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L'Unione Europea era un modello

Scritto da Romano Prodi.

Da quando c'è Xi Jinping il linguaggio di Pechino è diverso: "è una Cina assertiva che dice: noi abbiamo tirato fuori dalla miseria 800 milioni di persone. Voi litigate, andate lentamente. Il mondo guarderà a noi e non a voi". Dice così l'ex premier Romano Prodi, intervistato dal Corriere della Sera, riferendo che "nei colloqui da presidente del Consiglio negli anni '90, da presidente della Commissione europea dal 2000 al 2005... evidentemente il presidente cinese non mi diceva che voleva diventare democratico; c'era il comunismo, ma c'era quasi un'ammirazione verso i sistemi occidentali, una curiosità estrema per l'Unione europea. L'attenzione per l'euro. Eravamo un modello".
In merito alla decisione dell'Italia che nel 2019 firmò un memorandum per far parte della Nuova via della seta, Prodi sottolinea: "Benefici all'Italia non ne ha dati. Dato il mio passato e la coscienza che ho sui rapporti di forza del mondo, io avrei firmato insieme agli altri Paesi europei. Noi dobbiamo lavorare con la Germania e con la Francia e con la Spagna perché questo è il blocco nostro. Però anche qui il fariseismo è arrivato molto in fondo - afferma Prodi -. Si accusa l'Italia di aver firmato ma nel 2020 - nell'intervallo fra Trump e Biden - l'Unione europea, cioè in quel caso la Germania, aveva preparato un protocollo con la Cina denominato Comprehensive Agreement on Investment che era molto più che la Via della seta. Appena è arrivato il nuovo presidente americano al potere, il protocollo è stato eliminato".
"La Cina fa una politica ostile agli Stati Uniti e gli Stati Uniti una politica ostile alla Cina. Il cambiamento vero è che, soprattutto con la guerra in Ucraina, sono scomparsi i protagonisti intermedi. L'Europa non conta più e la Russia ancora meno". "La mia speranza - aggiunge il presidente Prodi - è che l'Europa finalmente crei una sua unità per giocare un ruolo di arbitro in questa situazione. Oggi non è così".
Intervista del Corriere (pdf).
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