Sì alla decadenza di Berlusconi
Il Governo non cadrà, questa è la mia convinzione. Il lavoro della Giunta del Senato si concluderà con un voto dei Senatori PD a favore della decadenza del Senatore Berlusconi, perché nessun altro voto sarebbe plausibile in uno stato di diritto, perché noi consideriamo costituzionale la Legge Severino, approvata lo scorso anno con il voto favorevole del PDL, senza che nessun parlamentare Berlusconiano
sottoponesse al Parlamento un rilievo di incostituzionalità, ma più in generale perché dopo la forza delle motivazioni pubblicate per la sentenza di terzo grado che ha condannato Berlusconi, in nessun altro paese democratico al mondo, un leader politico sceglierebbe di rimanere in parlamento come se niente fosse, con o senza la Legge Severino. E il Partito Democratico sul principio che la Legge è uguale per tutti, e sulla necessità della massima pulizia e trasparenza della politica ha costruito una parte significativa e non contrattabile della propria identità.
Certo, comprendo bene i rischi che corre la tenuta della maggioranza e dunque del Governo, come conseguenza della possibile decadenza del Cavaliere; ma non si possono cambiare le carte in tavola, il problema nasce con la condanna di grado definitivo del Cavaliere non con le conseguenze parlamentari di questa. Le sentenze di grado definitivo vanno eseguite, le loro conseguenze sulla decadenza dall'ufficio parlamentare pure, altrimenti con quale faccia potremo chiedere agli italiani continuamente di fare sacrifici e di rispettare la legge se i primi a non farla rispettare fossimo noi politici.
Tutto ciò premesso, a me sembra ancora difficile pensare che il Cavaliere sceglierà di far cadere il Governo; lo attenderebbe una campagna elettorale da inaugurare solo su argomenti che riguardano la propria salvaguardia processuale, e non su argomenti economici che sono i suoi prediletti, e che fanno molta maggior presa sugli elettori, ma sui quali peraltro ha condiviso sinora l'azione del Governo. Poi si dovrebbe tornare a votare con questa legge se la crisi fosse repentina, e questo oltre a non essere gradito agli elettori, renderebbe ancora incertissimo il risultato, specie al Senato, con un quadro complessivo di non facile lettura elettorale. E anche economicamente le conseguenze non si farebbero attendere, con un peggioramento immediato dei fattori di economia reale, della disoccupazione, dell'andamento dei titoli di borsa e dell'andamento dello spread, con un aumento della spesa pubblica. Per questo nonostante le difficilissime giornate che ci aspettano, nonostante l'eccezionalità delle scelte che ci aspettano, nonostante questa maggioranza non sia per sempre, io sono convinto che gli elementi a favore della tenuta del governo prevarranno per il bene del Paese.