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L'Europa è il nostro futuro

Written by Chiara Braga.

Chiara BragaÈ bastato meno di una settimana per rendersi conto che al Governo italiano non importa niente delle richieste delle migliaia di giovani scesi in piazza per il clima. Nel Consiglio d’Europa del 21 e 22 marzo i Governi europei discutevano anche di questo, ma a Bruxelles il Governo italiano si è schierato dalla parte dei Paesi riluttanti a fare un deciso passo in avanti sulla strada della decarbonizzazione. Il Presidente del Consiglio Conte, parlando a nome dell’Italia, è stato elusivo sul punto e secondo fonti di Greenpeace, Italia e Germania hanno prestato il fianco a Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca che invece si sono opposte duramente all’obiettivo della “carbon neutrality” al 2050, in nome di presunte ragioni di competitività dell’industria europea. Ancora una volta un’occasione mancata sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici e di una vera transizione sostenibile della nostra economia.
Ancora una volta le resistenze e i blocchi provengono dai Governi nazionali che siedono nel Consiglio d’Europa, mentre il Parlamento europeo aveva già deciso, una settimana fa, a favore di tale misura. La verità è che a questo Governo – sempre più giallo-nero – di questi temi non interessa nulla: la Lega continua a negare la rilevanza del problema climatico (ricordiamoci sempre che non votò nemmeno l’Accordo di Parigi) – e il M5S si riempie la bocca di promesse e slogan ma nei fatti, oggi che è al Governo, non è in grado di produrre nessun risultato concreto. Per questo, sapendo quanto accaduto appena qualche ora prima a Bruxelles, mi ha veramente fatto arrabbiare la farsa messa in scena da Conte e dal Ministro dell’Ambiente Costa, che ad uso e consumo di social e TG, proprio venerdì hanno incontrato a Palazzo Chigi una rappresentanza dei giovani scesi in piazza per il #ClimateStrike. La serietà della politica si misura dalle azioni vere e concrete, dalla capacità di far valere il proprio peso sui tavoli decisionali che contano, non nei selfie e nelle dichiarazioni enfatiche che poi si traducono in un nulla di fatto. Come PD chiederemo conto in Parlamento al Governo italiano della posizione assunta a livello europeo: lo dobbiamo alle migliaia di giovani che non meritano di essere strumentalizzati e presi in giro da forze politiche che vogliono distruggere l’Europa e quindi giocarsi l’unico spazio possibile per attuare politiche efficaci a difesa del clima e del loro futuro.
Questa settimana abbiamo festeggiato la Festa dell’Europa: il 21 marzo, San Benedetto patrono d’Europa e primo giorno di primavera, ha preso il via una mobilitazione nazionale per affermare con forza i valori e le ragioni della casa comune europea. Esporre le bandiere dell’Europa non è solo un gesto simbolico: è condividere l’impegno a difendere e rifondare un progetto per un’Europa più solidale, più sostenibile, più giusta. Questo è l’obiettivo che anche il Partito Democratico vuole perseguire in vista delle prossime elezioni del 26 maggio; martedì parteciperò alla Direzione nazionale del PD, appena eletta, che affronterà questo tema, insieme a quello delle elezioni amministrative. Il Segretario Zingaretti già questa settimana ha incontrato a Bruxelles le altre forse socialiste e democratiche con cui sosterremo la candidatura di Frans Timmermans alla guida della Commissione Europea e in queste settimane sta lavorando per creare un campo largo e candidature forti ed inclusive, capaci di competere con la Lega di Salvini che ha invece come obiettivo quello di affossare l’Europa, alleandosi proprio con i nostri peggiori nemici. L’abbiamo visto in questi giorni sul clima: lo stesso vale sul fronte dei diritti sociali, della difesa dei valori democratici, della corretta gestione dei fenomeni migratori. L’Italia non può avere dubbi su quale via percorrere, anche per difendere i propri legittimi interessi nazionali: i sovranisti che oggi guidano i Paesi del’est non sono nostri alleati ma i nostri più pericolosi avversari. Questa è la portata della sfida che ci aspetta; oggi possiamo contare su un PD più forte, unito e autorevole, come dimostrano anche i dati incoraggianti di queste settimane, ma dobbiamo sapere che la strada è appena iniziata. E che quello che ci ha consentito di tornare ad essere interlocutori credibili per tanti che ci avevano voltato le spalle deve continuare a guidarci, costantemente. Tornare nella società, mettersi al fianco di chi sostiene battaglie giuste e necessarie – quelle sul clima, sulla ripresa di una vero impegno per il riconoscimento del diritto di cittadinanza ai bambini nati e cresciuti in Italia, sulla legalità e la lotta alle mafie, come è stato sabato a Como insieme all’Associazione Libera e a Cantù, nonostante i ritardi e le reticenze della Lega e della destra che oggi amministra la città – sono un pezzo fondamentale del nostro essere forza di opposizione e insieme di alternativa, più che mai necessaria e urgente, a chi oggi sta trascinando a fondo il nostro Paese.

Per seguire l'attività di Chiara Braga: sito web - pagina facebook

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