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Lo sport è un antidoto a violenza e razzismo

Scritto da Sergio Mattarella.

Lo sport autentico e' "il vero antidoto al fanatismo, alla faziosita', alla violenza, e purtroppo anche al razzismo, che troppo spesso inquinano i nostri stadi. Veleni che nulla hanno a che fare con lo sport": lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport pubblicata alla vigilia dell'arrivo del Giro d'Italia ai Fori Imperiali dove il Capo dello Stato premiera' il vincitore. "Il traguardo e' molto vicino al Quirinale, non potrei mai mancare", ha osservato.
Per Mattarella "lo sport e' tante cose insieme. E' emozione, divertimento, salute. Ma anche educazione alla vita di comunita'. Una via per formare cittadini consapevoli. Lo sport nel nostro Paese ha avuto, e mantiene, un ruolo importante nella costruzione di una memoria condivisa e, in questo senso, di una componente significativa della nostra identita' collettiva". Poi ha elencato i suoi ricordi, dai "Giri d'Italia e i Tour di Bartali" al "Mondiale di Spagna con Sandro Pertini che riporta a casa i campioni".
"Assistere alla recente vittoria di Wembley, con l'Italia campione d'Europa, e' stata un'emozione e un motivo di orgoglio", ha sottolineato il Capo dello Stato. "Lo sport e' certamente anche agonismo, competizione, ma soprattutto deve essere rispetto e lealta'", ha aggiunto, "quando perde questi caratteri perde il suo fascino". E cosi' ha citato l'esempio di due giovani schermitrici azzurre, la 22enne Emilia Rossatti che ai campionati italiani Under 23 di spada ha rinunciato a tirare negli ultimi secondi della sua gara perche' la sua avversaria si era infortunata, e la 18enne Mariaclotilde Adosini che in una gara di Coppa del Mondo Under 20 contro un'atleta francese non ha approfittato dell'errore dell'arbitro che le aveva consegnato la vittoria e poi e' uscita sconfitta.
"Il rispetto delle regole di lealta', l'amicizia, la dignita' dei gesti valgono molto di piu' di una vittoria. Desidero dire grazie a queste ragazze per l'esempio dato. Questo e' lo sport autentico, vero antidoto al fanatismo, alla faziosita', alla violenza, e purtroppo anche al razzismo, che troppo spesso inquinano i nostri stadi. Veleni che nulla hanno a che fare con lo sport".
Il primo ricordo di Giro d'Italia? "La radiocronaca di un'epica tappa alpina del Giro d'Italia del 1949. Avevo otto anni e allora la radio era l'unica via di comunicazione in tempo reale: 'Un uomo solo al comando' era Fausto Coppi. La voce era di Mario Ferretti da Pinerolo. Entusiasmante, anche se io ero decisamente per Gino Bartali; cosa che, comunque, non mi impediva di essere contento per il record dell'ora o per il Mondiale di Coppi".
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