Le priorità del PD: Lavoro, Ambiente e Diritti
Intervento di Franco Mirabelli svolto al Circolo PD di Niguarda.
Questa è una campagna elettorale breve, in cui le persone sono disorientate.
Pesano molto la crisi energetica, l’aumento del costo delle bollette, l’inflazione (che era già iniziata prima dell’aumento delle bollette).
Le persone sono preoccupate. Bisogna evitare che, ancora una volta, di fronte alle preoccupazioni e alle paure delle persone; di fronte all’aumento del costo della vita, di fronte alle incertezze legate al costo delle bollette, si lasci spazio al populismo e a chi, in questi anni, ha dimostrato di saper cavalcare le paure e le preoccupazioni, anziché dare risposte.
Si fa tutto questo dopo aver mandato a casa un Governo che, in questa fase, avrebbe potuto essere utile e dare risposte ai cittadini e rassicurarli e anche agire in Europa per affrontare meglio la questione dell’aumento dei costi dell’energia.
Non facciamo dimenticare il fatto che c’era un Governo che stava funzionando, che era al servizio del Paese e che è stato mandato a casa dalla destra e dal Movimento 5 Stelle per ragioni diverse dall’interesse del Paese.
Siamo arrivati a fare una campagna elettorale con questo quadro, quindi, in cui c’è molto disorientamento.
Io non sono convinto che tutto sia già scritto. I sondaggisti continuano a dare dati che spiegano anche che c’è una grande fascia di indecisi e credo che, in questa situazione, aumenteranno.
Noi dobbiamo essere bravi a parlare con le persone.
Dobbiamo dire cose chiare.
Dobbiamo esplicitare che, in questi anni, abbiamo fatto quello che serviva fare.
Abbiamo sostenuto il Governo Draghi perché era il Governo che garantiva che l’Italia restasse in Europa, entrando dalla porta principale.
Grazie al PD oggi possiamo guardare al futuro con un po’ meno preoccupazione perché ci sono le risorse del PNRR.
Questa è una battaglia che abbiamo fatto noi. Ci sono 200 miliardi che possono essere spesi per rilanciare il Paese.
Dobbiamo dire alle persone che devono scegliere.
Bisogna scegliere tra l’Europa; chi ha dimostrato la volontà di guardare all’interesse del Paese, affrontando e provando a risolvere i problemi e chi, dall’altra parte, fino ad ora i problemi li ha agitati e, sulle questioni europee e internazionali, si colloca in modo preoccupante.
Nel caso vincessero le destre, si rischia che sia il Paese a pagare per le loro ambiguità.
Dobbiamo dire di votare PD anche perché in questi anni siamo stati chiari su tre cose: una prima nostra priorità sono il lavoro e i salari e li abbiamo messi al centro della nostra azione politica in questi anni.
Siamo un Paese in cui il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti diminuisce sempre di più e in cui i salari non crescono da moltissimi anni.
La nostra battaglia principale, che più volte abbiamo ribadito, è che bisogna tagliare il costo del lavoro, tagliare il cuneo fiscale fino a restituire l’equivalente di una mensilità ai lavoratori dipendenti proprio grazie al taglio delle tasse.
Bisogna mettere in chiaro che la questione del salario minimo è una necessità per impedire che ci siano lavoratori che guadagnano due o tre euro l’ora e che si apra una competizione al ribasso di cui il prezzo poi lo pagano i lavoratori.
Mettiamo, quindi, al centro le questioni del lavoro e dei salari.
Un’altra questione fondamentale riguarda le azioni per contrastare il cambiamento climatico.
Mai come in questa estate abbiamo avuto chiaro quanto sia fondamentale il tema della crisi climatica e quanto riguarda il futuro di tutti.
Da parte della destra ho sentito sottovalutazioni preoccupanti su questo tema.
C’è la crisi energetica, c’è il problema della dipendenza del nostro Paese per l’energia che stiamo risolvendo ma non dobbiamo recedere sulla questione della transizione ecologica e, in questa fase, il gas può essere uno strumento utile per facilitare la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili e alternative.
Per noi il futuro dei giovani e il futuro del Paese si garantisce se non perdiamo di vista l’obiettivo di compiere entro pochi anni una transizione ecologica completa che limiti i combustibili fossili e punti sulle fonti energetiche rinnovabili, sull’energia pulita e sulla ricerca.
Questo è ciò che abbiamo cercato di fare in questi anni e continueremo ad agire in questa direzione.
Un’altra questione prioritaria riguarda il terreno dei diritti.
Abbiamo bisogno di un Paese in cui ci sia un allargamento dei diritti.
Questo vale per i diritti sociali, come il lavoro ma c’è anche un tema che riguarda il diritto alla salute su cui occorre tornare a investire.
Questo non vuol dire rinunciare alla battaglia che abbiamo fatto e che continueremo a fare per i diritti civili: prima di tutto lo Ius Scholae, la possibilità per chi ha studiato qui di avere la cittadinanza; la legge contro l’omotransfobia; la legge che purtroppo non siamo riusciti a completare - perché è caduto il Governo - sul fine vita, che è un tema che riguarda sempre di più tante famiglie e va regolato.
Andiamo, quindi, in campagna elettorale mettendo in campo queste tre priorità, che sono priorità su cui si disegna il futuro di un Paese, con cui possiamo parlare ai giovani e su cui dobbiamo chiedere ai giovani del Paese di investire, votando PD.
La strada è votare PD.
Votiamo con una legge elettorale orribile, lo dico anche da candidato: questa legge non lascia la possibilità all’elettore di scegliere, se non votando il simbolo del partito, perché è questo che produce in automatico l’elezione dei candidati.
È giusto presentare i candidati ma poi occorre votare il simbolo del PD e non altro; questo bisogna dirlo chiaramente per evitare di disperdere voti.
Questa è la battaglia che dobbiamo fare nei prossimi giorni.
Abbiamo solo una strada: andare dalle persone, parlare con loro, incontrare le persone con cui abbiamo lavorato e con cui abbiamo condiviso le battaglie di questi anni perché lì abbiamo una credibilità e chiediamo a tutti di mobilitarsi perché l’esito di queste elezioni non è deciso: bisogna scegliere e penso che in tanti sceglieranno PD.
Questa è una campagna elettorale breve, in cui le persone sono disorientate.
Pesano molto la crisi energetica, l’aumento del costo delle bollette, l’inflazione (che era già iniziata prima dell’aumento delle bollette).
Le persone sono preoccupate. Bisogna evitare che, ancora una volta, di fronte alle preoccupazioni e alle paure delle persone; di fronte all’aumento del costo della vita, di fronte alle incertezze legate al costo delle bollette, si lasci spazio al populismo e a chi, in questi anni, ha dimostrato di saper cavalcare le paure e le preoccupazioni, anziché dare risposte.
Si fa tutto questo dopo aver mandato a casa un Governo che, in questa fase, avrebbe potuto essere utile e dare risposte ai cittadini e rassicurarli e anche agire in Europa per affrontare meglio la questione dell’aumento dei costi dell’energia.
Non facciamo dimenticare il fatto che c’era un Governo che stava funzionando, che era al servizio del Paese e che è stato mandato a casa dalla destra e dal Movimento 5 Stelle per ragioni diverse dall’interesse del Paese.
Siamo arrivati a fare una campagna elettorale con questo quadro, quindi, in cui c’è molto disorientamento.
Io non sono convinto che tutto sia già scritto. I sondaggisti continuano a dare dati che spiegano anche che c’è una grande fascia di indecisi e credo che, in questa situazione, aumenteranno.
Noi dobbiamo essere bravi a parlare con le persone.
Dobbiamo dire cose chiare.
Dobbiamo esplicitare che, in questi anni, abbiamo fatto quello che serviva fare.
Abbiamo sostenuto il Governo Draghi perché era il Governo che garantiva che l’Italia restasse in Europa, entrando dalla porta principale.
Grazie al PD oggi possiamo guardare al futuro con un po’ meno preoccupazione perché ci sono le risorse del PNRR.
Questa è una battaglia che abbiamo fatto noi. Ci sono 200 miliardi che possono essere spesi per rilanciare il Paese.
Dobbiamo dire alle persone che devono scegliere.
Bisogna scegliere tra l’Europa; chi ha dimostrato la volontà di guardare all’interesse del Paese, affrontando e provando a risolvere i problemi e chi, dall’altra parte, fino ad ora i problemi li ha agitati e, sulle questioni europee e internazionali, si colloca in modo preoccupante.
Nel caso vincessero le destre, si rischia che sia il Paese a pagare per le loro ambiguità.
Dobbiamo dire di votare PD anche perché in questi anni siamo stati chiari su tre cose: una prima nostra priorità sono il lavoro e i salari e li abbiamo messi al centro della nostra azione politica in questi anni.
Siamo un Paese in cui il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti diminuisce sempre di più e in cui i salari non crescono da moltissimi anni.
La nostra battaglia principale, che più volte abbiamo ribadito, è che bisogna tagliare il costo del lavoro, tagliare il cuneo fiscale fino a restituire l’equivalente di una mensilità ai lavoratori dipendenti proprio grazie al taglio delle tasse.
Bisogna mettere in chiaro che la questione del salario minimo è una necessità per impedire che ci siano lavoratori che guadagnano due o tre euro l’ora e che si apra una competizione al ribasso di cui il prezzo poi lo pagano i lavoratori.
Mettiamo, quindi, al centro le questioni del lavoro e dei salari.
Un’altra questione fondamentale riguarda le azioni per contrastare il cambiamento climatico.
Mai come in questa estate abbiamo avuto chiaro quanto sia fondamentale il tema della crisi climatica e quanto riguarda il futuro di tutti.
Da parte della destra ho sentito sottovalutazioni preoccupanti su questo tema.
C’è la crisi energetica, c’è il problema della dipendenza del nostro Paese per l’energia che stiamo risolvendo ma non dobbiamo recedere sulla questione della transizione ecologica e, in questa fase, il gas può essere uno strumento utile per facilitare la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili e alternative.
Per noi il futuro dei giovani e il futuro del Paese si garantisce se non perdiamo di vista l’obiettivo di compiere entro pochi anni una transizione ecologica completa che limiti i combustibili fossili e punti sulle fonti energetiche rinnovabili, sull’energia pulita e sulla ricerca.
Questo è ciò che abbiamo cercato di fare in questi anni e continueremo ad agire in questa direzione.
Un’altra questione prioritaria riguarda il terreno dei diritti.
Abbiamo bisogno di un Paese in cui ci sia un allargamento dei diritti.
Questo vale per i diritti sociali, come il lavoro ma c’è anche un tema che riguarda il diritto alla salute su cui occorre tornare a investire.
Questo non vuol dire rinunciare alla battaglia che abbiamo fatto e che continueremo a fare per i diritti civili: prima di tutto lo Ius Scholae, la possibilità per chi ha studiato qui di avere la cittadinanza; la legge contro l’omotransfobia; la legge che purtroppo non siamo riusciti a completare - perché è caduto il Governo - sul fine vita, che è un tema che riguarda sempre di più tante famiglie e va regolato.
Andiamo, quindi, in campagna elettorale mettendo in campo queste tre priorità, che sono priorità su cui si disegna il futuro di un Paese, con cui possiamo parlare ai giovani e su cui dobbiamo chiedere ai giovani del Paese di investire, votando PD.
La strada è votare PD.
Votiamo con una legge elettorale orribile, lo dico anche da candidato: questa legge non lascia la possibilità all’elettore di scegliere, se non votando il simbolo del partito, perché è questo che produce in automatico l’elezione dei candidati.
È giusto presentare i candidati ma poi occorre votare il simbolo del PD e non altro; questo bisogna dirlo chiaramente per evitare di disperdere voti.
Questa è la battaglia che dobbiamo fare nei prossimi giorni.
Abbiamo solo una strada: andare dalle persone, parlare con loro, incontrare le persone con cui abbiamo lavorato e con cui abbiamo condiviso le battaglie di questi anni perché lì abbiamo una credibilità e chiediamo a tutti di mobilitarsi perché l’esito di queste elezioni non è deciso: bisogna scegliere e penso che in tanti sceglieranno PD.
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