Un Pd in campo per costruire l'alternativa
Articolo di Chiara Braga.
L’abbiamo detto durante il congresso, l’abbiamo ribadito in questi giorni in cui si è composta la nuova segreteria: l’obiettivo del Partito Democratico deve essere quello di tornare ad essere maggioranza all’interno del Paese. Per farlo occorrono una visione di futuro e una proposta politica chiara, unitaria, frutto di una sintesi fatta di apertura e confronto sulle sfide cruciali del nostro tempo.
Per farlo è necessario rendere più incisiva la nostra azione di opposizione dentro e fuori il Parlamento rispetto alle scelte sbagliate e alle battaglie ideologiche di questo Governo di destra, incalzarlo sulle questioni fondamentali: il lavoro, la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica, le disuguaglianze, le politiche migratorie, la difesa della sanità e della scuola pubblica, i diritti civili. E poi il Pnrr, tema oggi di importanza strategica per l’Italia, che la destra, dopo sei mesi di Governo, con scelte completamente sbagliate rischia di far naufragare. Lo scaricabarile nell’attribuire le colpe ai governi precedenti, la confusione sulla governance la cui gestione verrà ora sempre più centralizzata, i cantieri a singhiozzo e le fumose revisioni dei progetti, rendono evidenti l’affanno e l’incompetenza del Governo Meloni nel gestire la partita decisiva dei 190 miliardi di euro di finanziamenti europei. Un esecutivo che non ha alcuna prospettiva chiara per mettere in sicurezza il più grande investimento per il futuro del Paese.
Per il PD è dunque una priorità assoluta fare un’opposizione che sia percepita come utile al Paese. Non lasceremo nulla di intentato tenendo insieme coerenza e unità, salvaguardando il pluralismo senza rinunciare a una linea politica chiara e coerente. Come ha dimostrato la prima conferenza stampa di Elly Schlein alla guida del PD, aprendo le porte del Nazareno, presentandosi alla stampa e al Paese con un metodo e un programma puntuale di breve e lunga durata. E poi la linea politica ribadita nella prima Direzione nazionale, con un dibattito franco e costruttivo che ha riaffermato le ragioni di un nostro impegno senza riserve su temi centrali per il Paese. Fino alla decisione di voler riunire la prima Segreteria politica a Riano, in occasione del centenario della morte di Giacomo Matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924, una decisione che affonda le radici nella cultura antifascista, di chi non dimentica, di chi non sottovaluta, proprio alla vigilia del 25 aprile, i troppi rigurgiti neofascisti e i tentativi di riscrivere la storia della Resistenze e della lotta liberazione del nostro Paese.
Identità, responsabilità e consapevolezza che ci guidano anche nel tenere aperto il dialogo con le altre opposizioni, ogni giorno in Parlamento e nel Paese, sulle alleanze da costruire per affrontare battaglie comuni che non ci facciano temere alcun confronto e che ci permettano vittorie importanti come quella di Udine.
Le rivoluzioni non si fanno in un giorno, la strada è lunga, la rotta è tracciata, il Pd è in movimento.
L’abbiamo detto durante il congresso, l’abbiamo ribadito in questi giorni in cui si è composta la nuova segreteria: l’obiettivo del Partito Democratico deve essere quello di tornare ad essere maggioranza all’interno del Paese. Per farlo occorrono una visione di futuro e una proposta politica chiara, unitaria, frutto di una sintesi fatta di apertura e confronto sulle sfide cruciali del nostro tempo.
Per farlo è necessario rendere più incisiva la nostra azione di opposizione dentro e fuori il Parlamento rispetto alle scelte sbagliate e alle battaglie ideologiche di questo Governo di destra, incalzarlo sulle questioni fondamentali: il lavoro, la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica, le disuguaglianze, le politiche migratorie, la difesa della sanità e della scuola pubblica, i diritti civili. E poi il Pnrr, tema oggi di importanza strategica per l’Italia, che la destra, dopo sei mesi di Governo, con scelte completamente sbagliate rischia di far naufragare. Lo scaricabarile nell’attribuire le colpe ai governi precedenti, la confusione sulla governance la cui gestione verrà ora sempre più centralizzata, i cantieri a singhiozzo e le fumose revisioni dei progetti, rendono evidenti l’affanno e l’incompetenza del Governo Meloni nel gestire la partita decisiva dei 190 miliardi di euro di finanziamenti europei. Un esecutivo che non ha alcuna prospettiva chiara per mettere in sicurezza il più grande investimento per il futuro del Paese.
Per il PD è dunque una priorità assoluta fare un’opposizione che sia percepita come utile al Paese. Non lasceremo nulla di intentato tenendo insieme coerenza e unità, salvaguardando il pluralismo senza rinunciare a una linea politica chiara e coerente. Come ha dimostrato la prima conferenza stampa di Elly Schlein alla guida del PD, aprendo le porte del Nazareno, presentandosi alla stampa e al Paese con un metodo e un programma puntuale di breve e lunga durata. E poi la linea politica ribadita nella prima Direzione nazionale, con un dibattito franco e costruttivo che ha riaffermato le ragioni di un nostro impegno senza riserve su temi centrali per il Paese. Fino alla decisione di voler riunire la prima Segreteria politica a Riano, in occasione del centenario della morte di Giacomo Matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924, una decisione che affonda le radici nella cultura antifascista, di chi non dimentica, di chi non sottovaluta, proprio alla vigilia del 25 aprile, i troppi rigurgiti neofascisti e i tentativi di riscrivere la storia della Resistenze e della lotta liberazione del nostro Paese.
Identità, responsabilità e consapevolezza che ci guidano anche nel tenere aperto il dialogo con le altre opposizioni, ogni giorno in Parlamento e nel Paese, sulle alleanze da costruire per affrontare battaglie comuni che non ci facciano temere alcun confronto e che ci permettano vittorie importanti come quella di Udine.
Le rivoluzioni non si fanno in un giorno, la strada è lunga, la rotta è tracciata, il Pd è in movimento.
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