Difficoltà di M5S non siano scorciatoia per nascondere i problemi PD
La vicenda Muraro ha qualcosa di grottesco: mette infatti il Movimento 5 Stelle davanti alla follia di un regolamento interno, da loro voluto e da loro sottoscritto.
Ritenere che un assessore possa dimettersi o essere rimosso soltanto perché nei suoi confronti è in corso una indagine giudiziaria, è un atto, a mio parere, di barbarie anti-democratica.
Interesse di Roma e dei romani è che Raggi si scrolli di dosso le scorie dell'inesperienza e di regole inapplicabili che rendono i 5 Stelle più simili a una setta che a un partito non partito movimento o come lo si voglia chiamare; interesse di tutti è che questo sindaco cominci davvero a governare e lo faccia bene, dando seguito al clamoroso 68% di voti ottenuto alle elezioni.
Più inquietanti, invece, le vicende dei giorni precedenti con l'uscita di scena del capo di gabinetto Raineri e di altre figure di primo piano, a segnalare profonde lotte interne.
Così come la rimozione/spostamento di Marra previsto per le prossime ore.
Dobbiamo essere sinceri, però.
Quello che si sta vedendo in questi giorni è poca cosa rispetto a quanto accaduto a Roma negli ultimi anni, con la giunta Alemanno prima e l'ultima fase della esperienza di Ignazio Marino poi.
Fra poche settimane la tempesta in casa grillina sarà dimenticata e, finalmente, potremo giudicare Virginia Raggi per come saprà governare la città nei prossimi quattro anni e mezzo.
Rimarrà invece tutto il disastro del nostro partito, reduce da una batosta elettorale mortificante e che pare ancora oggi faticare nell'intraprendere la strada della ricostruzione.
Correnti, capibastone, teste girate dall'altra parte quando non coinvolte in quanto accadeva in "Mafia Capitale".
Un partito impresentabile dal quale, oggi, devono cominciare ad arrivare segnali forti.
Un partito che deve recuperare autorevolezza e credibilità perché proprio i fatti di questi giorni ci dicono quanto sia importante che nella capitale di questo paese esista una opposizione seria, puntuale e capace di darsi l'obbiettivo di riconquistare la città dal punto di vista della vicinanza e della presenza nel territorio prima ancora che del risultato elettorale.