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Titan e i barconi

Scritto da Richard Gere.

"Il valore della vita umana dipende oggi più che mai da dove vieni e da quanti soldi hai". Richard Gere non la manda a dire e, rispondendo in collegamento alle domande degli studenti nel corso della masterclass al Filming Italy Sardegna Festival, svoltosi a Santa Margherita di Pula (Ca), entra a gamba tesa sulle polemiche roventi relative alla morte dei migranti nel Mediterraneo e alla tragedia del sottomarino Titan.
"Penso che siamo tutti assolutamente uguali, ma quando ho sentito dai media dell'orribile evento che ha visto quattrocento persone perdere la vita in Grecia su una barca in Mediterraneo, e la diversa attenzione con cui tutti si concentravano sulle cinque persone disperse in un sottomarino nei mari del Titanic, ho capito ancora una volta quanto sia cinico il mondo", dice l'attore. "Tutti i Paesi mobilitavano i loro mezzi di soccorso per queste cinque persone e nessun soccorso invece per la tragedia in Grecia".
Una dichiarazione coraggiosa che testimonia l'impegno civile e politico che l'attore, oggi 73enne e da tanti anni buddhista praticante, profonde nelle cause relative ai diritti e ai temi importanti della società. "Per fare l'attore ci vuole coraggio", dice ai ragazzi assiepati a sentirlo. E a chi vuole fare questo mestiere elargisce lo stesso consiglio che ha dato a suo figlio di 23 anni: "Cercate di fare quello che vi rende felici e liberi, seguite il vostro istinto e sfidatevi".

Articolo di Vanity Fair.
C’era una volta Ufficiale gentiluomo. Richard Gere e il magnetismo che sprigionava negli anni Ottanta e Novanta ha lasciato spazio al buddismo, all’uomo che con i quattro figli e la moglie vive fuori New York «in mezzo alla natura, ai polli e alle capre», racconta durante una masterclass organizzata dal Filming Italy Sardegna Festival, «sono fortunato a vivere nel verde: io e mia moglie portiamo i figli a scuola e li aiutiamo con i compiti. Viviamo una vita normale e molto semplice».
Ora l’ambizione dell’attore, che il 9 luglio troveremo su Sky e Now nella commedia romantica Ti presento i suoceri, accanto a Susan Sarandon, «è vivere a pieno quello che questa vita mi offre, senza dare nulla per scontato e consapevole di quanto sia fortunato nel fare ciò che ho sempre sognato», racconta Gere, in collegamento Zoom da casa sua. Oltre 50 film alle spalle e oltre 50 anni di carriera. «E non è finita qui», assicura, «ho ancora tanto da fare. Mio padre ci ha lasciato pochi mesi fa a quasi cento anni, e alla sua età faceva cose straordinarie. Credo che nel corso della vita occorra lavorare su sé stessi per evolversi perché lì risiede la verità».
Richard Gere risponde a diverse domande degli studenti, e si trattiene più del tempo previsto. Racconta dei suoi inizi, del cambiamento del cinema rispetto agli anni Ottanta e Novanta, del film che gli ha cambiato la vita (I giorni del cielo di Terrence Malick) e del coraggio di essere attori. «È cambiato il senso della comunità rispetto ad allora, ho girato il mondo con il teatro e con l’obbiettivo di diventare attore migliore», racconta la star che a luglio inizierà a girare un nuovo film con Paul Schrader, «oggi molti film vanno in streaming e sono scritti dai computer. Il grande cambiamento è tecnologico, ma le emozioni che si devono regalare al pubblico sono le stesse: si deve riuscire a far convivere questi aspetti».
Ai ragazzi che vogliono intraprendere questo mestiere Gere dà lo stesso consiglio che ha dato al figlio di 23 anni: «Cercate di fare quello che vi rende felici e liberi, seguite il vostro istinto e sfidatevi». Infine un pensiero va ai migranti morti nel Mediterraneo e alle cinque persone morte tragicamente sul fondo degli abissi per guardare da vicino il relitto del Titanic. «C'è un triste oltraggio contro il valore dei diritti umani. Dovremmo trattarci l'un l'altro da pari e prenderci cura l'uno dell'altro», dice l'attore. «Ho sentito dai media l'orribile tragedia avvenuta su una barca nel Mediterraneo, in Grecia. C'è un modo cinico di guardare ai valori umani: tutti parlavano delle cinque persone scomparse con il sommergibile negli abissi. Dei primi nessuno importava nulla. È triste pensare che il valore della vita umana sia diverso in base al posto da dove vieni e a quanti soldi hai».
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