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Innovazione senza “politica”

Written by Giuseppe Villani.

Giuseppe VillaniAbbiamo votato favorevolmente anche noi, come Gruppo regionale del Pd, alla proposta di atto amministrativo “Programma strategico triennale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico”, in consiglio regionale. Ma con un dubbio: si tratta di un documento di ampio respiro, redatto da fior di esperti in maniera brillante e di fondamentale importanza per la nostra industria, ma è stato affrontato in maniera superficiale in una sola Commissione consiliare, quando i contenuti meritavano ben altra attenzione. E questo perché gli ecosistemi cui fa riferimento il Programma strategico sono nutrizione, salute e life science, cultura e conoscenza, connettività e informazione, smart mobility e architecture, sostenibilità, sviluppo sociale, manifattura avanzata. 
Praticamente, sarebbe stato giusto e logico che passasse in tutte le Commissioni. Soprattutto, se non volevamo che rimanesse un bel documento tecnico, ma diventasse veramente una scelta politica e l’architrave dell’innovazione lombarda dei prossimi anni. La politica non può limitarsi a un passaggio formale: o decide di fare sul serio, o altrimenti parte sconfitta. Certo, il nostro voto non poteva che essere positivo, ma deve suonare come un impegno a far sì che questa proposta sia uno stimolo affinché tutte le nostre politiche siano indirizzate in un orizzonte di innovazione. In questo caso, invece, la Lombardia si è chiamata fuori, mentre deve recuperare un ruolo politico, sociale e culturale.
Dunque, questo documento dovrebbe essere inserito in un piano industriale lombardo di cui non vi è traccia, perché non si è visto ancora nulla su questo importante tema da parte della Giunta. Belli gli intenti, ma mancano completamente le priorità.
Inoltre, questo piano ha una pecca, cioè ci regala una foto dello stato di fatto dell’innovazione, ma non identifica linee di sviluppo importanti. E quindi come facciamo innovazione? Invece, vanno fatte scelte chiare, la Regione deve dare il suo contributo, il ruolo delle università va ben esplicitato e dobbiamo riuscire ad avere un vero protagonismo a livello europeo che finora è mancato.

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