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Le ragioni del Sì alla Riforma costituzionale

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Articolo pubblicato sull'Huffington Post.
L'approvazione definitiva al Senato della riforma costituzionale rappresenta certamente un fatto storico. Dopo trent'anni di discussioni, in cui tutte le parti politiche hanno tentato di cambiare la seconda parte della Costituzione per rendere il nostro sistema istituzionale più moderno ed efficace per i cittadini, il Parlamento finalmente lo ha fatto. I 180 senatori che hanno votato la riforma hanno dato al Paese un messaggio importante e positivo che fa bene alla nostra democrazia. In questi anni la crisi della politica, la distanza tra cittadini partiti e istituzioni sono cresciute.
Solo dimostrando la volontà di cambiare e di cambiare mettendo prima in discussione se stessi, il Parlamento e la politica possono ricostruire quel rapporto forte tra cittadini, Stato e democrazia di cui il Paese ha bisogno.

I senatori che scelgono di superare l'attuale Senato, tagliare 320 parlamentari, sono il segnale che la politica è capace di cambiare, andando oltre agli interessi particolari o alle rendite di posizione personali, per guardare all'interesse generale.
Questa riforma serve al Paese, sbaglia chi dice che si è perso tempo a discuterla mentre i problemi dell'Italia sono altri: costruire uno Stato più efficiente, meno burocratico, ridurre i costi e i privilegi della politica, restituire credibilità alle istituzioni, sono condizioni fondamentali per rispondere ai problemi dei cittadini e difendere la nostra democrazia.
Con la riforma si supera finalmente il bicameralismo perfetto che prevede che ogni legge debba essere approvata in Camera e Senato, sarà solo la Camera a legiferare e a dare la fiducia al Governo e il Senato, che voterà con la Camera solo le leggi e gli organi costituzionali, rappresenterà le autonomie territoriali (Regioni e Comuni) e si occuperà del rapporti tra Stato, Enti territoriali e Europa. Il nuovo Senato sarà costituito da 100 membri eletti tra i sindaci e i consiglieri regionali che svolgeranno questo ruolo di rappresentanza senza alcuna indennità aggiuntiva. Oltre a ciò si cancellano dalla Costituzione le Provincie e il Cnel, si creano strumenti che definiscono corsie preferenziali e tempi certi, sia per le leggi proposte dal governo, riducendo gli spazi per la decretazione d'urgenza, sia per le leggi di iniziativa popolare; e si pongono tetti agli stipendi e alle spese dei consigli regionali. Ancora si interviene per rafforzare gli strumenti di democrazia diretta: si facilita la presentazione e la discussione delle leggi di iniziativa popolare, si cambiano le regole del referendum abrogativo per impedire che il quorum, così come avviene ora, diventi uno strumento per vanificarlo e si introduce l'istituto del referendum propositivo o di indirizzo. C'è molto altro in questa riforma e ci sarà tempo e modo per informarsi e approfondire nei prossimi mesi in vista del referendum.
Perché alla fine, in autunno, saranno gli elettori a dover confermare questa riforma. Saranno i cittadini italiani a scegliere se sostenere il cambiamento, la costruzione di uno Stato più moderno e funzionante, o lasciare le cose come stanno. Personalmente sono orgoglioso di essere tra i senatori che hanno approvato la riforma e che hanno dimostrato di lavorare pensando all'interesse generale e non ad altro. Continuare ad evocare la necessità di cambiare, come fanno molti da destra a sinistra, senza mai accettare il cambiamento, anzi contrastandolo, difendendo sempre l'esistente, non aiuta l'Italia è neppure la nostra democrazia. Dire No a questa riforma significa lasciare le cose come stanno, perdere una occasione straordinaria per cambiare davvero e in meglio il nostro Paese, per riscrivere il patto tra cittadini e istituzioni. Il referendum è una occasione storica per confermare la volontà degli italiani di innovare dopo decenni di immobilismo. Promuovere i comitati per il Sì, per informare, spiegare e confrontarsi sulla riforma sarà il nostro impegno nei prossimi mesi.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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