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Il futuro è nelle vostre mani

Scritto da Sergio Mattarella.

Intervento di Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con gli studenti dell’Istituto Statale Italiano “Leonardo Da Vinci” (video).

Care studentesse e cari studenti, anzitutto complimenti al coro e all’accompagnamento musicale che hanno straordinariamente seguito i due Inni nazionali.
Sono davvero lieto di essere oggi qui con voi, in questo prestigioso edificio storico in cui, oltre a costruire le fondamenta del vostro sapere, avete l’opportunità di trarre ogni giorno beneficio dall’integrazione, dal dialogo, dalla compenetrazione tra due culture: quella della Francia e quella dell’Italia, per gli italiani del vostro Paese d’origine e del Paese che vi ospita.
Mi fa piacere avere l’opportunità di rivolgervi un saluto. È un saluto particolarmente caloroso. Vorrei farvi i complimenti per l’impegno che dedicate allo studio, alla cultura, alla lingua italiana, in un luogo che ben rappresenta l’amicizia e il costruttivo incontro dei nostri popoli e della nostra cultura. Voi studenti, dai più giovani, all’inizio del percorso scolastico, a coloro che stanno per concludere il ciclo degli studi, rappresentate una realtà importante non soltanto per la Francia e l’Italia, ma anche per l’Europa. Perché l’Europa non è soltanto l’ambito in cui sussistono i nostri Paesi. Ma è soprattutto un luogo ideale fatto di persone, di esperienze, di affinità, di valori, di sogni: tutti elementi che, anche se non li vedete, si trovano all’interno dei vostri zaini, perché crescono con voi ogni giorno.
È qui, in luoghi come questo, che più che altrove cresce l’Europa. So che vi state impegnando a fondo, con risultati evidenti, anche in importanti competizioni internazionali. Complimenti!
Andrete certamente avanti così, con sempre maggiore impegno. I brillanti risultati sono merito vostro e dei vostri docenti, che saluto con cordialità e che ringrazio per l’impegno, la passione e la dedizione con cui svolgono un ruolo primario nell’insegnamento in Francia, così legata all’Italia da profondi legami storici e culturali.
Il nome di questo Istituto evoca questa stretta interrelazione. Leonardo da Vinci unisce Francia e Italia; le sue opere sono in Francia e in Italia; la sua vita trascorsa in Italia e in Francia. Il suo genio è emblematico di quanto vi sia di comune tra le culture francese e italiana.
Saluto anche tutto il personale che presta qui la sua opera ogni giorno. So che questo Istituto vanta importanti ex allievi e che da qui sono uscite, nella sua ormai quasi centennale esperienza, generazioni di studenti preparati, affidabili, coscienziosi, che hanno testimoniato la validità del percorso formativo che qui si realizza. Ne risulta arricchito il bagaglio culturale e, grazie al confronto fra esperienze diverse, la capacità di affrontare il futuro con fiducia e con determinazione.
In definitiva, venite formati ad essere cittadini di una società aperta.
Care studentesse e cari studenti, la cultura è il miglior biglietto di presentazione. Per definizione, per ciascun Paese, è un patrimonio costituito da custodire e da sviluppare con cura e con applicazione costante.
Anche per questo, dopo avervi salutato, mi recherò al Louvre per inaugurare, insieme al Presidente Macron, una splendida mostra: “Napoli a Parigi”, progettata proprio per mettere in luce le tante connessioni tra Francia e Italia.
Mi auguro che, nei prossimi giorni, possiate anche voi visitarla, per comprendere ancor meglio i legami così profondi che uniscono i nostri due Paesi.
Sarete voi, in futuro, ad avere il compito di mantenere vivi questi legami, approfondendoli, anche attraverso le amicizie che tesserete su questi banchi, attraverso le esperienze che farete, e grazie a quanto saprete restituire alla società di questa vostra così importante esperienza.
Certamente siete consapevoli che il vostro impegno quotidiano è il migliore investimento che possiate fare per voi stessi e per il futuro dei nostri Paesi. Un futuro che è nelle vostre menti, ed è anche realmente nelle vostre mani. Auguri.
Fonte: Quirinale

Saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai Segretari di Legazione in prova in missione formativa a Parigi

Ringrazio l’Ambasciatrice d’Alessandro, ed è un piacere essere qui con i due pilastri dell’amicizia italo-francese, l’Ambasciatore Masset e l’Ambasciatrice d’Alessandro.
Il 26 novembre di due anni fa, a Roma, nel Palazzo che temporaneamente è la mia residenza, è stato firmato il Trattato del Quirinale. E, nel suo primo articolo, prevede “l’attuazione di iniziative di formazione congiunta” per i nostri diplomatici.
Sono quindi, anche per questo, lietissimo di incontrarvi, a pochi giorni dalla Festa della Repubblica Italiana, in una delle Ambasciate più importanti - e anche più belle - della nostra Rete diplomatica.
Del resto ci ospita un’Ambasciatrice che è ben consapevole dell’importanza della formazione perché, tra i numerosi incarichi di prestigio che ha rivestito, c’è stato anche quello della Direzione dell’Istituto Diplomatico. È quindi una sede particolarmente adatta per questo incontro, con la sua ospitalità.
Per me questa è una duplice occasione: conoscervi e celebrare insieme a voi la saldezza dei rapporti tra la Francia e l’Italia, sottolineando il ruolo fondamentale dei giovani diplomatici nella promozione di un dialogo costruttivo tra le Nazioni.
Quella che vi riunisce è una disposizione che guarda al futuro: favorire oggi l’incontro dei nostri diplomatici significa sviluppare nuovi legami; anche sviluppare amicizie, come accade in ogni esperienza comune, e come voi stessi avrete certamente sperimentato durante questi lavori.
In futuro vi ritroverete verosimilmente in qualche sede - Ambasciata, Nazioni Unite, Bruxelles - e il confronto, la collaborazione saranno resi più facili dai legami che avrete costruito oggi.
Questa e altre norme del Trattato guardano al futuro – come ho detto – ma hanno radici antiche.
Il giorno in cui è stato firmato, tra gli altri riferimenti, pensavo ad alcune parole del Generale de Gaulle, pronunciate ad Algeri, il 27 luglio 1943. Sono parole che avevo ricordato qualche mese prima, avendo l’onore di parlare alla Sorbonne.
Erano trascorsi appena due giorni dalla caduta del fascismo e De Gaulle parlò di “stretta vicinanza” e di “interdipendenza tra due grandi popoli latini”. Ed erano giorni travagliati.
I rapporti tra Italia e Francia sono – lo sappiamo bene - secolari. E sarà vostro compito continuare ad alimentarli.
Insieme, nel dopoguerra, abbiamo contribuito alla fondazione dell’Unione Europea intorno ad un nucleo di valori condivisi: democrazia, tolleranza, solidarietà. Nel corso del tempo si accresce la riconoscenza nei confronti di quei grandi statisti che, con visione e coraggio, ne avviarono il percorso. A partire dalla Dichiarazione di Robert Schumann del 9 maggio 1950, che indusse i sei Paesi fondatori a mettere in comune l’energia di allora: il carbone e l’acciaio.
Nei nostri giorni abbiamo faticato molto per conseguire soltanto un modesto tetto al prezzo del gas.
Abbiamo molto da recuperare in fiducia e in fede nel futuro.
Insieme, giovani funzionari francesi e italiani, rappresentate il fulcro di questa speranza. La vostra passione, conoscenza, dedizione, sono indispensabili per la costruzione europea, per la sua crescita, per la sua evoluzione, per affrontare le crisi di oggi e le sfide del futuro. E, alzando lo sguardo anche al di là del nostro continente, sarà vostro compito inoltre alimentare costantemente il dialogo e la comprensione reciproca, per contribuire allo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali, lavorando per risolvere i conflitti, per la promozione dei diritti umani, per la difesa dell'ambiente.
Sono convinto che abbiate abbracciato questa missione con entusiasmo, consapevoli che il vostro lavoro richiede competenza, visione e profondo senso delle Istituzioni. Sarete certamente pronti ad ascoltare, a valutare le differenti prospettive, a tener conto delle situazioni mutevoli che il mondo via via presenta.
Si tratta di un ruolo e di un compito affascinanti.
Alla vigilia dell’inaugurazione di una mostra di grande importanza al Louvre, che domani con il Presidente Macron inaugureremo, le opere saranno collocate in maniera mescolata – quelle del Louvre e quelle di Capodimonte - così come siete voi in questo corso. Che sul piano della cultura si ripeta questo modello è molto importante.
A tutti voi rivolgo gli auguri migliori per il successo di queste giornate e per il vostro futuro.
Fonte: Quirinale

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