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Raggiunto l'accordo sul clima

Written by COP21.

COP21 PARISVia libera a Parigi allo storico accordo sul clima. I delegati dei 195 Paesi presenti alla conferenza si sono impegnati contro il surriscaldamento del pianeta. L’accordo prevede un piano quinquennale per tutti i Paesi per limitare il surriscaldamento globale. L’intesa limita il riscaldamento a un livello «ben al di sotto dei 2° entro il 2020, forse fino agli 1,5°» ha detto il ministro degli esteri francese Hollande. E ancora i piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni 5 anni.
Confermato il fondo da 100 miliardi di dollari per i Paesi in via di sviluppo che però, spiega Fabius «da qui al 2020 sarà un punto di partenza, un nuovo obbiettivo con un’altra cifra dovrà essere stabilito nel 2025» ha detto Fabius, che ha poi concluso citando Nelson Mandela: «Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato da tutte le nostre mani riunite».
«Questo accordo - ha tenuto a precisare il ministro degli Esteri francese - è necessario per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo accordo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace»
«Siamo davanti a un testo storico» ha confermato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. A parlare anche il presidente francese Francois Hollande: «Avete l’occasione di cambiare il mondo, coglietela» ha detto rivolgendosi ai rappresentanti dei Paesi riuniti al Cop21. «Siamo al momento decisivo, all’ultimo passo, tutti gli sforzi devono trovare la loro conclusione con un accordo universale, vincolante e diversificato. È un testo che vale per un secolo». E ancora «L’accordo è ora, il 12 dicembre 2015 che sarà una data storica per l’umanità perché sarà il primo accordo universale di storia negoziati in termini climatici». Quello che arriva dal vertice, ha poi aggiunto, ricordando gli attentati terroristici del 13 novembre «è un messaggio di vita, sono orgoglioso che sia inviato proprio da Parigi, colpita dalla morte un mese fa». Il testo della bozza finale dell’accordo dovrà poi passare al vaglio dell’assemblea plenaria dei 195 Paesi riuniti al vertice.
[Fonte: Corriere.it]
L’accordo, che entrerà in vigore nel 2020, quindi non è al ribasso, come molti temevano, ma “ambizioso ed equilibrato”, dichiara Fabius. Contiene l’indicazione della soglia massima di riscaldamento a 1.5 °C, prevede un aggiornamento nel 2018 e revisioni periodiche degli impegni nazionali ogni cinque anni a partire dal 2023. Aumenta gli stanziamenti destinati ai paesi più poveri (Least Developed Countries, le 48 nazioni dove il reddito medio annuale è sotto i 900 dollari). Sulla spinosa questione dei danni subiti dai cambiamenti climatici (Loss and Damage) conferma l’impegno a risarcire i paesi più deboli ma senza responsabilità legali (questo era un punto critico per gli Usa).
Le organizzazioni ambientaliste hanno accolto il testo con favore, con qualche inevitabile distinguo. Nel frattempo hanno indetto una marcia attraverso Parigi che, al contrario di quanto accaduto il 29 novembre, questa volta è stata autorizzata. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono oltre diecimila.
[Fonte: L'Unità]
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