L'Europa utile

Ci sono molte “facce dell’Europa”: quella dell’austerità e dei vincoli a volte incomprensibili, quella degli egoismi nazionali, ma c’è anche l’Europa delle opportunità per lo sviluppo e la crescita dei territori e delle comunità.

L’Europa dei programmi, delle politiche di coesione sociale e territoriale e dei progetti che aiutano lo sviluppo, la formazione professionale, la coesione sociale e l’innovazione in tutti i campi.

In molti paesi conoscono bene queste opportunità e hanno imparato ad usarle per la loro crescita fino a cambiare significativamente la loro realtà, come ad esempio la Polonia.

L’Italia ha ancora molta strada da fare!

Innanzitutto bisogna mettersi nella prospettiva e dimensione europea e ció riguarda tutti: enti locali, associazioni, imprese, università (già molto attive), centri di ricerca, realtà sanitarie e così via.

Poi come seconda tappa occorre “cercare per conoscere”, cioè imparare a districarsi in quello che sembra un gran labirinto, ma in realtà è un quadro di riferimento che puo’ essere ben chiarito, cominciando a distinguere tra:

- programmi diretti (cioè con accesso diretto da parte del proponente alla Commissione Europea)

- programmi indiretti che invece sono gestiti dalle regioni o dallo stato.

Occorre inoltre sviluppare professionalità e investire sulla formazione di una nuova generazione di “europrogettisti”, capaci di intercettare le opportunità europee e di promuovere la realtà italiana.

Purtroppo in Europa l’Italia si è fatta conoscere in senso negativo per il ritardo accumulato da alcune regioni, ma ora con le ultime decisioni anche a livello nazionale si è recuperata la nostra immagine e si mostra una volontà piu diffusa, oltre alle poche regioni virtuose che non sono solo al nord, di coordinare e supportare l’azione dei governi locali.

Ecco perchè, con questa news letter, ho ritenuto di ripresentare un elenco completo delle opprotunità delle call appena uscite o ancora aperte.

Ci sono proposte per tanti soggetti pubblici e privati e invito davvero ad abbattere il muro di diffidenza o sfiducia o “pigrizia” per le novità e tentare la strada europea.