In Lombardia la semplificazione è in ritardo
Sono 178milioni le prestazioni sanitarie ambulatoriali, tra visite ed esami, erogate in un anno dal sistema sanitario regionale lombardo, di cui il 41,5% nelle strutture private accreditate. Solo 3.576.280 sono prenotate tramite il call-center della Regione, 56.601 tramite internet (compresa l’app Salutile, ad oggi attiva solo per gli ospedali milanesi) e 146.015 effettuate direttamente in farmacia. È quanto si evince dalla relazione annuale sulla semplificazione della Regione Lombardia, in discussione in questi giorni nelle commissioni del Pirellone. Questa mattina la relazione è stata discussa a approvata a maggioranza in commissione sanità e bilancio.
La gestione delle prenotazioni, così come il fascicolo sanitario e la ricetta farmaceutica elettronica sono portati a esempio di semplificazione a vantaggio del cittadino.In realtà i dati non sono affatto lusinghieri. La Lombardia è molto in ritardo su questo fronte, come abbiamo già denunciato in altre occasioni. Il primo dato eclatante è che tutte le prestazioni effettuate nel privato convenzionato sono escluse dai sistemi di prenotazione più comodi ma anche sul fronte del pubblico la realtà è deludente. Di fatto gli utenti ancora oggi sono costretti a recarsi di persona o a telefonare nelle diverse strutture per prenotare una visita o un esame, con grande perdita di tempo. E se questo, secondo la giunta regionale, è l’esempio di semplificazione a vantaggio del cittadino, figuriamoci il resto.
Anche sul fascicolo elettronico il terreno da recuperare è molto: su 28.476.869 referti caricati nei 5.834.089 fascicoli elettronici compilati, solo 10.046.653 sono stati consultati dal medico di famiglia o dal paziente stesso nel 2015. Ciò significa che la gran parte dei referti viene ancora portata a mano dai pazienti a medici di base e specialisti.
Sulla ricetta farmaceutica dematerializzata la Lombardia ha recuperato il gap iniziale (erano solo il 2% a gennaio 2015) ed ha raggiunto il 70% delle ricette emesse a dicembre. Tuttavia i dati Promofarma, la società che monitora l’andamento della ricetta elettronica in tutta Italia, vedono la Lombardia ancora al dodicesimo posto in Italia dopo Veneto (88,5%) Campania (87,7%), Sicilia (87, 3%) e Piemonte (81,2%) e questo solo per citarne alcune. Ancora al palo è, invece, la ricetta dematerializzata per le prestazioni ambulatoriali, ferma al 4%.
Intanto, dall’entrata in funzione, 14 anni fa, della carta sanitaria regionale, la spesa per l’informatica sanitaria è arrivata a valere 2,1 miliardi di euro. Sembra evidente che verificare un corretto rapporto tra risorse impegnate e benefici reali per i cittadini in Lombardia sarebbe doveroso.
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