Legge di Stabilità, un'impresa ardua ma che condivido
Intervento di Emilia De Biasi svolto in Senato durante la discussione sulla Legge di Stabilità.
Non è un'operazione semplice quella tentata dalla legge di stabilità che cerca, allo stesso tempo, di promuovere la crescita, di effettuare una modulazione fiscale e di mantenere la quantità e la qualità del welfare nel nostro Paese. Non è un'impresa semplice, ma è un'impresa che io condivido. Naturalmente tale impresa si espone ad una serie di criticità, ma ci offre anche una serie di opportunità.
Nel lavoro fatto dalla Commissione bilancio, che voglio ringraziare, ringraziando innanzitutto il Presidente e le relatrici per la competenza e la serenità con cui abbiamo cercato di affrontare insieme i nodi difficili, certamente abbiamo raggiunto alcuni elementi molto importanti nel campo del welfare, in parte già contenuti nel provvedimento ed in parte implementati dal lavoro dei nostri colleghi. In particolare, voglio ricordare le misure che riguardano la ricerca, ad esempio l'investimento sulla ricerca genomica in Italia, che è molto importante. Voglio ricordare anche la riconferma dei fondi per la povertà; si tratta di elementi di straordinaria importanza.
Voglio ricordare inoltre ciò che abbiamo cercato di fare come Commissione sanità e come persone che a vario titolo hanno cercato di intervenire su un dato strutturale. La scelta che abbiamo fatto è stata quella di intervenire su elementi di struttura del Servizio sanitario nazionale. Certamente il miliardo in più dato quest'anno non era quello atteso, ma si tratta dunque di un miliardo in più. Il tema che quindi si pone oggi è quello di come innovare in modo strutturale e in modo da mantenere un livello di universalismo, pur in presenza dell'innovazione.
Devo dire con soddisfazione che un punto importante è stato raggiunto, con un grande lavoro di squadra; mi riferisco al fondo per i farmaci innovativi. Siamo riusciti in un'operazione che ritengo di grande portata, la cui misurazione oggi non è ancora possibile, ma che in prospettiva darà frutti molto importanti. Svincolare il fondo per i farmaci innovativi, che abbiamo deciso con la legge di stabilità dell'anno scorso, dai tetti della farmaceutica e segnatamente della farmaceutica territoriale consentirà di liberare risorse e già quest'anno di riconfermare per il 2016 i 500 milioni. In prospettiva, esso consentirà di liberare nuove risorse, che spero saranno inserite anche alla Camera, in virtù di alcune clausole che abbiamo inserito in un nostro emendamento, raccolto dalle relatrici, che riguarda la programmazione, quindi la possibilità non di dare soldi pur che sia sui farmaci innovativi, ma di legare questa spesa ad un vero e proprio investimento di carattere programmatorio.
Vi è poi un secondo punto che tocca una criticità molto importante e su questo devo dire che c'è una valutazione abbastanza sconcertante. Abbiamo sottoscritto - e la Commissione ha approvato all'unanimità - la richiesta di far ritornare i livelli essenziali di assistenza nella competenza anche del Parlamento. Ora, non riusciamo a sapere né a capire chi abbia potuto pensare, fra gli estensori della legge di stabilità, di privare il Parlamento di un parere sui livelli essenziali di assistenza del Servizio sanitario nazionale. Credo sia stato qualcosa di più di quel che ha detto il mio collega Bianco, cioè di una svista. Credo sia un tema politico quello del ruolo del Parlamento che noi siamo riusciti, per fortuna, a riaffermare.
Ma rimangono altre criticità. Ci è stato detto che tutto verrà affrontato nuovamente alla Camera in seconda lettura. Ne sono consapevole ed è normale che sia così, ma vorrei sapere - e risposte non ne ho avute - per quale motivo non è stata affrontata in modo positivo una serie di elementi strutturali che avrebbero aiutato poi il lavoro di definizione delle risorse. Penso ad esempio, nell'accorpamento delle ASL ospedaliere universitarie con le aziende sanitarie locali, al pareggio di bilancio, obbligatorio secondo noi, di almeno due anni da parte delle università, altrimenti, come è noto, si trasferiscono i debiti delle università nel campo sanitario e non mi pare il caso. Devo riaffermare sinceramente qui che la risposta che ho avuto in proposito è una risposta che non mi dà nessuna soddisfazione, perché non mi si può rispondere, come è stato risposto, che c'è un divieto del Ministero della università e della ricerca sul definire i pareggi di bilancio come condizione essenziale. Questo non sta in piedi, perché ritengo che della salute si debba occupare primariamente il Ministero della salute.
Cito poi solo i titoli delle altre criticità rimaste insolute: la costituzione di una rete di cure palliative, intervento che è previsto dalla legge e non ha costo; le droghe e segnatamente la Conferenza internazionale ONU prevista per il 2016, i progetti per la riduzione del danno ed il ruolo dell'Italia; i dispositivi medici per tutti, non solo in base al prezzo ma anche alla qualità per patologie come il diabete; la direttiva europea sui turni di lavoro del personale sanitario, tema strutturale per il quale l'Italia andrà in procedura di infrazione; la presenza delle Associazioni dei pazienti nella Commissione sui livelli essenziali di assistenza. Mi fermo per dire un'ultima cosa: c'è una parte di carattere strutturale su cui mi auguro che la Camera possa intervenire e c'è invece un tema che riguarda drammaticamente l'erogazione di finanziamenti per il "Dopo di noi", gli emotrasfusi, le persone che sono nate in seguito all'utilizzo del talidomide e che hanno quell'handicap tremendo, il post partum e la depressione dopo la maternità e il grande drammatico tema dell'aumento del personale del Servizio sanitario nazionale.
Nozze con i fichi secchi non se ne possono fare ed il personale medico e sanitario è essenziale per il funzionamento di un Servizio sanitario nazionale: non vedo come possa esservi una buona Sanità e una buona salute se non c'è il personale adeguato.
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