Il 24 tutta la sinistra unita contro il fascismo
"Non abbiamo lasciato la piazza. C'è stato un appello di sindaco e vescovo per un atteggiamento di responsabilità. E certamente di fronte a un invito di questo genere, il Pd non poteva assumere un atteggiamento diverso". Piero Fassino, intervistato da Repubblica, legge così quanto accaduto prima della manifestazione di ieri a Macerata, cui il Pd non ha aderito. "Non ci sono piazze antifasciste divise - sottolinea Fassino - ci ritroveremo tutti a Roma sabato 24 febbraio. L'antifascismo è un valore che unisce, non divide", afferma. "La sinistra non ha dimenticato la sua storia. Non c'è stata e non c'è sottovalutazione della gravità di quanto successo a Macerata e del contesto di odio, rancore e violenza costruito in Italia".
Ricorda poi che dopo il raid di sabato scorso i ministri Martina, Orlando e Minniti sono andati a Macerata a manifestare "l'indignazione e la solidarietà alla comunità", e che anche una sede del Pd è stata colpita. "Abbiamo molto chiaro - rimarca - che quanto accaduto non è l'atto di un esaltato, anche se Traìni lo è, ma quell'atto è figlio di un clima coltivato da chi semina odio, cavalca le paure e le ansie dei cittadini, incita all'intolleranza". "Queste elezioni - è la preoccupazione - sono diverse, finora nelle competizioni anche aspre, valeva un principio da tutti riconosciuto e cioè che, chiunque vincesse, non sarebbero stati messi in discussione i fondamenti della convivenza civile e democratica del Paese. Per la prima volta non è più così. Ci sono forze che chiedono un voto per mettere in discussione i valori su cui si è costruita la coesione sociale in Italia. Dobbiamo denunciarlo e contrastarlo".
Ricorda poi che dopo il raid di sabato scorso i ministri Martina, Orlando e Minniti sono andati a Macerata a manifestare "l'indignazione e la solidarietà alla comunità", e che anche una sede del Pd è stata colpita. "Abbiamo molto chiaro - rimarca - che quanto accaduto non è l'atto di un esaltato, anche se Traìni lo è, ma quell'atto è figlio di un clima coltivato da chi semina odio, cavalca le paure e le ansie dei cittadini, incita all'intolleranza". "Queste elezioni - è la preoccupazione - sono diverse, finora nelle competizioni anche aspre, valeva un principio da tutti riconosciuto e cioè che, chiunque vincesse, non sarebbero stati messi in discussione i fondamenti della convivenza civile e democratica del Paese. Per la prima volta non è più così. Ci sono forze che chiedono un voto per mettere in discussione i valori su cui si è costruita la coesione sociale in Italia. Dobbiamo denunciarlo e contrastarlo".