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Regolamento “Nature Restoration Law”

Scritto da Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia.

La scorsa settimana si è molto parlato, anche a sproposito, del Regolamento Nature Restoration Law.
Poiché credo fermamente che le opinioni devono basarsi sulla conoscenza dei testi, ho ritenuto utile preparare questa nota forse un po’ didascalica ma certamente aderente ai contenuti.

La proposta di Regolamento “Nature Restoration Law” ha scatenato moltissime polemiche soprattutto in Italia, alimentate strumentalmente dal centrodestra e spesso ingigantite anche dalla stampa fino al punto di perdere di vista i contenuti a favore di una narrazione del tutto astratta al grido: “No all’ideologia green!”.
Così facendo, in realtà, si è dato adito a una vera e propria “ideologia negazionista” del cambiamento climatico, con il risultato che l’opinione pubblica ha avuto accesso ad opinioni estremamente polarizzate e i dati scientifici (quelli sul deterioramento dei nostri ecosistemi, ma soprattutto sui benefici economici di una legge per il loro ripristino), sono rimasti fuori dal dibattito.
Eppure a doverci mettere in allerta basterebbero già le temperature estreme di questi ultimi giorni che costituiscono un record negativo mai raggiunto a livello mondiale.
In questo scenario, si calcola che circa l'80% degli habitat protetti dall'UE si trova in cattive condizioni, con il 36% in deterioramento e solo il 9% in miglioramento: questo significa che ecosistemi degradati faranno sempre più fatica ad adattarsi al cambiamento climatico ed agli eventi estremi che ne conseguono (alluvioni, esondazioni, frane, siccità etc.).
Con le recenti alluvioni nelle Marche e in Emilia Romagna, abbiamo purtroppo ancora vivide le immagini della catastrofe ambientale e sociale che ha colpito i nostri territori.
Dobbiamo adesso fare i conti con gli ingenti costi della ricostruzione e della messa in sicurezza del territorio, che graveranno notevolmente sui bilanci delle amministrazioni.
Per questo, nei prossimi anni, occorre porre sempre di più l’attenzione sul lato della prevenzione, laddove recenti valutazioni di impatto hanno calcolato che per ogni euro speso per il ripristino della natura si producono dagli 8 a 38 € di valore economico aggiunto, a fronte per esempio del degrado del suolo che comporta attualmente costi superiori a 50 miliardi di euro l'anno in Ue!
Per tutte queste ragioni, si è ritenuto opportuno predisporre una Nota che illustrasse nel dettaglio i contenuti e le buone ragioni del Regolamento proposto dall’esecutivo europeo, alla luce delle posizioni negoziali recentemente adottate sia dal Consiglio dell’Unione europea sia dal Parlamento europeo.

Nota sul Regolamento “Nature Restoration Law”

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