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Due grandi vittorie in Lombardia

Scritto da Vinicio Peluffo.

Intervista di Affaritaliani a Vinicio Peluffo.

"Nei Comuni sopra i 15mila abitanti che sono andati al voto in Lombardia il Pd risulta essere il primo partito e questa per noi è una grande soddisfazione che ci carica di responsabilità". Il deputato e segretario del Pd lombardo Vinicio Peluffo guarda il bicchiere mezzo pieno dopo il primo turno delle amministrative. E in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano analizza anche il peso delle alleanze nei vari Comuni.
Se da un lato il M5s è stato poco influente a livello locale, come spesso capita in Lombardia, quel che rimane del Terzo polo ha ottenuto di più dove ha corso con i dem: "Azione e Italia Viva devono superare un dibattito politicista che c'è a livello nazionale rispetto alla costruzione di un fantomatico centro e fare una scelta di campo".
In Lombardia ci sono state due vittorie straordinarie al primo turno. Una a Brescia, con Laura Castelletti che ha ottenuto una conferma importante sui dieci anni di buona amministrazione della città con una coalizione ampia e un forte protagonismo civico. Un’altra a Seregno dove il sindaco uscente si è riaffermato al primo turno. Siamo avanti a Nova Milanese, Arese e Gorgonzola e contiamo di poter vincere. La novità è il ballottaggio a Cologno Monzese, Comune dove governava il centrodestra che era stato commissariato. C'è rammarico per Brugherio che amministravamo: lì scontiamo le divisioni interne alla coalizione.
Le liste civiche sembrano drenare molto ai partiti di centrodestra ma non al Pd.
Siamo il primo partito nei Comuni sopra i 15mila di abitanti, un dato accompagnato da risultati importanti delle liste civiche. Nel centrodestra, invece, c'è un fenomeno di cannibalizzazione. Le civiche erodono il consenso dei partiti e sembra quasi che alcuni candidati abbiano preferito dare grande evidenza alle proprie liste e meno fiducia ai partiti. E c'è anche un dato rilevante a cui si guarda con meno attenzione: nei Comuni sotto i 15mila abitanti il centrosinistra ne governava 6, oggi 11.
Sull'alleanze qual è l'insegnamento che lasciano queste amministrative?
Per essere competitivi in Lombardia c'è la necessità di costruire un'offerta politica partendo da una coalizione coesa ma che deve essere più ampia possibile. Questo è l'insegnamento che tutte le forze politiche devono comprendere fino a fondo. Siamo alla terza tornata di amministrative in cui abbiamo dato mandato a tutti i territori di provare a costruire alleanze ampi verificando se ci fossero le condizioni per un accordo con M5s e Terzo polo. Nessuna imposizione, anzi un metodo di lavoro che deve essere costruito a livello locale.
Azione e Italia Viva sembrano andare meglio se la coalizione con il Pd.
Il Terzo polo deve scegliere se stare dalla parte di Giorgia Meloni, e mi sembrerebbe assurdo, oppure se costruire un'alternativa il cui fulcro è evidentemente il Pd, che però vuole avere un rapporto positivo con tutti. Per Azione e Italia Viva credo sia arrivato il tempo delle scelte a livello nazionale e locale. Dove hanno condiviso il percorso con noi hanno avuto risultati positivi. Basta guardare anche alle scorse regionali: dopo aver rotto il fronte non sono andati molto distanti.
Il Pd e il centrosinistra continua a vincere nelle grandi città, soprattutto in Lombardia.
Il campo progressista del centrosinistra e dei riformisti ha un maggiore insediamento elettorale e sociale nei grandi centri urbani, in Lombardia come nel resto d'Italia, ed è un fenomeno presente anche in altri Paesi europei e che abbiamo visto pure alle elezioni tra Trump e Biden. È un dato strutturale: i progressisti riescono a interpretare al meglio l'orientamento dei ceti urbani mentre in altre parti del territorio non riescono a dare risposte efficaci e questo deve essere oggetto di riflessione. C'è anche da dire che grazie alla qualità e alla credibilità dei nostri candidati e al radicamento che abbiamo sul territorio, alle amministrative riusciamo ad avere risultati superiori rispetto alle politiche.

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