La scommessa del Corvetto
Corvetto, per chi non lo sapesse, è un quartiere alla periferia sud-est di Milano. Negli ultimi anni il quartiere è salito all’onore delle cronache nazionali a causa dei fatti accaduti nel novembre 2014 quando, dopo 3 giorni di guerriglia ed assedio, furono sgomberati dalle forze dell’ordine due centri sociali.
E’ senza dubbio un quartiere problematico, coesistono infatti elementi esplosivi: case popolari vuote e non assegnate, chilometriche liste d’attesa per le assegnazioni regolari, probabile giro d’affari della malavita sulle occupazioni abusive, centri sociali che, al grido “casa per tutti”, non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Corvetto è stato addirittura paragonato a Scampia; in un video che racconta la vita di alcune ragazze che vivono in quartiere, le loro speranze, i loro sogni e, in alcuni casi, la loro voglia di andare via. Corvetto è il quartiere in cui chiudono le librerie. In questi giorni si sta infatti pensando ad una petizione, dopo le insistenti voci che la libreria Feltrinelli situata al piano -1 del centro commerciale Upim possa chiudere il punto vendita.
E’ senza dubbio un quartiere problematico, coesistono infatti elementi esplosivi: case popolari vuote e non assegnate, chilometriche liste d’attesa per le assegnazioni regolari, probabile giro d’affari della malavita sulle occupazioni abusive, centri sociali che, al grido “casa per tutti”, non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Corvetto è stato addirittura paragonato a Scampia; in un video che racconta la vita di alcune ragazze che vivono in quartiere, le loro speranze, i loro sogni e, in alcuni casi, la loro voglia di andare via. Corvetto è il quartiere in cui chiudono le librerie. In questi giorni si sta infatti pensando ad una petizione, dopo le insistenti voci che la libreria Feltrinelli situata al piano -1 del centro commerciale Upim possa chiudere il punto vendita.
Corvetto però non è tutto e non è solo questo: Corvetto è una grande scommessa per la prossima amministrazione della Città che verrà eletta nel prossimo giugno.
Partiamo dalla collocazione geografica: Corvetto è la periferia più vicina al centro di Milano!
In quartiere ci sono due fermate della metropolitana, che consentono di raggiungere piazza Duomo in 15 minuti. Al limitare del quartiere c’è la stazione ferroviaria di Rogoredo, collegata anche alla rete nazionale dell’alta velocità. Corvetto è collegato direttamente con la tangenziale e quindi con le principali direttrici autostradali.
Dal quartiere si diparte il lembo del parco agricolo Sud più vicino al centro della città. Corvetto è attraversato dalla pista ciclabile che collega piazzale Lodi all’Abbazia cistercense ed al borgo di Chiaravalle. L’aeroporto di Linate è raggiungibile, dal quartiere, in circa 10 minuti d’auto. La zona è molto servita da negozi di ogni tipo e dista meno di 10 minuti d’auto da almeno tre ospedali.
In Corvetto sono state sviluppate, negli ultimi decenni, moltissime attività sociali, curate da donne e uomini di buona volontà, a cui tutti noi dobbiamo un immenso ringraziamento. Queste persone hanno fatto in modo che oggi vi siano le basi per puntare ad una profonda riqualificazione del quartiere.
Citerò, di seguito, tre esempi per provare a far cogliere il terreno fertile che c’è in zona.
Gli esempi, in quanto tali, non sono da considerarsi esaustivi.
Innanzitutto la cooperativa “La Strada”, da decenni, a fianco di persone in difficoltà - bambini, giovani, adulti, famiglie, anziani, malati - per far fronte a problemi di scuola, famiglia, casa, lavoro, salute, povertà, solitudine, integrazione.
Altro esempio, che merita senz’altro di essere citato, è la restituzione alla cittadinanza di Casa Chiaravalle: il più vasto dei beni mai confiscati alla malavita a Milano. Si tratta di 1.800 metri quadrati di edifici e di diversi ettari di terreno.
Come non citare, infine, l’associazione “Nocetum”, fondata nel 1998 da Suor Ancilla Beretta, che ospita ed aiuta mamme e bambini in difficoltà.
In generale, nel quartiere, c’è una grande voglia di partecipare, di cambiare, di rendere migliore quest’angolo di città che, per ragioni inspiegabili, nonostante tutto, riesce ad assumere, per molti che vi sono nati o che vi abitano, caratteristiche profonde ed ancestrali di luogo dell’anima.
Corvetto somiglia un po’ al sud Italia: con grandi potenzialità, abitato da gente vera, di cuore, attenta alle relazioni.
Come il Sud, Corvetto prende al cuore.
Anche per questo deve essere una scommessa da vincere.
Al Corvetto sono attivi, da qualche anno, diversi gruppi facebook di “Social Street”: leggendo le bacheche traspare proprio la voglia di migliorare, di approfondire, di cambiare, di crescere, di socializzare, di partecipare.
Manca davvero poco per fare in modo che il terreno fertile messo a dimora negli ultimi decenni possa iniziare a portare i frutti sperati.
Questa parte del lavoro, però, non possono farla le associazioni ed i singoli cittadini: deve farla la politica, con la P maiuscola!
Per questo la nuova amministrazione comunale, che verrà eletta nel giugno 2016, dovrà fare in modo che questo quartiere, di cui tanto si parla e si è parlato in negativo negli ultimi anni, diventi un simbolo, la rappresentazione iconografica di una sfida vinta.
Vincere la sfida significherà, ad esempio, vedere tra 5 anni le palazzine di via Ravenna, che furono occupate dai centri sociali sino al novembre 2014, riconvertite in centri di aggregazione (biblioteche, ludoteche per bambini, spazi per corsi di teatro, musica).
Si può fare.
Si può fare, perché no, ad esempio, convincendo una delle grandi aziende che hanno i quartieri generali in città a sponsorizzare l’iniziativa.
Vincere la sfida significherà arrivare ad una gestione efficiente degli alloggi popolari, sia per quanto riguarda gli immobili che per quanto concerne l’iter delle assegnazioni.
Vincere la sfida significherà recuperare la Cascina Nosedo, occupata per decenni abusivamente e recentemente restituita al comune, dopo gli sgomberi dell’estate del 2015.
Vincere la sfida significherà collegare il quartiere con una pista ciclabile sino a San Donato Milanese, da cui si sviluppano percorsi ciclabili già esistenti.
Vincere la sfida significherà ripristinare il decoro urbano del Corvetto. Vorrà dire anche pulire le sue ferite: quelle terribili scritte riportate sui muri della zona. Scritte che parlano di disagio, abbandono, sfiducia, degrado sociale.
Vincere la sfida significherà, in definitiva, fare in modo che questo quartiere che, da decenni, volge uno sguardo alla bellezza dell’abbazia di Chiaravalle ed un altro al muro immaginario che sale da piazza Gabrio Rosa, inizi a guardare, finalmente, con fierezza e senza complessi, verso il centro della città.
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