Sull'utero in affitto

Non mi interessa che a crescere questa nuova persona sia una ricca famiglia californiana eterosessuale o un ricca famiglia italiana omosessuale o un single o un generale argentino come usava ai tempi dei desaparecidos (le donne incinte venivano ospitate in apposite strutture fino al parto, poi il bambino veniva "adottato" dal militare in lista d'attesa e la madre diventava "dispersa" a tutti gli effetti).
Sono di destra? Integralista?
No, non credo.
Sono per la libertà di ognuno di vivere come meglio ritiene beneficiando della sacrosanta protezione di tutti i diritti civili.
Sono perchè ognuno, nel rispetto delle libertà altrui, possa ricercare la propria felicità là dove lo porta il cuore e il vento della vita.
Sono perchè l'amore possa vivere e trionfare fuori da ogni gabbia, sia questa religiosa o sociale.
Ma non riesco a togliermi dalla mente la disperazione di quella madre che, dopo averla partorita, abbandona o è costretta ad abbandonare la propria creatura per mantenere fede ad un contratto.
Troppo crudele, per il mio modo di intendere i sentimenti.