Il caso Quarto in Antimafia
Articolo pubblicato sull'Huffington Post
In Commissione Antimafia ascolteremo il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo. Come da prassi la Commissione ha convocato un sindaco per approfondire una vicenda che la coinvolge e che coinvolge il suo Comune.
A Quarto, infatti, la magistratura sta indagando su gravi episodi che coinvolgono consiglieri comunali e la stessa amministrazione. Non solo: i magistrati ipotizzano il reato di voto di scambio a carico di un consigliere comunale eletto nelle liste del Movimento 5 stelle, ma ravvisano concrete pressioni nei confronti del sindaco per ottenere la gestione di un centro sportivo e condizionare alcuni atti legati ai piani urbanistici.
Tutto ciò sarebbe stato messo in campo per favorire la camorra e utilizzando metodi intimidatori e ricattatori nei confronti della Capuozzo.
Il compito dell'Antimafia è proprio quello di indagare sui rapporti tra mafie e politica, quindi, nulla di strano se - come abbiamo fatto per Ostia, Roma e molti altri Comuni - abbiamo deciso di approfondire la vicenda di Quarto.
Guardando gli atti, ciò che emerge con grande evidenza è una vicenda in cui nessuno si allarma quando un consigliere prende, in un Comune di 40.000 abitanti sciolto già due volte per mafia, 900 preferenze, in cui dirigenti locali e nazionali di M5S per mesi non collegano le pressioni e le dinamiche difficili che avvengono in Comune con possibili tentativi di condizionamenti da parte della camorra.
L'impressione, guardando gli atti, è di muoversi in un ambito opaco dove in tanti faticano ad affrontare esplicitamente il problema e dove, anziché investire l'autorità giudiziaria, si tenta di nascondere, di proteggere una presunta verginità anziché battersi per la legalità.
Su questo, oltre che sui fatti messi in luce dall'inchiesta, chiederemo al sindaco Capuozzo di rispondere. Non credo, però, che la Commissione debba fermarsi qui.
Sulla sottovalutazione colpevole di ciò che stava avvenendo a Quarto, credo debbano rispondere anche i parlamentari che risultano essere stati più volte coinvolti nella discussione del Movimento.
Delle responsabilità penali si occuperà l'autorità giudiziaria. Di quelle politiche e delle sottovalutazioni continuerà ad occuparsi la Commissione Antimafia, come abbiamo sempre fatto.
Contrariamente a ciò che fanno i Cinque Stelle, noi non usiamo l’Antimafia per fare propaganda o come una clava contro gli avversari politici, ma pensiamo che non ci sia nessuno che possa rivendicare una sorta di verginità, sentirsi al di sopra di ogni sospetto ed evitare di fare i conti con le proprie responsabilità politiche. L’audizione di ieri ha confermato che c’è stata e c’è tuttora da parte del sindaco e del M5s una colpevole sottovalutazione della presenza della camorra a Quarto, nonostante il comune sia stato sciolto ben due volte per infiltrazioni mafiose. Non sono state affrontate evidenti anomalie, come l’esorbitante numero di preferenze ottenuto dal consigliere oggi accusato di voto di scambio politico-mafioso.
La richiesta di audire Fico e Di Maio, i membri del direttorio che hanno seguito quelle vicende, nasce proprio dalla necessità di capire le ragioni di queste colpevoli sottovalutazioni, in particolare per comprendere perché di fronte alla richiesta di espellere il consigliere Del Robbio, che la Capuozzo ha dichiarato di aver fatto a luglio, Fico e il direttorio hanno atteso dicembre e l”inchiesta della magistratura per intervenire. Eppure di fronte alla denuncia dei pressanti interventi di Del Robbio e Romano perché il sindaco incontrasse imprenditori interessati alla vicenda dello stadio su cui per anni si erano registrati pesanti interessi della camorra, si è ritenuto di non far nulla. A Fico e Di Maio vogliamo solo chiedere questo.
Dopo le dimissioni della sindaca di Quarto e le sue dichiarazioni di oggi, è sempre più evidente ciò che, anche in seguito alla sua audizione in Commissione Antimafia, era già chiaro: Fico e Di Maio sapevano ciò che stava succedendo e fino all’intervento della magistratura hanno cercato di nascondere le infiltrazioni della criminalità organizzata che erano lampanti. I parlamentari Cinque stelle devono spiegare il loro tardivo intervento, in una situazione, come quella di Quarto, in cui la presenza della camorra è una triste realtà. Abbiamo parlato di colpevoli sottovalutazioni da parte del direttorio, le parole di Rosa Capuozzo confermano che avevamo ragione e il M5s deve assumersi fino in fondo questa responsabilità politica.
Articolo pubblicato sull'Huffington Post:
All'Ufficio di presidenza della Commissione antimafia chiederò a nome del Pd di continuare ad approfondire la vicenda della presenza della camorra nel Comune di Quarto e di audire in questo contesto i dirigenti nazionali del M5s che hanno seguito quelle vicende. Credo sia giusto spiegare perché.
Il dubbio fondato che il direttorio dei 5 Stelle abbia nascosto per mesi ciò che stava succedendo a Quarto è la principale ragione di una richiesta che non affonda le radici in una volontà propagandistica, né nella volontà di continuare a tenere viva una vicenda che ha già segnato la fine della presunta verginità del M5s. Una commissione come l'Antimafia che ha il compito di indagare soprattutto sui rapporti tra criminalità organizzata e politica ha il dovere di capire cosa è successo a Quarto e di capire perché è successo. L'inchiesta della magistratura e le dichiarazioni dell'ex sindaco Capuozzo lasciano molti punti interrogativi su cui serve chiarezza e serve avviare una riflessione che conviene soprattutto al Movimento Cinque Stelle.
Dire che con le dimissioni della sindaca di Quarto la vicenda è chiusa è una scorciatoia che può convenire a Casaleggio e soci ma non è certo utile per chi vuole chiarezza e trasparenza. Così come rispondere alle richieste di chiarezza sui fatti e sulle responsabilità chiedendo di aprire altre inchieste su altro è, questo si, un escamotage propagandistico che testimonia una scarsa volontà di capire e affrontare la realtà.
In realtà, il quadro che è emerso è preoccupante e racconta di un meeting controllato da una persona che aveva un rapporto con la camorra; oggi è indagato per voto di scambio e ha fatto numerose pressioni perché il sindaco incontrasse imprenditori vicini alla camorra per ragionare insieme sulla gestione di una vicenda, come quella dello stadio, che nella storia di Quarto ha ricevuto molte attenzioni dalla criminalità organizzata e ne riceve ancora, viste le minacce e le aggressioni subite dai dirigenti di società sportive che infastidiscono quegli interessi.
Racconta di una persona scelta due giorni prima delle elezioni per candidarsi a sindaco che si è trovata con le liste già pronte che, come primo atto, toglie alla società antimafia che lo gestiva proprio lo stadio. Ci dice, questa storia, che di tutto ciò tutti erano informati, compresi i due membri del direttorio, Fico e Di Maio, come ha più volte ribadito la Capuozzo. E, ancora, ci racconta che di fronte alla richiesta fatta, già a luglio, dal sindaco di espellere Giovanni De Robbio, proprio per le pressioni ricevute, c'è stato un rifiuto da parte del direttorio di 5 Stelle; così come è avvenuto successivamente fino a che non è diventata pubblica l'inchiesta della magistratura.
Credo che capire e spiegare questi fatti sia necessario, a meno che qualcuno non pensi davvero sia credibile che, in un Comune sciolto due volte per infiltrazioni mafiose, in cui la presenza della camorra è una triste realtà, si potesse pensare che le pressioni di Del Robbio - o i 900 voti da lui ottenuti in un Comune di 40 mila cittadini - non avessero nulla a che fare con la criminalità organizzata.
L'impressione che di fronte all'evidente infiltrazione nel M5s si sia cercato o sperato di nascondere ciò che succedeva, per tutelare il Movimento, è forte. Così come preoccupa il fatto che una volta emersa la vicenda si sia tentato di scaricare sulla Capuozzo tutte le responsabilità, senza affrontarne le cause e senza riflettere su come impedire che possa succedere di nuovo lì o altrove.
Credo che sia nell'interesse di tutti e anche dei Cinque stelle capire e avere risposte a queste domande, prima di tutto da chi, avendo responsabilità nazionali, ed avendo seguito passo passo le vicende, può davvero spiegarci cosa è successo a Quarto.
Dopo le dimissioni della sindaca di Quarto e le sue dichiarazioni di oggi, è sempre più evidente ciò che, anche in seguito alla sua audizione in Commissione Antimafia, era già chiaro: Fico e Di Maio sapevano ciò che stava succedendo e fino all’intervento della magistratura hanno cercato di nascondere le infiltrazioni della criminalità organizzata che erano lampanti. I parlamentari Cinque stelle devono spiegare il loro tardivo intervento, in una situazione, come quella di Quarto, in cui la presenza della camorra è una triste realtà. Abbiamo parlato di colpevoli sottovalutazioni da parte del direttorio, le parole di Rosa Capuozzo confermano che avevamo ragione e il M5s deve assumersi fino in fondo questa responsabilità politica.
Articolo pubblicato sull'Huffington Post:
All'Ufficio di presidenza della Commissione antimafia chiederò a nome del Pd di continuare ad approfondire la vicenda della presenza della camorra nel Comune di Quarto e di audire in questo contesto i dirigenti nazionali del M5s che hanno seguito quelle vicende. Credo sia giusto spiegare perché.
Il dubbio fondato che il direttorio dei 5 Stelle abbia nascosto per mesi ciò che stava succedendo a Quarto è la principale ragione di una richiesta che non affonda le radici in una volontà propagandistica, né nella volontà di continuare a tenere viva una vicenda che ha già segnato la fine della presunta verginità del M5s. Una commissione come l'Antimafia che ha il compito di indagare soprattutto sui rapporti tra criminalità organizzata e politica ha il dovere di capire cosa è successo a Quarto e di capire perché è successo. L'inchiesta della magistratura e le dichiarazioni dell'ex sindaco Capuozzo lasciano molti punti interrogativi su cui serve chiarezza e serve avviare una riflessione che conviene soprattutto al Movimento Cinque Stelle.
Dire che con le dimissioni della sindaca di Quarto la vicenda è chiusa è una scorciatoia che può convenire a Casaleggio e soci ma non è certo utile per chi vuole chiarezza e trasparenza. Così come rispondere alle richieste di chiarezza sui fatti e sulle responsabilità chiedendo di aprire altre inchieste su altro è, questo si, un escamotage propagandistico che testimonia una scarsa volontà di capire e affrontare la realtà.
In realtà, il quadro che è emerso è preoccupante e racconta di un meeting controllato da una persona che aveva un rapporto con la camorra; oggi è indagato per voto di scambio e ha fatto numerose pressioni perché il sindaco incontrasse imprenditori vicini alla camorra per ragionare insieme sulla gestione di una vicenda, come quella dello stadio, che nella storia di Quarto ha ricevuto molte attenzioni dalla criminalità organizzata e ne riceve ancora, viste le minacce e le aggressioni subite dai dirigenti di società sportive che infastidiscono quegli interessi.
Racconta di una persona scelta due giorni prima delle elezioni per candidarsi a sindaco che si è trovata con le liste già pronte che, come primo atto, toglie alla società antimafia che lo gestiva proprio lo stadio. Ci dice, questa storia, che di tutto ciò tutti erano informati, compresi i due membri del direttorio, Fico e Di Maio, come ha più volte ribadito la Capuozzo. E, ancora, ci racconta che di fronte alla richiesta fatta, già a luglio, dal sindaco di espellere Giovanni De Robbio, proprio per le pressioni ricevute, c'è stato un rifiuto da parte del direttorio di 5 Stelle; così come è avvenuto successivamente fino a che non è diventata pubblica l'inchiesta della magistratura.
Credo che capire e spiegare questi fatti sia necessario, a meno che qualcuno non pensi davvero sia credibile che, in un Comune sciolto due volte per infiltrazioni mafiose, in cui la presenza della camorra è una triste realtà, si potesse pensare che le pressioni di Del Robbio - o i 900 voti da lui ottenuti in un Comune di 40 mila cittadini - non avessero nulla a che fare con la criminalità organizzata.
L'impressione che di fronte all'evidente infiltrazione nel M5s si sia cercato o sperato di nascondere ciò che succedeva, per tutelare il Movimento, è forte. Così come preoccupa il fatto che una volta emersa la vicenda si sia tentato di scaricare sulla Capuozzo tutte le responsabilità, senza affrontarne le cause e senza riflettere su come impedire che possa succedere di nuovo lì o altrove.
Credo che sia nell'interesse di tutti e anche dei Cinque stelle capire e avere risposte a queste domande, prima di tutto da chi, avendo responsabilità nazionali, ed avendo seguito passo passo le vicende, può davvero spiegarci cosa è successo a Quarto.
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