Il Governo ci condanna alla precarietà
"Il decreto annunciato è una provocazione insopportabile. Ruba il futuro alle prossime generazioni ed è una sentenza di condanna alla precarietà". Lo dice in una intervista a La Stampa, la segretaria del Pd Elly Schlein. "Il taglio del cuneo è nettamente insufficiente, se pensiamo che nel primo trimestre di quest’anno l’inflazione ha superato di ben 7 punti l’aumento delle retribuzioni - afferma - Si parla di estendere i voucher e liberalizzare i contratti a termine, è l’esatto contrario di ciò che serve. Si dà anche la possibilità di derogare alla contrattazione con accordi tra le parti: ma non ci sono parti alla pari tra chi può offrire lavoro e chi ne ha bisogno. Con questo decreto i lavoratori saranno più ricattabili".
"E aggiungo che la convocazione dei sindacati la sera prima, mettendoli davanti a decisioni già prese, è un affronto ai lavoratori e alle lavoratrici", sottolinea.
La prima questione è dire basta al lavoro povero e al lavoro precario. Ci sono milioni di lavoratrici e lavoratori che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena - aggiunge - In Spagna hanno limitato i contratti a termine con un patto tra imprese e sindacati, la direzione è questa e avrebbero dovuto insegnarcelo anni di crisi economica e di tassi di disoccupazione allarmanti tra le donne e i giovani, soprattutto al Sud".
"C’è una prima battaglia fondamentale: quella di una nuova legge sulla rappresentanza che rafforzi la contrattazione collettiva e spazzi via il primo nemico, i contratti pirata, accordi firmati per legittimare lo sfruttamento - evidenzia - Accanto a questo, chiediamo di fissare un salario minimo, una soglia sotto la quale non si possa chiamare lavoro quel che è sfruttamento".
Intervista della Stampa.
"E aggiungo che la convocazione dei sindacati la sera prima, mettendoli davanti a decisioni già prese, è un affronto ai lavoratori e alle lavoratrici", sottolinea.
La prima questione è dire basta al lavoro povero e al lavoro precario. Ci sono milioni di lavoratrici e lavoratori che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena - aggiunge - In Spagna hanno limitato i contratti a termine con un patto tra imprese e sindacati, la direzione è questa e avrebbero dovuto insegnarcelo anni di crisi economica e di tassi di disoccupazione allarmanti tra le donne e i giovani, soprattutto al Sud".
"C’è una prima battaglia fondamentale: quella di una nuova legge sulla rappresentanza che rafforzi la contrattazione collettiva e spazzi via il primo nemico, i contratti pirata, accordi firmati per legittimare lo sfruttamento - evidenzia - Accanto a questo, chiediamo di fissare un salario minimo, una soglia sotto la quale non si possa chiamare lavoro quel che è sfruttamento".
Intervista della Stampa.