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L’Europa è forte se l’Italia è forte

Scritto da Ursula von der Leyen.

Articolo pubblicato da La Stampa

«L'Italia è da sempre anello di congiunzione tra il nord e il sud dell'Europa». Così la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla cerimonia che si è tenuta all'Università Bocconi di Milano - “La Bocconi, l'Italia, l'Europa. L'università saluta Mario Monti” - alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella.
La numero uno della Commissione si è rivolta a Monti definendolo «un grande italiano, un grande economista e un grande europeo». Il suo discorso davanti alle più alte cariche dello Stato e delle Istituzioni del Paese è stata l'occasione per ribadire l'importanza del ruolo italiano in Europa e viceversa: «Mario (Monti, ndr) lei è stato fautore e architetto di riforme qui in Italia, per modernizzare il Paese e rafforzare il suo ruolo di seconda potenza industriale d'Europa. E allo stesso tempo, è stato sostenitore e architetto delle riforme anche in Europa. Perché lei ha sempre creduto che l'Europa dovesse cambiare per stare al passo con un mondo che cambia. Oggi l'Italia è più europea, e c'è più Italia in Europa».
La presidente ha ribadito anche l'importanza che i fondi del Pnrr rivestono per il nostro Paese: «Next Generation EU ha promosso alcune riforme cruciali che gli italiani attendevano da anni. Una di queste è la riforma della pubblica amministrazione. E so che alcuni professori della Bocconi sono stati coinvolti nella sua nascita». E ha aggiunto che «L'Italia sta ricevendo più di 190 miliardi di euro per investimenti e riforme. Quasi 67 miliardi di euro già consegnati: il loro impatto sta iniziando a essere visibile».

Von der Leyen ha poi ribadito l'impegno europeo sul fronte della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, iniziata dopo l'invasione da parte della Federazione Russa: «L'Italia è uno dei Paesi più colpiti dal ricatto russo sul gas. Putin ha tagliato le sue esportazioni verso l'Europa dell'80% in 8 mesi. Ma siamo riusciti a compensare e l'Italia è un esempio perfetto», ha precisato. «Prima importava il 40% del gas dalla Russia, e ora quella quota è scesa a circa il 10%, grazie a un notevole sforzo per diversificare la sua fornitura», ha aggiunto, rassicurando anche sulla tenuta dell'Europa in fatto di scorte energetiche: «I depositi europei sono stati riempiti del 96% all'inizio di novembre: ciò significa che siamo al sicuro per tutto questo inverno. Parallelamente, abbiamo lavorato su una serie di misure per abbassare i prezzi. Abbiamo creato un contributo di solidarietà sugli extra profitti delle aziende energetiche che genererà circa 4 miliardi di entrate in Italia già nel 2023, denaro per sostenere le famiglie vulnerabili e le imprese».
Von der Leyen ha anche spiegato che l'UE sta «lavorando all'acquisto congiunto del gas, perché se andiamo insieme sui mercati, possiamo ottenere tutti prezzi migliori. Abbiamo proposto un meccanismo di correzione del mercato, il cosiddetto price cap, l'Italia lo ha chiesto fin dall'inizio. Eviterà aumenti eccessivi dei prezzi, manipolazioni dei tagli e speculazioni». La numero uno della Commissione ha però ribadito l'importanza di concentrarsi «su ciò che verrà dopo l'inverno. C'è ancora un vuoto da colmare. Ma la notizia rassicurante è che abbiamo il potenziale: l'energia rinnovabile» per la quale «abbiamo bisogno di finanziamenti Ue complementari per promuovere la tecnologia pulita». In questo senso e con questo obiettivo, ha spiegato von der Leyen, «entra in gioco RePowerEU, il piano per superare la nostra dipendenza energetica dalla Russia". RePowerEU vorrebbe dire «9 miliardi di euro di investimenti in energia pulita per l'Italia e ho proposto di potenziare ulteriormente RePowerEU, per accelerare la transizione pulita in tutta Europa».
La presidente ha, infine, ribadito la necessità, a medio termine, di «una soluzione strutturale per la nostra industria delle tecnologie pulite. L'obiettivo della nostra politica è che l'industria europea sia leader nella transizione pulita. Per questo ho introdotto l'idea di istituire un Fondo di sovranità. La logica alla base è semplice: una politica industriale europea comune richiede finanziamenti europei comuni», ha concluso.
Alla cerimonia di saluto all'ex rettore e premier Mario Monti erano presenti a che il presidente del Senato, Ignazio La Russa; il ministro degli Esteri Antonio Tajani; il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini; la senatrice a vita Liliana Segre, il professor Romano Prodi; il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, la vice sindaco di Milano, Anna Scavuzzo; l'ex premier Giuliano Amato; l'ad di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, l'onorevole Pierferdinando Casini e l'ex presidente del Consiglio Massimo D'Alema.
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