Una riflessione sulla Riforma Costituzionale
Articolo di Lorenzo Gaiani, Presidente di Legautonomie Lombardia
L'approssimarsi del referendum che, il 4 dicembre, determinerà la definitiva approvazione o meno del testo di riforma costituzionale licenziato dal Parlamento la scorsa primavera.
A tal fine, come Presidente della Lega delle autonomie locali della Lombardia, desidero fissare alcuni punti di riflessione e di orientamento, senza rinunciare ad una nostra autonoma valutazione politica che non è in alcun modo vincolante ma costituisce il portato di scelte storiche che la nostra associazione ha assunto nei cent'anni della sua storia.
Così come tutto si tiene nella Costituzione del 1948, anche nella riforma di cui stiamo discutendo è evidente che superamento del bicameralismo, riforma del procedimento legislativo, razionalizzazione dei poteri regionali fanno parte di un unico disegno che può essere positivamente valutato e non può essere artificiosamente suddiviso per una mal posta esigenza di omogeneità.
A quanti, come me, sono giustamente affezionati alla Carta del 1948, esprimo la convinzione che – intervenendo solo sulla parte organizzativa della Costituzione e rispettando ogni virgola della parte prima – la riforma potrà perseguire meglio quei principi che sono oramai patrimonio comune di tutti gli italiani.
Lungi dal tradire la Costituzione, si tratta di attuarla meglio, raccogliendo le sfide di una competizione europea e globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici, più stabili.
Per tutte queste ragioni di metodo e di merito sono convinto che la grande discussione nazionale di queste settimane potrà persuadere i cittadini italiani della bontà della riforma approvata con coraggio dal Parlamento e della sua utilità per il miglior governo del Paese.
Gli obiettivi generali della riforma sono quelli di
- aumentare rapidità ed efficacia delle risposte del Parlamento ai problemi del Paese, perché si ridurranno i tempi di approvazione delle leggi e si renderà più trasparente il procedimento legislativo;
- avvicinare le istituzioni nazionali alle esigenze dei territori, ai cittadini e alle imprese;
- superare il bicameralismo paritario, con due rami del Parlamento che svolgono funzioni identiche: un sistema superato e disallineato rispetto alle esigenze di governo di società complesse;
- riformare, dopo oltre quindici anni dalla sua approvazione, l’impianto del Titolo V della Costituzione e l’articolazione delle competenze legislative tra Stato e Regioni;
- dare una cornice costituzionale alla riforma dell’ordinamento delle autonomie locali avviata con la legge Delrio e che vogliamo sia completata;
Al netto di alcuni elementi critici che possono essere riscontrati, ritengo che la vittoria del Sì al referendum, e la conseguente approvazione della legge di riforma costituzionale, siano condizioni necessarie per la modernizzazione e lo sviluppo democratico del nostro Paese.