Bivio tra cambiamento e palude
Un discorso di poco più di un’ora, molto incentrato sul grande appuntamento del referendum costituzionale, vero “bivio tra cambiamento e palude”. Matteo Renzi ha chiuso oggi a Catania la Festa nazionale de l’Unità e non ha risparmiato dure stoccate a chi si oppone al Sì con argomenti giudicati falsi e pretestuosi, soprattutto dentro il Partito Democratico: “Questa riforma è iscritta nella storia del Pd, non riduce lo spazio di democrazia, riduce le poltrone e semplifica l’assetto legislativo. Non consentiremo che questo referendum venga trasformato in un congresso. Chi ha i voti si candidi al congresso e provi a vincerlo, io ci sarò”. L’attacco più diretto è rivolto a Massimo D’Alema, uno dei massimi oppositori della riforma. Renzi legge un passaggio del libro ‘Un Paese normale’, scritto anni fa proprio dall’ex premier, sottolineando che quello che scriveva D’Alema è proprio quanto contenuto nella riforma costituzionale. Poi promette: “Dovevo chiarire una volta per tutte questa questione, d’ora parlerò del referendum solo guardando al futuro”.
Rivolgendosi alle altre forze politiche, Renzi è tornato a chiedere “l’unità della politica sul progetto Casa Italia” e ha invitato i militanti del Partito Democratico (pur non risparmiando pesanti critiche al M5S su trasparenza e demagogia) a non attaccare Virginia Raggi, nonostante il disastro di Roma: “Noi non crediamo nella politica come una lotta nel fango, noi le istituzioni le rispettiamo sempre".
Fonte: L'Unità