Efficienza energetica: consumare meglio per consumare meno
Lo “smog” è una parola coniata circa 105 anni fa da Henry Antoine des Voeux, componente della Società londinese per l’abbattimento del fumo da carbone, che è la sintesi di due parole “smoky fog”, ovvero “quel qualcosa prodotto nelle grandi città, ma inesistente in campagna”.
Appare quindi chiaro che il problema riguarda prevalentemente le città e quindi le soluzioni vanno trovate in questo contesto.
Secondo il rapporto 2014 della Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) le fonti di inquinamento dell’aria da particelle sono nell’ordine, per quantità emesse: edifici (residenziali e commerciali), industria e trasporti.
Non le auto quindi ma le case rappresentano la principale fonte di inquinamento atmosferico in città. Ma se un Comune può imporre limiti se non addirittura blocchi alla circolazione non altrettanto si può fare negli edifici. È possibile chiedere e ottenere dalle persone, soprattutto malati e anziani, di stare al freddo per periodi prolungati di tempo? Anche la soglia di 18 gradi prevista al piano antismog del Ministero dell’Ambiente è sfidante: in media in Italia il riscaldamento domestico viene mantenuto sopra 20 gradi.
Ma una soluzione esiste e si chiama efficienza energetica: consumare meglio per consumare meno. Un censimento vero e proprio non esiste ma si stima che a Milano almeno 6 condomini su 10 non siano efficienti dal punto di vista energetico. Su 60mila edifici il 70% ha un impianto centralizzato e di questi circa un terzo usa ancora il gasolio. Sono le case di periferia ad avere gli impianti più obsoleti: gli esperti valutano che circa uno su quattro è fuori norma con problemi anche di sicurezza.
A Milano non mancano però casi virtuosi. Pensiamo ad esempio alla Casa ecologica di via Candiani 29 a Dergano, dove grazie a una serie di interventi su caldaia e involucro dell’edificio i consumi sono calati del 30% oppure a Trenno dove 130 famiglie hanno aderito al programma Eco-Courts riducendo del 20% i costi del riscaldamento e del 35% quelli elettrici e riducendo così l’inquinamento. Avanza poi, seppure con lentezza il teleriscaldamento, che però non va visto come la soluzione finale al problema dell’inquinamento causato dagli edifici ma come parte di un mix di strumenti.
Il Comune di Milano si è dato l’obiettivo di tagliare le proprie emissioni del 20% entro 4 anni. Un piano che si scontra però con la carenza di risorse. Rendere efficiente una caldaia e trasformarla a metano costa fino a 80mila euro mentre per intervenire sull’involucro i costi aumentano anche 10 volte con tempi di rientro dell’investimento che superano i 10 anni. Rivolgendosi alle ESCO, ovvero alle società di servizi energetici, è possibile abbattere il costo di intervento condividendo il risparmio energetico ma si tratta di uno strumento ancora poco diffuso in Italia e che si scontra con problemi legati alla “morosità” delle spese condominiali.
Giuseppe Sala ha sottolineato a più riprese che tra punti di forza della sua candidatura a sindaco c’è quella di sapere reperire risorse per la realizzazione di grandi progetti mettendo insieme pubblico e privato. La riqualificazione energetica degli edifici di Milano è un terreno sul quale misurare questa qualità. Sviluppare, sotto una cabina di regia pubblica, soluzioni con i proprietari di casa, gli amministratori di condominio, le società di gestione calore e di servizi energetici, il sistema bancario e degli investitori privati (fondi pensione in particolare) per reperire i finanziamenti, come avvenuto in molte grandi città del Nord Europa, è la strada da seguire. Ma serve credibilità e fiducia nelle persone che amministrano la cosa pubblica.
La riqualificazione energetica di Milano oltre a benefici sulla salute ne avrebbe molti anche sul piano economico. Secondo l’ultimo rapporto dell’Enea grazie all’ecobonus, ovvero le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica, tra il 2007 e il 2014 sono stati effettuati in Italia 2 milioni di interventi, per un investimento di 22 miliardi di euro che hanno portato un indotto di 40mila occupati in media ogni anno. Secondo la strategia energetica nazionale entro il 2020 dovranno essere investiti 50 miliardi di euro in efficienza energetica per rispettare gli obiettivi europei nel campo della riduzione delle emissioni.
La strada per costruire la Milano del futuro passa anche da qui.
Appare quindi chiaro che il problema riguarda prevalentemente le città e quindi le soluzioni vanno trovate in questo contesto.
Secondo il rapporto 2014 della Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) le fonti di inquinamento dell’aria da particelle sono nell’ordine, per quantità emesse: edifici (residenziali e commerciali), industria e trasporti.
Non le auto quindi ma le case rappresentano la principale fonte di inquinamento atmosferico in città. Ma se un Comune può imporre limiti se non addirittura blocchi alla circolazione non altrettanto si può fare negli edifici. È possibile chiedere e ottenere dalle persone, soprattutto malati e anziani, di stare al freddo per periodi prolungati di tempo? Anche la soglia di 18 gradi prevista al piano antismog del Ministero dell’Ambiente è sfidante: in media in Italia il riscaldamento domestico viene mantenuto sopra 20 gradi.
Ma una soluzione esiste e si chiama efficienza energetica: consumare meglio per consumare meno. Un censimento vero e proprio non esiste ma si stima che a Milano almeno 6 condomini su 10 non siano efficienti dal punto di vista energetico. Su 60mila edifici il 70% ha un impianto centralizzato e di questi circa un terzo usa ancora il gasolio. Sono le case di periferia ad avere gli impianti più obsoleti: gli esperti valutano che circa uno su quattro è fuori norma con problemi anche di sicurezza.
A Milano non mancano però casi virtuosi. Pensiamo ad esempio alla Casa ecologica di via Candiani 29 a Dergano, dove grazie a una serie di interventi su caldaia e involucro dell’edificio i consumi sono calati del 30% oppure a Trenno dove 130 famiglie hanno aderito al programma Eco-Courts riducendo del 20% i costi del riscaldamento e del 35% quelli elettrici e riducendo così l’inquinamento. Avanza poi, seppure con lentezza il teleriscaldamento, che però non va visto come la soluzione finale al problema dell’inquinamento causato dagli edifici ma come parte di un mix di strumenti.
Il Comune di Milano si è dato l’obiettivo di tagliare le proprie emissioni del 20% entro 4 anni. Un piano che si scontra però con la carenza di risorse. Rendere efficiente una caldaia e trasformarla a metano costa fino a 80mila euro mentre per intervenire sull’involucro i costi aumentano anche 10 volte con tempi di rientro dell’investimento che superano i 10 anni. Rivolgendosi alle ESCO, ovvero alle società di servizi energetici, è possibile abbattere il costo di intervento condividendo il risparmio energetico ma si tratta di uno strumento ancora poco diffuso in Italia e che si scontra con problemi legati alla “morosità” delle spese condominiali.
Giuseppe Sala ha sottolineato a più riprese che tra punti di forza della sua candidatura a sindaco c’è quella di sapere reperire risorse per la realizzazione di grandi progetti mettendo insieme pubblico e privato. La riqualificazione energetica degli edifici di Milano è un terreno sul quale misurare questa qualità. Sviluppare, sotto una cabina di regia pubblica, soluzioni con i proprietari di casa, gli amministratori di condominio, le società di gestione calore e di servizi energetici, il sistema bancario e degli investitori privati (fondi pensione in particolare) per reperire i finanziamenti, come avvenuto in molte grandi città del Nord Europa, è la strada da seguire. Ma serve credibilità e fiducia nelle persone che amministrano la cosa pubblica.
La riqualificazione energetica di Milano oltre a benefici sulla salute ne avrebbe molti anche sul piano economico. Secondo l’ultimo rapporto dell’Enea grazie all’ecobonus, ovvero le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica, tra il 2007 e il 2014 sono stati effettuati in Italia 2 milioni di interventi, per un investimento di 22 miliardi di euro che hanno portato un indotto di 40mila occupati in media ogni anno. Secondo la strategia energetica nazionale entro il 2020 dovranno essere investiti 50 miliardi di euro in efficienza energetica per rispettare gli obiettivi europei nel campo della riduzione delle emissioni.
La strada per costruire la Milano del futuro passa anche da qui.
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