Casa, periferie, sostegno sociale e sicurezza
Articolo di Repubblica.
"Io non ho in mente una città fatta di lustrini e di coriandoli ma una città che - anche lavorando sull'immagine - può diventare più omogena impegnandosi su casa, sostegno sociale e sicurezza, partendo dalle periferie e guardando alla Città metropolitana. Ci sono le condizioni per passare da una Milano da bere per pochi a una Milano da vivere per tutti. Io lo sento questo momento propizio, ma non dobbiamo perderlo". Giuseppe Sala, il quasi candidato del centrosinistra considerato da molti (a partire dal sindaco Giuliano Pisapia) troppo "divisivo", tratteggia per la prima volta in modo organico una sorta di programma, raccontando la Milano che vorrebbe.
Non risparmiando, a margine, una frecciata alla sua possibile concorrente, la vicesindaco Francesca Balzani, che stamani è stata a Roma, con il sindaco Giuliano Pisapia, dal premier Matteo Renzi. "Che il sindaco vada dal presidente del Consiglio lo trovo legittimo, probabilmente il presidente non conosceva bene la Balzani, quindi è stata una occasione per conoscerla. Ben venga. A me conosce già bene".
Non risparmiando, a margine, una frecciata alla sua possibile concorrente, la vicesindaco Francesca Balzani, che stamani è stata a Roma, con il sindaco Giuliano Pisapia, dal premier Matteo Renzi. "Che il sindaco vada dal presidente del Consiglio lo trovo legittimo, probabilmente il presidente non conosceva bene la Balzani, quindi è stata una occasione per conoscerla. Ben venga. A me conosce già bene".
Lo fa, Sala, partecipando a un incontro alla Fondazione del Corriere della Sera sul post Expo, dove però immancabili arrivano le riflessioni sul futuro politico del commissario. Commissario fino al 31 dicembre, come ricorda Sala, che sottolinea gli impegni presi per rispondere - o meglio, glissare ancora una volta - sul nodo delle primarie. "Ambrosianamente parlando - dice - da vero milanese, io i compiti li porto a termine. Fino a fine dicembre lavoro su Expo, non esiste possibilità che prima di allora perda concentrazione. Poi vediamo, per me i tempi ci saranno". Rinvii a parte, è chiaro da quello che dice davanti a una platea che chiaramente coglie questi segnali. "Milano meriterebbe una specie di statuto speciale: non vuol dire chiedere i soldi al governo ma di poter gestire meglio i nostri soldi", spiega, con un netto riferimento ai rapporti tra Milano e la Capitale: "Mentre Roma si è fatta dare i soldi dal governo per ripianare debiti e fare investimenti, noi dobbiamo dire al governo di darci più libertà, perché ce la possiamo fare. Qualunque cosa farò, su questa cosa mi farò sentire, perché su questo tema, nel governo, c'è sensibilità". Milano è di fatto la capitale internazionale e culturale".
Articolo pubblicato dal Corriere della Sera
È «assolutamente legittimo», secondo l’ad di Expo Giuseppe Sala, che il sindaco di Milano voglia e vada ad incontrare il presidente del consiglio e segretario del Pd per parlare delle amministrative, il fatto poi che abbia portato anche Francesca Balzani, sua potenziale competitor alle primarie del centro sinistra, non sembra destabilizzarlo: «Renzi - ha detto Sala a margine di un convegno alla Fondazione Corriere della Sera - forse non conosceva Balzani e se l’incontro è stato utile per questo, bene. Per quanto riguarda me - ha aggiunto - mi conosce già bene...». Quanto all’esito dell’incontro tra Renzi e Pisapia, Sala l’ha definito «scontato». Al termine dell’incontro si è parlato di primarie aperte e «come esito mi sembra scontato non credo che ci fossero dubbi da questo punto di vista - ha concluso Sala -. Da osservatore e da cittadino credo non potrebbe essere altrimenti».
Ogni candidatura «tranne quella del sindaco attuale, che ha dimostrato di non esserlo, può essere divisiva. Ma parlare di questo vuol dire ragionare aprioristicamente sulle persone e non confrontarsi come stasera abbiamo fatto sui contenuti», ha precisato Sala rispondendo ai giornalisti che gli hanno chiesto se la sua eventuale candidatura a sindaco di Milano potrebbe essere vissuta dai partiti del centrosinistra come divisiva. «Mi piacerebbe che qualcuno potesse dirmi che sono divisivo perché c’è un’idea specifica e non io come persona. Non è nelle mie caratteristiche essere divisivo», ha concluso aggiungendo: «Io la città la conosco tanto e la vivo con grande intensità e questa è una cosa fuori da ogni discussione».
Quanto a lui, ha ribadito il suo impegno su Expo fino alla fine di dicembre, il che non vuol dire, ha fatto notare, che non continui a «lavorare e fare incontri per la città. Alla domanda se sarà candidato oppure no il commissario ha ribadito la sua posizione: «Ambrosianamente parlando io i compiti li porto avanti e fino alla fine di dicembre devo mettere in sicurezza Expo e avviare la fase di smantellamento. Non c’è nessuna possibilità che perda prima la mia concentrazione». «Sono sette anni che lavoro in ruoli diversi su Milano, ci mancherebbe che io non abbia idee sulla città. Ad oggi - ha proseguito - non sono un politico, è chiaro che se lo dovessi diventare dovrei fare un salto logico, svestirmi di alcune caratteristiche e vestirmi di altre. Ma vivo a Milano dai tempi dell’università, vado in giro per cui una cosa che non è in discussione è la mia conoscenza della città».
Far diventare la città «da Milano da bere per pochi a Milano da vivere per tutti. Io sento che questo momento è propizio e non possiamo perdere questa finestra», ha aggiunto Sala. «Io non ho in mente una città di lustrini ma che lavora sulla sua immagine - ha aggiunto - e che può diventare più omogenea, lavorando su temi come la casa, il sostegno sociale, la sicurezza, partendo dalle periferie e considerando la Città Metropolitana». «Credo che tutti noi milanesi respiriamo soddisfazione per il 2015 - ha concluso - ma siamo in attesa per quello che potrà esserci».