News in materia di consultori e 194
Per quanto riguarda i consultori possiamo affermare che l'approvazione delle nuove regole di sistema in sanità potrebbero portare alcune novità di non poco conto.
Infatti nonostante in Lombardia, dal 1997 ad oggi il numero di strutture (pubbliche e private) sono passate da 335 a 216, a fronte delle 450 previste per legge, abbiamo piu di un riscontro di mancato turn over di professionalità di cui alla L. 405/75 e L.r. 44/76 e di una contrazione del monte ore di interventi dedicati alla salute della donna in conseguenza alla diminuzione delle risorse disponibili, soprattutto per le strutture pubbliche.
A fronte di questo si è delineata la volontà della Giunta di procedere ad una riforma dei consultori familiari che prevede la loro trasformazione in “Centri per la famiglia”, per la quale sono state avviate nel 2011 e nel 2012 delle sperimentazioni, con funzioni di ascolto, orientamento e supporto psicopedagogico alla famiglia nelle diverse fasi del ciclo di vita (nascita, maternità/paternità, supporto alla genitorialità, adolescenza, situazioni di fragilità con particolare riguardo agli anziani e alle persone con disabilità).
Volontà questa ribadita nel PRS 2013-2018, nella dgr 937/2013 e nel piano delle “regole di gestione del Servizio Socio Sanitario regionale 2014” (di cui vi ho accennato sopra) dove si fa preciso riferimento all’intenzione di procedere alla stabilizzazione delle nuove funzioni e all’estensione delle stesse a tutte le Unità d’offerta consultoriali.
Nella convinzione che una simile trasformazione snaturerebbe la mission e le funzioni che la normativa nazionale e regionale attribuisce ai consultori, oltre al fatto che, senza la previsione di risorse aggiuntive, non si potrebbero assicurare né i servizi né tantomeno le professionalità e la qualità, Sara Valmaggi ha presentato, durante la discussione, in consiglio regionale, sul bilancio, un ordine del giorno, purtroppo respinto.
E’ chiaro che questo processo richiederà un’attenzione particolare ed una pressione da parte nostra e delle amministrazioni affinché vengano salvaguardate le funzioni e l’operatività dei consultori così come sono stati concepiti dalla legislazione tuttora vigente.
Sara Valmaggi (Pd):”La Regione si ostina a ignorare la legge 194. Partecipi subito al Tavolo tecnico del Ministero della salute”
Regione Lombardia si ostina a ignorare le criticità nell’applicazione della legge 194. Ad affermarlo è la vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi, prima firmataria di un’interrogazione in merito, discussa oggi in Consiglio regionale. “Il ministero della Salute- scrive Valmaggi- ha attivato un Tavolo tecnico, a cui sono stati invitati tutti gli assessori regionali, per monitorare le strutture ospedaliere dove sono praticate le interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg) e individuare le criticità nell’applicazione della 194, soprattutto in relazione all’obiezione di coscienza. Abbiamo chiesto a Mantovani se la Regione avesse partecipato al tavolo e ci è stato risposto di no”.
“Il fatto è grave- continua Valmaggi- Mantovani si ostina a sostenere che in Lombardia non c’è alcuna criticità nella raccolta dei dati relativi alle Ivg, ma questo non è affatto vero. Le informazioni riferite in Consiglio dall’assessore per rispondere alle nostre interrogazioni in materia sono sempre state parziali e tardive: i dati erano sempre riferiti a due anni indietro. L’assessorato non ha mai dato un quadro chiaro sull’applicazione della legge 194. Tanto che, per sanare il deficit di informazione, l’estate scorsa ho chiesto i dati sull’obiezione di coscienza direttamente alle singole strutture ospedaliere, facendo emergere un quadro sconfortante. Su 63 presidi ospedalieri 11 vedono una presenza di obiettori di coscienza del 100%. In altri 12 il numero di obiettori varia tra l’80 e il 99%, in 21 presidi oscilla tra il 60 e il 90% e in 13 tra il 40 e il 59%”.
“I numeri- sottolinea Valmaggi- parlano chiaro. La legge 194 in Lombardia è disattesa. Forse anche per questo Mantovani preferisce non confrontarsi con le altre regioni. Io credo invece che dovrebbe farlo e partecipare da subito al Tavolo tecnico del ministero della Salute“.
“La condizione della Lombardia- conclude Valmaggi- rispecchia purtroppo quella del Paese e dell’Europa, che vede da tempo sotto attacco il diritto all’aborto legale per le donne. Una controriforma che mette in discussione la libertà di scelta delle donne che va fermata. Per questo aderirò all’appello in difesa della 194 lanciato dalle donne di “Usciamo dal silenzio” in occasione dell’anniversario della manifestazione nazionale del 14 gennaio 2006”.