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Necessario dialogare con la ricerca e la scienza

Written by Emilia De Biasi.

Emilia De Biasi L'Italia è stata messa in mora, il primo stadio della procedura di infrazione, perché la legge italiana, in particolare il decreto legislativo 26/2014, pone delle limitazioni eccessive all'utilizzo degli animali per scopi scientifici, rispetto a quanto viene consentito dalla direttiva 2010/63/Eu. Le limitazioni, molto stringenti, sono state segnalate più volte alla Commissione dagli enti di ricerca italiani, che, a causa delle restrizioni della legge, sono penalizzati rispetto agli enti di ricerca basati in altri Stati membri, dove i limiti alla sperimentazione sugli animali sono più ampi.
Non posso che esprimere la speranza che l'Italia si adegui finalmente alle regole europee sulla ricerca con sperimentazione animale poiché la moratoria in atto non ha riscontro in nessun paese d'Europa.
Mi auguro che la risposta alla procedura di infrazione della UE arrivi rapidamente e così si riconosca il giusto ruolo alla ricerca e ai ricercatori italiani fin troppo penalizzati da regole che non hanno più senso. Si tratta di un tema centrale per l'Italia come ho avuto modo di dire più volte e di rimarcare anche ieri agli Stati generali della Ricerca. I nuovi cospicui finanziamenti previsti e nuove regole sono una grande occasione per il Paese, per la ricerca e, in particolare quella biomedica, per riallacciare il rapporto fra istituzioni, scienza e innovazione.
Il 27 aprile ho partecipato agli Stati Generali della Ricerca Sanitaria dove ho ricordato com’era iniziata la legislatura: con un clamoroso errore sul voto di stamina. Da lì abbiamo capito molte cose: la prima è che non si può legiferare senza essere informati. Non è pensabile che si legiferi su ricerca e scienza senza un rapporto con la ricerca e la scienza! E da questo punto di vista non possiamo avere solo in Italia dei vincoli rispetto alla legislazione europea.
Mi riferisco alla moratoria sulla sperimentazione animale. Non è possibile! Non è pensabile che la ricerca italiana perda i bandi per quattro regole che non hanno più senso. Anche perché ciò che non si fa in Italia poi lo si compra dall'estero: peggio ancora, due volte colpiti, due volte umiliati! Inoltre auspico che le regole di assegnazione dei fondi non procedano come concorso per uscieri, occorre assolutamente meno burocrazia!

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