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In Lombardia quasi mezzo milione di anziani poveri

Scritto da La Stampa.

Articolo pubblicato da La Stampa.

Il 13% degli over55 lombardi (ovvero 488mila persone) vive in condizioni di povertà. Il secondo rapporto intitolato «Più fragili dopo la tempesta? In equilibrio tra desideri, fragilità, aiuti», promosso dai sindacati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil regionali, dipinge un quadro fatto di difficoltà e abbandono.
Tra quegli anziani poveri, il 7% infatti vive da solo e lamenta un basso accesso ai servizi pubblici, arrivando a quella fetta di over75 (il 14%) che denuncia una vera e propria reclusione domestica. Se quindi circa 100mila anziani lombardi non lasciano di fatto le quattro mura di casa, con un bisogno di aiuto continuo nelle loro funzioni quotidiane, 2 intervistati su 10 dichiarano uno stato di salute che va dal problematico al molto problematico. Una condizione che marginalizza proprio i più fragili, ovvero chi vive in solitudine (il 34%) e chi è meno istruito: «Chi vive senza una rete di supporto ha più facilmente uno stato di salute critico, soprattutto se over 75: si tratta del 18% del totale, cioè 160 mila anziani che vivono soli e non possono contare su alcun aiuto in caso di bisogno» spiega il rapporto.
Il primo gennaio 2022 la Regione contava 3.455.759 residenti di età compresa tra i 55 e gli 85 anni, pari al 34,8% della popolazione totale. Quelli che stanno per diventare anziani, tra i 55-64enni, sono quasi un milione e mezzo e, da soli, costituiscono il 15% dei lombardi. Nel complesso però gli anziani lombardi si dimostrano più attivi della media nazionale nel portare avanti una vita autonoma: «La metà degli anziani intervistati frequenta un amico almeno una volta alla settimana, uno su cinque tutti i giorni e la rete amicale si dimostra essere una risorsa sempre più cruciale».
Dall’analisi emerge infatti che gli anziani che vivono con i familiari sono più attivi rispetto a chi vive solo. Ma è l'assistenza a presentare le lacune più evidenti: circa 6 anziani su 10 non hanno mai usato servizi pubblici di diversa natura, dall'assistenza sociale ai centri diurni, mettendo alla luce del sole il fatto che la sanità di prossimità sia molto lontana dal diventare una realtà concreta. Un quarto dei partecipanti allo studio (che ha coinvolto un campione rappresentativo di 1.211 cittadini residenti in Lombardia), chiede più aiuti allo Stato, che rientra tra le priorità del 27% degli intervistati.
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