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A proposito di lavoro

Scritto da Francesco Bizzotto.

Francesco BizzottoIn attesa che Regioni e Città o Aree metropolitane trovino la quadra, mettano in pratica il Jobs act e le Politiche attive per il lavoro e il dialogo con le imprese, riflettiamo su aspetti poco chiari e un caso curioso:
1. Il lavoro precario, incerto, a termine, pagato poco, è esteso e crescerà. Una realtà di lunga durata. E le imprese investono in robot (Dario Di Vico sul Corriere: "aziende più efficienti ma meno bisognose di manodopera"). In Germania i mini jobs sono otto milioni. Questo lavoro merita maggiore trasparenza, welfare e sostegno. Il Jobs act estende le tutele e il Governo cerca risorse per fare di più.
2. Il controllo. Prossimo a quello precario è il lavoro irregolare. Altrettanto diffuso. Qui il Jobs act prevede l'unificazione e la ripartenza dei controlli. L'impresa irregolare offende i lavoratori, i cittadini e i concorrenti.
3. Dal precariato si esce (come dalle situazioni irregolari) se esistono percorsi di aiuto istituzionale a trovare alternative, e se l'interessato si attiva. La via della denuncia e della lotta (legittime e auspicabili) non può sostituire l'aspetto istituzionale e l'attivarsi personale. Un giovane (una donna) che opera in regime di mini job deve avere la possibilità di cambiare, se lo desidera. Il Jobs act apre in questo senso. La prospettiva (temuta)? Anche il lavoratore (solo o associato) può scegliersi l'imprenditore. Una gran bella novità!
4. "Sussidio europeo di disoccupazione" (Renzi) o Reddito di cittadinanza. Avanza il contrasto a precarietà e povertà. Il lavoro un po' svincolato dal reddito libera, cambia tutto. Strano che poco se ne parli.
5. Le Agenzie private. Lavorano per le grandi aziende. I loro servizi (ricerca, selezione, formazione) sono cari per le PMI. E il rapporto con i lavoratori è strumentale (atto a soddisfare le esigenze dei clienti). Ciò che non è chiaro all'opinione pubblica, e nemmeno alla sinistra labour (sic!), è che manca lo strumento che aiuti il lavoro in queste relazioni. Il Jobs act apre un portone in questo senso: rilancia l'Agenzia pubblica (i Centri per l'impiego: 8.000 addetti; 100.000 in Germania!) e la mette in concorrenza con il privato. Capito?
6. Curioso: Expo ha scelto un partner privato in tema di lavoro (Manpower Group). Niente di male. Strano che non abbia chiamato l'Agenzia pubblica (AFOL) Metropolitana. Ancora una volta, la sinistra sinistra milanese mostra di non capire di lavoro. Infatti non ne parla. E' rimasta all'età della pietra (antagonista).
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