: la segretaria si scaglia contro la cancellazione del fondo per l’affitto. Sugli affitti brevi sottolinea che «non si costruisce una politica sulla testa delle comunità e dei sindaci».
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha parlato per primo dal palco della festa del Pd nell’area storica dell’ex macello di via Molise a Milano, ha aperto la serata con la voce del «padre» esperto. «Do solo dei consigli al centrosinistra, me lo posso permettere vista l’età. Quello che si fa a Milano è politico e tecnico al tempo stesso, penso sia utile un confronto con noi, anche se non sempre è stato così, anche se non sempre la politica milanese è stata premiata, anche dal Pd».
Non è stato un dialogo dunque, come atteso, ma quasi due “monologhi”: prima il sindaco, poi la segretaria. Ma da Sala sono arrivate comunque le critiche, in partenza. «Parto dalle europee: il dibattito è da Champion league, pochi i programmi. Consiglio alla segretaria del Pd di ragionare in casa sua. Si parla solo di candidature nel centrosinistra»
Inoltre Sala spiega che l’andamento delle europee non può essere un esame o un voto «né per il Pd né per governo». Ma poi sottolinea, tra gli applausi, che «non dobbiamo accontentarci di stare anche all’opposizione, ma bisogna essere assatanati nel voler vincere».
Sì da parte di Sala al salario minimo («visto che io vengo dal mondo del lavoro e posso sapere cosa e quali siano i problemi»), ma «no al referendum contro jobs act».
E sulla questione dei minori non accompagnati Sala spiega che «bisogna fare un bagno di realtà: l’arresto per i minori non serve. Se a Milano li mettessi al Beccaria, al di là del giusto e dello sbagliato, mi chiedo a cosa servirebbe. Gli interventi che servono sono diversi. Servono più investimenti. I minori non accompagnati sono oltre 20mila in Italia e 1.500 solo a Milano. Non è l’arresto che serve con questi numeri, considerando che anche le carceri sono affollate».
Sala ribadisce: non sono iscritto al Pd, «ma sono leale con il Pd».

Articolo del Giorno.

Elly Schlein e Beppe Sala alla Festa dell’Unita all’ex Macello di viale Molise. Non un dialogo ma due interventi in successione per dimostrare che l’asse tra la segretaria del Pd e il primo cittadino non iscritto ai dem, ma sempre vicino al partito, è saldo. Schlein arriva in serata alla kermesse del partito, saluta i tanti militanti presenti, non risponde alle domande dei cronisti e si accomoda sul palco al fianco dei segretari uscenti milanese e lombardo dei dem, Silvia Roggiani e Vinicio Peluffo. Sala, invece, all’ingresso della Festa è già pronto a dare qualche "consiglio" alla segretaria. Il salario minimo è una battaglia che convince il sindaco? "Assolutamente sì – sottolinea lui –. Magari se lo dico io posso essere convincente avendo lavorato tanti anni nel privato e capendo cos’è il tema del lavoro. Rispetto al lavoro bisogna parlare di salari, di sicurezza, se ci sono tentazioni di andare a ripensare con un referendum il jobs act per me è sbagliato, non guardiamo indietro, guardiamo avanti".
In sintesi, sì al salario minimo, no al referendum sul jobs act. Sala aggiunge che "il dibattito che c’è in corso sulle elezioni europee mi piace poco. Sembra da Champions League chi gioca e chi vince, ma si parla poco di programmi. Consiglio alla Schlein di ragionare in casa sua, di non parlare e di non ascoltare richiami e richieste perché si parla solo di candidature del centrosinistra, mentre il centrodestra viene lasciato tranquillo. Credo che sia profondamente sbagliato che il destino di un segretario dipenda dall’andamento delle prime elezioni".
E, dal palco, il sindaco lancia una stoccata ai precedenti segretari del Pd: "La politica milanese non è stata quasi mai premiata dal partito della Schlein". E ancora, un consiglio: "Bisogna essere assatanati nel voler vincere. Per il nostro Paese".
A chiudere la serata ci pensa la Schlein, dal palco, con un comizio finale: "La prima questione è difendere la sanità pubblica contro i tagli portati avanti dalla premier Giorgia Meloni. È lo dico da una regione come la Lombardia. La lezione amara della pandemia dovrebbe insegnarci qualcosa".
Ma facciamo un passo indietro. La giornata milanese della segretaria del Pd inizia a metà pomeriggio alla rassegna Fuoricinema alla Biblioteca degli Alberi. La segretaria dem, intervistata dal comico Giovanni Storti, guarda con ottimismo al futuro ("Il Pd al Governo? Succederà, con calma e pazienza succederà. Dateci una mano") e da Milano preannuncia una battaglia ambientalista: "Il centrosinistra ha sbagliato a non fare quando stava al Governo una legge contro il consumo di suolo, perché abbiamo cementato e asfaltato troppo in questi anni. Sarà uno degli impegni che porteremo avanti in Parlamento. Abbiamo già pronta la legge".
Parole che, pronunciate a poche decine di metri dai grattacieli di Porta Nuova, approvati dal centrodestra quando era al governo della città ma in seguito elogiati anche dai sindaci meneghini targati centrosinistra (Pisapia e Sala), fanno una certa impressione. Ma qual è lo stato attuale reale dei rapporti tra Schlein e Sala? La segretaria dem e il sindaco si sono visti di persona in non molte occasioni negli ultimi mesi. Il primo saluto dopo la vittoria congressuale di Elly si è verificato durante il corteo della Festa della Liberazione il 25 aprile, poi i due si sono visti un paio di volte nell’ufficio del primo cittadino in Comune quando la numero uno del partito è passata da Milano. Da Palazzo Marino, però, raccontano che Schlein e Sala si sentono abbastanza spesso al telefono o con messaggi su WhatsApp ma l’impressione è che i primi mesi di mandato della nuova guida dei democratici non abbiano entusiasmato il primo cittadino milanese. Sala, manager che ha scelto la politica, ha un approccio pragmatico ai dossier politici e la visione ideologica di certi esponenti della sinistra-sinistra non coincide con la sua. Il sindaco, in ogni caso, non sottovaluta la ventata di novità portata dalla vittoria della giovane Schlein sul più maturo e navigato Stefano Bonaccini al congresso del Pd e attende il risultato delle Europee prima di sbilanciarsi sulla linea politica della segretaria.
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