Canalizzare le energie delle periferie, a partire dall’educazione ambientale
Le componenti sociali delle nostre periferie possono essere immaginate, utilizzando una suggestione scientifica, come le particelle di una miscela di gas altamente infiammabile contenute all’interno di un recipiente; si muovono in modo disordinato, urtano in maniera casuale tra di loro e contro le pareti del contenitore, non hanno legami le une con le altre, possono avvicinarsi o allontanarsi reciprocamente, in maniera del tutto casuale.
Nel nostro gas immaginario ci sono anche alcune particelle di impurità, che ne alterano la qualità complessiva e che si muovono, al pari delle altre, all’interno del contenitore, aumentando l’entropia ed il disordine del sistema.
Immaginiamo di dare dei nomi a queste particelle in moto disordinato: gli extracomunitari regolari, gli extracomunitari non regolari, gli stranieri comunitari, gli italiani, le persone/famiglie assegnatarie di alloggi popolari del Comune o della Regione, le persone/famiglie che occupano abusivamente gli alloggi popolari del Comune o della Regione, le persone/famiglie che hanno occupato abusivamente gli alloggi popolari del Comune o della Regione per assoluto stato di necessità, la malavita italiana, la malavita straniera, le persone che abitano le loro abitazioni private o che vivono in affitto, la chiesa, le associazioni di volontariato, le attività commerciali, i centri sociali.
Le dinamiche che possono fare esplodere la miscela esplosiva, sono già note a molti: case popolari gestite da Aler vuote e non assegnate, associate a chilometriche liste d’attesa per le assegnazioni regolari, probabile giro d’affari della malavita sulle occupazioni abusive, centri sociali che, al grido “casa per tutti”, gettano acqua sul fuoco per amplificarne gli effetti distruttivi.
Adesso, però, spostiamoci, per un attimo, in un parchetto per bambini di una delle suddette periferie.
Area recintata, adibita a parco giochi.
Ecco la scena che si presenta davanti ai nostri occhi: mamme, papà e nonni seduti sulle panchine all’interno del parco che fumano gettando le cicche per terra, cani sotto le suddette panchine, carte per terra, tra i giochi. Sullo sfondo, i bimbi.
Immaginiamo che si presenti, a questo punto della storia, un’allegra squadra di educazione ambientale (non una squadra di vigili urbani) e che questa allegra brigata cominci a spiegare ai bambini alcuni principi di educazione ambientale, a partire dal non sporcare il parchetto nel quale stanno giocando. Supponiamo, ancora, che questa squadra si ripresenti, in questo ed in altri parchetti, nei giorni seguenti.
Visto che abbiamo a disposizione questa bella ed allegra squadra di educazione ambientale, quando non lavora nei parchetti, immaginiamo di farla girare per le scuole a spiegare ai bambini il ciclo dell’acqua, il ciclo dei rifiuti, l’uso responsabile delle risorse, la sostenibilità e cerchiamo di fare capire ai nostri bimbi (ed anche agli adulti) che il gas può essere pericoloso, esplosivo e distruttivo ma, se ben governato, canalizzato ed innescato, può produrre energia, anche se contiene alcune particelle di impurità, per scaldare le nostre case (attenzione, non superando i 20°C !!)... e i nostri cuori!