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Il collasso climatico è iniziato

Scritto da La Stampa.

Articolo della Stampa.

Il 2023 sarà probabilmente l'anno più caldo della storia umana. È l’allarme lanciato dal Copernicus Climate Change Service dell'Unione europea, un programma di osservazione della Terra dell'Unione europea, dedicato a monitorare il nostro pianeta e il suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei.
Il 2023 ha registrato le temperature globali più calde durante l'estate nell'emisfero settentrionale e lo scorso mese di agosto scorso è stato il più caldo mai registrato e il più caldo di tutti gli altri mesi a eccezione di luglio 2023. Uno scenario che non lascia ben sperare. Secondo il rapporto di Copernicus, la temperatura media globale nei mesi di giugno, luglio e agosto è stata di 16,77 gradi, superando il precedente record del 2019 di 16,48 gradi.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres avverte: «Il collasso climatico è iniziato». L’aumento delle temperature, iniziato in maniera rovinosa negli anni Ottanta del Novecento, è arrivato a un punto di allarme massimo.
Incendi boschivi, mari bollenti e ghiacciai in estinzione impongono una riflessine sulle drammatiche conseguenze dell’inquinamento. La superficie del mare, con le sue temperature record, contribuisce all’aumento delle temperature, in un circolo vizioso senza fine. «Guardando il calore aggiuntivo che abbiamo nella superficie dell'oceano, la probabilità è che il 2023 finirà per essere l'anno più caldo mai registrato - ha affermato la vicedirettrice del C3S, Samantha Burgess -. I tre mesi che abbiamo appena trascorso sono i più caldi degli ultimi 120 mila anni, quindi effettivamente della storia umana».
In Italia il 2023 non ha segnato un record assoluto ma, secondo dati raccolti dal National Climatic Data Center, dal 1850 il primo semestre 2023 è al terzo posto per le temperature più alte mai registrate. Ciò che preoccupa di più è la persistenza delle masse anticicloniche subtropicali, responsabili non solo di temperature elevate, ma anche di periodi siccitosi prolungati, non solo durante l’estate. Gli ultimi tre anni, comunque hanno sfondato diversi primati. L’11 agosto 2021 a Siracusa-Florida è stato registrato il record ufficiale di temperatura massima in Italia e in Europa: 48,8 gradi. Il 24 luglio 2023 il chicco di grandine più grande mai caduto in Europa, in base ai dati storici disponibili: 19 centimetri di larghezza. Il 21 agosto 2023 il record del caldo in quota, con lo zero termico a 5.328 metri. Senza dimenticare il 2022, l’anno più secco e siccitoso in Italia dal 1800: «L'anno - segnala un rapporto di Ninbus web - è stato dominato da configurazioni anticicloniche in continua rigenerazione sull'Europa, con le massime anomalie di geopotenziale (semplificando, di pressione atmosferica a quote intorno a 5500 metri) tra il Sud della Francia, il Nord-Ovest italiano e la Sardegna, dove infatti si sono localizzate anche le più intense anomalie di caldo e siccità».
«Oggi ci troviamo nel pieno di ciò che era stato previsto un secolo fa - avvisava Luca Mercalli -. Il 2022 ha segnato la maggiore dispersione di ghiaccio di sempre e dagli anni 2000 è stato registrato il minore innevamento negli ultimi 600 anni. I nostri ghiacciai sono destinati alla scomparsa». Secondo Mercalli, il trend è quello di siccità sempre più gravose nel nord Italia, compensate, però da inverni più umidi, sebbene decisamente miti: le perturbazioni atlantiche potrebbero essere frequenti, con neve a quote più alte.
«Negli ultimi anni la corrente a getto, essenziale per l’arrivo delle perturbazioni atlantiche, non è riuscita a entrare in Europa a causa del persistere della Niña, che ne influenza l'intensità - spiega il meteorologo Jacopo Zannoni - ma con l’arrivo del Niño potremmo avere un autunno meno statico. Il rischio è che il riscaldamento del clima innalzi le fasce tropicali così tanto da lasciarci completamente a secco».
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