La Lombardia verso le elezioni
Articolo di Giovanna Menicatti per gli Incontrri Riformisti.
La novità di questa situazione è la contendibilità della regione, a cause delle grosse divisioni nel centrodestra, ma quella che poteva essere un’opportunità per il momento non ha ancora prodotto niente di concreto… Il campo largo diventa stretto.
Vorrei comunque elencare qualche dato sulla nostra Regione.
Nell’area metropolitana della città di Milano si dibatte da anni sulla contraddizione centro periferia, ma la stessa si ripropone anche in Lombardia.
Normalmente il termine periferia è associato a “problemi sociali” e “degrado”. I tratti principali della storia e delle caratteristiche delle periferie italiane hanno spesso una storia comune: nascono molte volte da una cattiva pianificazione nell’edilizia sociale pubblica e dalla mancanza di infrastrutture. Per la regione si può dire che le periferie che vivono condizioni marginalità e svantaggio sono le aree montane meno attrattive per il turismo, alcune aree rurali nell’asse padano, cioè i territori delimitati dalla BREBEMI, l’autostrada più deserta d’Italia (e già questa autostrada meriterebbe un dibattito a sè) ,alcuni piccoli comuni.
La Lombardia si conferma da diversi anni, la prima regione agricola d’Italia: produce il 37% del latte italiano, il 42% del riso italiano, il 40% dei prodotti suinicoli italiani. E’ prima anche per superficie dedicata all’agricoltura, le cui attività coprono il 69% del territorio.
Anche nel settore delle colture innovative la Lombardia vanta numeri da primato. Si pensi alle verdure e agli ortofrutticoli freschi lavati, confezionati e pronti da consumare. In Lombardia si trova il 30% della superficie nazionale di questa coltura.
Nonostante questo: il PIL agricolo cala del 1,1% e nelle campagne della nostra regione oltre un’azienda agricola su due (51,6%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.
Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori, dal vetro per i barattoli fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.
La tutela del suolo è da tempo oggetto di attenzione infatti la vulnerabilità del territorio lombardo, oggi è ancor più enfatizzata dall'elevato livello di urbanizzazione, dallo spopolamento di alcuni territori montanti e rurali, dall'aumento della frequenza di eventi atmosferici e calamitosi che generano effetti distruttivi. Ciò rende imprescindibili la prevenzione e la tutela del territorio. Le trasformazioni dalle aree periferiche - montane e rurali - interessano tanto aspetti demografici (spopolamento, invecchiamento, ecc.) e aspetti legati alla sfera economico - produttiva, quanto aspetti di tipo ambientale. Negli ultimi decenni in Lombardia si è verificato un depotenziamento strutturale della capacità di reazione di alcuni sistemi locali prodotto dal processo di spopolamento attraverso un incrocio di effetti negativi.
La Lombardia, con più di 10 milioni di residenti, per quanto riguarda la povertà relativa è la quinta regione con la percentuale di incidenza più bassa, con l’8% degli individui residenti che si trovano in questa condizione Ma, proprio a causa della popolosità, la bassa percentuale si traduce in un numero assoluto significativo: 800 mila persone circa.
Inoltre per il reddito di cittadinanza la Lombardia è terza in classifica, dopo Campania e Sicilia.
La Lombardia si conferma la patria della partita Iva, con 590.445 tra imprenditori, professionisti, agricoltori e a regime forfettario.
A crescere però sono le aperture da parte di persone con più di 50 anni, e la percentuale di partite IVA maschili supera di 25 punti percentuali la quota delle partite IVA femminili.
Anche nella nostra regione c’è stata una forte flessione, e la causa non è il Covid ma i costi di affitti e mobilità Per essere attrattivo il centro sinistra deve cercare di parlare anche a questi settori.
La novità di questa situazione è la contendibilità della regione, a cause delle grosse divisioni nel centrodestra, ma quella che poteva essere un’opportunità per il momento non ha ancora prodotto niente di concreto… Il campo largo diventa stretto.
Vorrei comunque elencare qualche dato sulla nostra Regione.
Nell’area metropolitana della città di Milano si dibatte da anni sulla contraddizione centro periferia, ma la stessa si ripropone anche in Lombardia.
Normalmente il termine periferia è associato a “problemi sociali” e “degrado”. I tratti principali della storia e delle caratteristiche delle periferie italiane hanno spesso una storia comune: nascono molte volte da una cattiva pianificazione nell’edilizia sociale pubblica e dalla mancanza di infrastrutture. Per la regione si può dire che le periferie che vivono condizioni marginalità e svantaggio sono le aree montane meno attrattive per il turismo, alcune aree rurali nell’asse padano, cioè i territori delimitati dalla BREBEMI, l’autostrada più deserta d’Italia (e già questa autostrada meriterebbe un dibattito a sè) ,alcuni piccoli comuni.
La Lombardia si conferma da diversi anni, la prima regione agricola d’Italia: produce il 37% del latte italiano, il 42% del riso italiano, il 40% dei prodotti suinicoli italiani. E’ prima anche per superficie dedicata all’agricoltura, le cui attività coprono il 69% del territorio.
Anche nel settore delle colture innovative la Lombardia vanta numeri da primato. Si pensi alle verdure e agli ortofrutticoli freschi lavati, confezionati e pronti da consumare. In Lombardia si trova il 30% della superficie nazionale di questa coltura.
Nonostante questo: il PIL agricolo cala del 1,1% e nelle campagne della nostra regione oltre un’azienda agricola su due (51,6%) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti.
Il rincaro dell’energia si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori, dal vetro per i barattoli fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi.
La tutela del suolo è da tempo oggetto di attenzione infatti la vulnerabilità del territorio lombardo, oggi è ancor più enfatizzata dall'elevato livello di urbanizzazione, dallo spopolamento di alcuni territori montanti e rurali, dall'aumento della frequenza di eventi atmosferici e calamitosi che generano effetti distruttivi. Ciò rende imprescindibili la prevenzione e la tutela del territorio. Le trasformazioni dalle aree periferiche - montane e rurali - interessano tanto aspetti demografici (spopolamento, invecchiamento, ecc.) e aspetti legati alla sfera economico - produttiva, quanto aspetti di tipo ambientale. Negli ultimi decenni in Lombardia si è verificato un depotenziamento strutturale della capacità di reazione di alcuni sistemi locali prodotto dal processo di spopolamento attraverso un incrocio di effetti negativi.
La Lombardia, con più di 10 milioni di residenti, per quanto riguarda la povertà relativa è la quinta regione con la percentuale di incidenza più bassa, con l’8% degli individui residenti che si trovano in questa condizione Ma, proprio a causa della popolosità, la bassa percentuale si traduce in un numero assoluto significativo: 800 mila persone circa.
Inoltre per il reddito di cittadinanza la Lombardia è terza in classifica, dopo Campania e Sicilia.
La Lombardia si conferma la patria della partita Iva, con 590.445 tra imprenditori, professionisti, agricoltori e a regime forfettario.
A crescere però sono le aperture da parte di persone con più di 50 anni, e la percentuale di partite IVA maschili supera di 25 punti percentuali la quota delle partite IVA femminili.
Anche nella nostra regione c’è stata una forte flessione, e la causa non è il Covid ma i costi di affitti e mobilità Per essere attrattivo il centro sinistra deve cercare di parlare anche a questi settori.