Stampa

Incanto svanito sulla Moratti

Scritto da Nando Dalla Chiesa.

Articolo di Nando Dalla Chiesa pubblicato da Il Corriere della sera.

Lo scorso 15 novembre le pagine del Corriere della Sera hanno gentilmente ospitato una mia intervista al giornalista Giampiero Rossi in cui mi dichiaravo favorevole a «un’apertura di credito» a Letizia Moratti e al suo progetto di candidatura alla presidenza della Regione Lombardia.
Spiegavo nell’intervista che quella candidatura poteva contribuire a spostare l’asse politico della regione, facendo uscire la contesa elettorale da un destino già scritto da trent’anni, mobilitando nuove energie e risorse. Pensavo alle risorse professionali, intellettuali, imprenditoriali, associative, congelate dentro il consueto schema destra-sinistra. Parlavo dell’esigenza di andare «in mare aperto», pensando che l’indipendenza e il dinamismo di Letizia Moratti potessero «sparigliare» il gioco aprendolo a nuovi protagonismi e suscitando un mutamento della geografia politica delle persone. Intravedevo cioè una possibile, importante opportunità per i destini della Lombardia.
Da qui il suggerimento di «andare a vedere». Non me ne pento. L’ho fatto pensando al bene della mia regione, sapendo che per uno con la mia storia «metterci la faccia» non sarebbe stato semplice. Ho ricevuto molti consensi e molti dissensi. Mentre ero all’estero ho ricevuto però un paio di articoli che riferivano della composizione di quella che sarà la lista civica Moratti. Devo dire onestamente che ho visto svanire d’incanto l’occasione per «sparigliare», per scuotere davvero la politica lombarda. Diceva Vico che la natura delle cose sta nel loro «cominciamento». E ne ho sempre avuto conferma. Beninteso, della lista fanno parte anche persone che stimo con certezza, ma si tratta di una lista di centrodestra, con molti ex. Diversa — questo va riconosciuto a Moratti — dalla tipica lista di destra. Non avremo cioè, come qualcuno maligna, «due destre uguali». Ma non è certo il mare aperto in cui mi sarei avventurato per amore della mia terra, mettendo a rischio in parte la mia identità politica pubblica.
Seguirò dunque con interesse il percorso di questa lista, che potrebbe non essere ininfluente sugli equilibri futuri. Ma mi fermo qui. Non è il «richiamo della foresta» ad attrarmi, è il richiamo di me stesso. So in che cosa credo. Peccato. La responsabilità non è probabilmente di Letizia Moratti. I tempi brevi non aiutano i processi. E credo che abbia contato anche una certa avarizia a spendersi da parte dei ceti professionali e intellettuali a lei più vicini. Per quel che mi riguarda continuerò a mettere le mie forze (e speranze) nelle molte cose che faccio. Tutte coerenti con ciò in cui credo. Un giorno verrà il mare aperto.
Pin It