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Politiche UE per i migranti

Written by Patrizia Toia.

Patrizia ToiaDi fronte alle previsioni che danno in vantaggio l’estrema destra alle elezioni presidenziali del 24 aprile, anche la mitteleuropea Vienna ha ceduto alla tentazione di ricorrere allo strozzino politico dell’Europa: il populismo.
La scorciatoia a cui ricorrono in molti per avere rapidamente un po’ di consenso, non pensando agli interessi che inesorabilmente bisognerà poi pagare alle retorica xenofoba.
E’ un circolo vizioso politico che funziona esattamente come quello economico del debito.
E’ evidente che la barriera antimigranti che le autorità austriache stanno costruendo al Brennero non ha alcuna utilità reale, visti i numeri attuali degli attraversamenti, visti gli accordi siglati a Bruxelles su hotspot e registrazioni e visti i contatti con il Governo italiano, che ha già dimostrato di non farsi travolgere dalle ondate migratorie, ma di essere capace di rispondere con responsabilità ed efficacia, salvando migliaia di vite in mare, anche a spese proprie se è necessario.
A che serve quindi una barriera di 250 metri per fare dei controlli su un’autostrada e una strada stata- le nel cuore dell’eurozona? E’ un “muro preventivo”, un monumento simbolico che serve a mandare un messaggio agli elettori austriaci per rassicurarli sul fatto che il Go- verno è pronto a chiudere le porte, ad alzare le barriere e ad attivare fantomatici scudi protettivi. Vuole essere un messaggio di forza, ma in realtà è un devastante messaggio di debolezza. Dice ai cittadini austriaci, anche ai tanti che non erano affatto allarmati per la crisi migratoria, che c’è un’invasione in corso, che i barbari sono alle porte. E se te lo dice il tuo Governo a guida socialdemocratica come fai a non preoccuparti? Dice ai cittadini di tutta Europa che l’Ue è un progetto fallito, visto che gli Stati membri devono provvedere da soli a proteggersi con i muri e che le istituzioni comunitarie non sono in grado di far rispettare i principi di base, come quello della libera circolazione, su cui sono state costruite. Ma se i barbari sono alle porte e l’Ue è un progetto fallito, come dare poi la colpa a quei cittadini che si fanno irretire dalla retorica dell’estrema destra? Se al populismo della xeno- fobia si risponde col populismo dei muri si finisce per ritrovarsi tutti in un mondo di populisti.
Ecco, questi sono gli interessi da pagare allo strozzino politico dell’Europa! Se alle paure di alcuni si risponde, anziché con una razionale capacità di gestione dei problemi, con le paure dei politici di perdere consenso alla fine si alimenta la paura di tutti. Il danno più grave che provoca la barriera del Brennero non è all’economia (dove pure è rilevante), ma alla politica europea, e ce ne renderemo conto la sera del 24 aprile quando sarà probabile, stando così le cose, che ci troveremo a discutere l’exploit dell’estrema destra in Austria. Il circolo vizioso deve essere spezzato: ci vuole coraggio e determinazione per reagire a questo vortice di ansie che si autoalimentano. E’ ora di reagire.

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