L'Art bonus funziona ma le aziende facciano di più
L'Art bonus ha chiuso il 2015 con "57 milioni donati al sistema culturale da 1427 soggetti, privati o imprese. Tutti mecenati che avranno diritto al bonus fiscale del 65% ora diventato permanente. Un risultato che giudico strepitoso perché ottenuto in assenza di specifica campagna promozionale. L'abbiamo appena avviata ora che finalmente esiste certezza fiscale per chi vorrà contribuire alla tutela e al sostegno del nostro straordinario sistema culturale". Lo afferma il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in un'intervista a Qn in cui chiede alle aziende di fare di più.
"La coooperazione fra pubblico e privato può crescere e crescerà", dice Franceschini, spiegando di aspettarsi più impegno dalle imprese che dai privati, "ma solo in termini finanziari. E' la cultura della donazione e della filantropia a dover fare un salto di qualità. Un'impresa in utile - sottolinea - ha il dovere di partecipare alla tutela artistica del Paese. Al tempo stesso i singoli cittadini e le comunità locali debbono vivere con maggior forza l'identificazione con la storia delle proprie città. L'Art bonus consente al donatore una verifica diretta su assegnazioni e lavori. E' trasparenza reale, effettiva".
"La coooperazione fra pubblico e privato può crescere e crescerà", dice Franceschini, spiegando di aspettarsi più impegno dalle imprese che dai privati, "ma solo in termini finanziari. E' la cultura della donazione e della filantropia a dover fare un salto di qualità. Un'impresa in utile - sottolinea - ha il dovere di partecipare alla tutela artistica del Paese. Al tempo stesso i singoli cittadini e le comunità locali debbono vivere con maggior forza l'identificazione con la storia delle proprie città. L'Art bonus consente al donatore una verifica diretta su assegnazioni e lavori. E' trasparenza reale, effettiva".