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Il divieto di pubblicità e il gioco d'azzardo

Written by Emilia De Biasi.

Emilia De BiasiVi propongo di seguito il mio intervento in aula nel corso del dibattito sul disegno di legge per introduzione del divito di pubblicità per i giochi con vincite in denaro. E' ora di finirla: non si usa la salute delle persone come una clava!
Signor Presidente, ritengo che faremmo un gravissimo torto al tema drammatico della dipendenza patologica da gioco, se lo mettessimo nel calderone delle bagattelle tra maggioranza e opposizione. Adesso è ora di finirla: non si usa la salute delle persone come una clava!
Il tema è molto serio, ma, da Presidente della Commissione Igiene e sanità, non posso definire la pubblicità come l'unica strada da perseguire nella lotta al gioco d'azzardo.
Non lo posso fare, perché non è vero. Non lo posso fare, perché ci sono le trasmissioni televisive, in cui può essere presente della pubblicità occulta, ci sono i film, con il fenomeno del product placement, perché c'è Internet, con la pubblicità indotta e non soltanto con quella che deriva da siti specifici.
Ritengo che, dato che il tema è di grandissima importanza, dobbiamo fare in modo di considerarlo da tutte le angolazioni possibili e, quindi, di approvare un provvedimento quadro. Non è vero che l'economia non c'entra con la salute. Lo sapete molto meglio di me che, se non ci sono sanzioni adeguate al gioco illegale e al proliferare del gioco non controllato - come sta già succedendo - avremo comunque comportamenti patologici, ma senza aver portato a casa la sconfitta del gioco illegale e delle mafie. Lo dico nell'interesse di tutti e nell'interesse della salute, che si sviluppa su diversi piani. È giusto che l'industria del gioco - quella legale - sia messa in condizione di essere responsabile nei confronti del gioco patologico. È una cosa che deve fare assolutamente e per la quale si richiedono norme. Non ci sto a dire, però, che è sufficiente tassare, perché il gioco patologico non ci sia: sappiamo perfettamente, infatti, che esistono una gamma di problemi e una gamma di espressioni del gioco patologico, dal momento che non c'è soltanto una modalità in cui esso si manifesta. Vorrei anche che non avessimo un atteggiamento esclusivamente proibizionista, perché ogni volta che abbiamo un atteggiamento di questo tipo, sappiamo che l'illegale dilaga. Per quanto riguarda i numeri - anche se non dovrei essere io a dirlo, ma dobbiamo stare attenti anche a questo aspetto - chiederei piuttosto al Ministero della salute che fine fa fatto l'osservatorio che abbiamo votato l'anno scorso nella legge di stabilità. Tale osservatorio ci consente infatti di monitorare con certezza il fenomeno, di sapere quanti sono effettivamente i giocatori e le persone malate di gioco patologico. Si tratta di un dato che oggi non conosciamo e non abbiamo ancora i protocolli terapeutici, che entrino effettivamente nella dinamica delle Regioni e dei Comuni. Questo è l'altro problema, per cui abbiamo bisogna di tenere insieme le diverse parti. Per tale motivo sono d'accordo con l'idea di associare i diversi disegni di legge, sapendo che ognuno farà la sua parte. Vede, signor Presidente, possiamo anche esaminare solo il disegno di legge sulla pubblicità, ma non ci impiegheremo certo due minuti, perché esso è molto più complesso di come appare e non credo che su un tema così importante possiamo legiferare all'impronta e con il sentimento.
Abbiamo infatti bisogno di guardare gli elementi legislativi, economici, giuridici e di carattere sanitario.
Per concludere, poi, se noi pensiamo che il gioco patologico sia indotto esclusivamente dalla pubblicità, mi dispiace, colleghi, ma siamo indietro anni luce rispetto a tutti i pensatori che di pubblicità si sono occupati e che sanno perfettamente che il rapporto non è meccanico di causa-effetto, tanto è vero che la pubblicità ha assunto nel tempo toni pervasivi che non si identificano direttamente con lo spot pubblicitario.
Non voglio insegnare niente a nessuno, ma mi permetto di dire che, come dice Shakespeare, «Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia». Quindi, quando affrontiamo questo tema dobbiamo farlo globalmente, in modo contestuale e lasciando fuori, per cortesia, le dinamiche di maggioranza e opposizione. Perché in questo caso, sì, la salute delle persone è più importante.
Ritengo pertanto che vadano abbinati tutti i disegni di legge in materia, tenendo anche conto, Presidente, che la Camera ha incardinato una parte dei disegni di legge sul gioco patologico, e quindi si tratterà di armonizzare il lavoro, ma è molto importante che tutto vada tenuto insieme, se non vogliamo fare favori ad una lobby invece che ad un'altra.

Per seguire l'attività della Senatrice Emilia De Biasi: sito web - pagina facebook

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