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Il Governo Meloni preferisce la propaganda piuttosto che affrontare i problemi

Scritto da Franco Mirabelli.

Articolo di Franco Mirabelli pubblicato dal mensile Zona Nove.

Il mese di febbraio è stato denso di eventi politici e non che condizioneranno il futuro.
Le elezioni regionali hanno di nuovo confermato la destra, con Attilio Fontana, al governo della Lombardia, nonostante le evidenti inefficienze del sistema sanitario, del trasporto pubblico locale e delle politiche abitative.
Da quel voto emergono almeno due dati evidenti. Innanzitutto, l’altissimo astensionismo: hanno votato poco più del 40% degli aventi diritto e, questo, conferma l’allontanamento di tanti dalla partecipazione democratica per sfiducia o delusione, ma impone anche una riflessione su come l’istituzione Regione sia vissuta come distante da tanti elettori.
Inoltre, vi è una differenza evidente tra centri urbani e aree interne: all’affermazione di Majorino a Milano e Brescia, per esempio, corrisponde un risultato molto positivo della destra nei piccoli centri.
Sono dati su cui riflettere perché ricostruire la credibilità delle istituzioni, riavvicinarle ai cittadini, unire il Paese, sono le priorità per chiunque voglia difendere e rafforzare la nostra democrazia.
Paradossalmente, anche il voto in Regione dimostra che c’è una domanda di cambiamento che si traduce nel non voto e nella sfiducia nelle istituzioni.
La stessa domanda di rottura e discontinuità con il passato che ha portato Elly Schlein a vincere le Primarie del PD e a diventarne Segretaria.
Più di un milione di elettori del PD hanno, infatti, scelto di dare un messaggio forte e chiaro: mettiamo al centro la lotta alle diseguaglianze, alla precarietà del lavoro, per l’ambiente e i diritti sociali e civili, ma facciamolo dicendo parole chiare e nette e ricostruiamo così una credibilità data anche dalla capacità di cambiare e realizzare una discontinuità evidente.
Ma febbraio è stato anche il mese in cui il Governo Meloni ha mostrato un volto preoccupante.
La scelta di non condannare l’aggressione subita da alcuni studenti di un Liceo fiorentino da parte di militanti neofascisti è poco comprensibile, ma è del tutto inaccettabile la scelta del ministro Valditara di censurare, minacciando provvedimenti disciplinari, la Preside che, a seguito di quegli episodi, aveva scritto agli studenti una lettera in cui li invitava a non essere indifferenti di fronte a aggressioni come quella.
Ma forse ancora più gravi sono le parole del Ministro dell’interno Piantedosi, che prima fa un decreto per rendere più difficile il soccorso in mare da parte delle ONG, poi, di fronte alla tragedia del naufragio avvenuto sule coste calabresi, dove hanno perso la vita oltre 60 persone, tra cui molte donne e bambini, non trova di meglio che - come ha denunciato il vescovo di Palermo - accusare gli stessi immigrati per aver scelto di mettersi in mare.
Sono due episodi che andrebbero ulteriormente approfonditi e analizzati ma che dicono una cosa chiara: questo Governo preferisce le campagne ideologiche e la propaganda piuttosto che affrontare la complessità dei problemi, è sempre alla ricerca di un nemico invece che di una soluzione.
E certamente è questa politica, a cui non hanno ricorso solo le destre, ad accendere le tifoserie dividendo il Paese ma anche ad allontanare chi alla politica chiede concretezza e risposte.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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