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Regione Lombardia in grave ritardo sulla cassa in deroga

Scritto da Giuseppe Villani.

Giuseppe Villani I lavoratori lombardi delle piccole e micro imprese, anche artigianali e del commercio, riceveranno la Cassa integrazione in Deroga dopo quelli di Veneto, Emilia Romagna, Lazio e molte altre, per via dei ritardi della Regione Lombardia nel trasferimento delle domande all’INPS.
Il problema, senza fare il caso specifico, era stato accennato anche dal premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di domenica sera, durante l’illustrazione del Dpcm sulla Fase 2. I numeri sono sul sito dell’INPS. Bisogna considerare che per la cassa in deroga, a differenza della Cassa Integrazione ordinaria, le domande passano attraverso le Regioni e non direttamente dall’istituto di previdenza.
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Il territorio metropolitano oltre l'emergenza

Scritto da Mario Oro.

Mario OroVideo della diretta facebook organizzata dal PD Milano Metropolitano con Mario Oro, Responsabile del dipartimento Trasformazioni urbane, e con Franco Sacchi, direttore del Centro Studi PIM.
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Sanità territoriale insufficiente e impreparata

Scritto da Carlo Borghetti.

Carlo BorghettiArticolo di Carlo Borghetti pubblicato da Il Sicomoro.

L’emergenza Coronavirus ha svelato una volta di più la debolezza dei servizi sanitari territoriali della Regione e della sua riforma del 2015 (LR 23/2015), dimostrando perché la Lombardia finisce sempre 5^ tra le Regioni nella classifica dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Il Covid-19 si affronta su due piani: ospedaliero (per salvare le vite dei casi gravi), e territoriale (per arginare il contagio e limitarne la letalità).
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Giugno è una data lontana per far ripartire le attività

Scritto da Nicola Zingaretti.

Nicola ZingarettiIntervista del Corriere della Sera a Nicola Zingaretti.

Nicola Zingaretti, segretario del Pd: ci si aspettava la fase due, non questo avvio lento.
«Gli italiani hanno reagito alle regole indicate dal governo per il lockdown mostrando una maturità e un rigore straordinari; questo consegna al nostro Paese una forza immensa. Ora qualsiasi scelta sui tempi di riapertura deve essere orientata a limitare al massimo la recrudescenza di una diffusione che probabilmente ci sarà, ma che va tenuta sotto controllo, con il costante supporto della scienza. Mi permetto di suggerire al governo di affidarsi alle curve epidemiche per riavviare le attività di alcune categorie, come ristoranti, bar o, in generale, il commercio. Verificando anche la data del primo giugno che mi pare molto lontana».
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