Calenda, Renzi e Conte vogliono distruggerci ma non ci riusciranno
"Calenda, Renzi e Conte vogliono "relegare il Pd a un ruolo marginale e occupare il campo tradizionalmente occupato da noi". Così il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, che in un'intervista a La Stampa fa il paragone con la Francia, dove "la grande forza riformista è stata colpita da destra e da sinistra finché è praticamente sparita. Stanno cercando di fare la stessa cosa con noi, vogliono distruggere il Pd, ma non ci riusciranno".
"L'unico obiettivo che possono raggiungere è far vincere la destra", aggiunge.
L'ascesa di Meloni? L'Italia negli ultimi 15 anni ha vissuto di "innamoramenti", rileva Letta, ma "Meloni sappiamo già come può governare: era ministro nel governo Berlusconi che cadde nel 2011. E oggi dice di voler rinegoziare il Pnrr, 219 miliardi fondamentali per il futuro del Paese: rinegoziarlo vuol dire ucciderlo".
Alla critiche dal mondo del lavoro, il segretario dem risponde così: "il nostro partito ha sottovalutato la trasformazione di quel mondo, la precarietà, la necessità di protezione anche da eventi che vengono da fuori. Ma in questa campagna elettorale vogliamo rimettere al centro il tema: meno tasse sul lavoro, aggressione del lavoro nero, basta stage".
Intervistato anche dal Manifesto, Letta osserva: "il nostro programma supera il Jobs Act sul modello di quanto fatto in Spagna contro il precariato. La stagione del blairismo è consegnata alla storia. In tutta Europa credo che siano rimasti solo Renzi e Calenda ad agitarlo come un feticcio ideologico". E sui M5s dice: "le crisi drammatiche dell'ultimo decennio portano a sinistra, portano alla sostenibilità sociale e ambientale. Se non si fa così, non regge l'intelaiatura, sempre più fragile, delle democrazie occidentali. E il 5Stelle resta su questo il partito di Grillo. Di chi ha sempre detto che destra e sinistra sono uguali. Non lo sono e non lo saranno mai. Non esiste la sinistra a targhe alterne".
"L'unico obiettivo che possono raggiungere è far vincere la destra", aggiunge.
L'ascesa di Meloni? L'Italia negli ultimi 15 anni ha vissuto di "innamoramenti", rileva Letta, ma "Meloni sappiamo già come può governare: era ministro nel governo Berlusconi che cadde nel 2011. E oggi dice di voler rinegoziare il Pnrr, 219 miliardi fondamentali per il futuro del Paese: rinegoziarlo vuol dire ucciderlo".
Alla critiche dal mondo del lavoro, il segretario dem risponde così: "il nostro partito ha sottovalutato la trasformazione di quel mondo, la precarietà, la necessità di protezione anche da eventi che vengono da fuori. Ma in questa campagna elettorale vogliamo rimettere al centro il tema: meno tasse sul lavoro, aggressione del lavoro nero, basta stage".
Intervistato anche dal Manifesto, Letta osserva: "il nostro programma supera il Jobs Act sul modello di quanto fatto in Spagna contro il precariato. La stagione del blairismo è consegnata alla storia. In tutta Europa credo che siano rimasti solo Renzi e Calenda ad agitarlo come un feticcio ideologico". E sui M5s dice: "le crisi drammatiche dell'ultimo decennio portano a sinistra, portano alla sostenibilità sociale e ambientale. Se non si fa così, non regge l'intelaiatura, sempre più fragile, delle democrazie occidentali. E il 5Stelle resta su questo il partito di Grillo. Di chi ha sempre detto che destra e sinistra sono uguali. Non lo sono e non lo saranno mai. Non esiste la sinistra a targhe alterne".