Una mattina mi son svegliato
Articolo di Sara Santagostino.
Il 25 aprile di 78 anni fa al silenzio assordante e carico di dolore, l’Italia rispose con un immenso grido di gioia. Alle lacrime versate per le vite spezzate nel corso di sei lunghissimi anni di guerra, distruzione e sterminio si contrapposero lacrime di incredibile e impensata felicità e speranza ritrovata.
Una mattina mi son svegliato!
Ogni mese assistiamo a scandali su affermazioni apparentemente non programmate, dalla banda musicale delle SS alla sostituzione etnica, che insieme instillano microfascismi e tolgono attenzione dalla politica di governo che riguarda tutti noi: dalle scelte economiche al sotto-finanziamento della sanità, dell’istruzione fino alla limitazione dei diritti civili. Scandali che provano a raccontare un’interpretazione della storia. Non la storia.
Vorrei che il 25 aprile resti la festa di liberazione dal fascismo e dai fascismi quotidiani e non dagli ex o dai neofascisti: non dobbiamo cadere nel tranello di cercare colpevoli, ma aspirare intensamente e lavorare insieme per migliorare il nostro mondo.
Una liberazione che non può contare su un esercito di liberazione e partigiani armati così come fu dal 1943 al 1945, ma una liberazione che dipende solo dalla nostra capacità di essere uomini e donne responsabili. Partigiani dell’oggi. Tutti noi dobbiamo costituire questo esercito e diventare partigiani, ogni giorno. Vincendo l’indolenza, facendo la fatica di capire, conoscere, approfondire, sviluppando il senso critico.
Consapevoli che questa “liberazione” non dipende da altri, e non è la liberazione dai fascisti, ma dai piccoli e grandi fascismi che sono spesso dentro di noi. L’antidoto al fascismo è la fatica e la gioia della conoscenza.
W la libertà
W la l’Italia
W la Resistenza quella di ieri e quella di oggi!
Il 25 aprile di 78 anni fa al silenzio assordante e carico di dolore, l’Italia rispose con un immenso grido di gioia. Alle lacrime versate per le vite spezzate nel corso di sei lunghissimi anni di guerra, distruzione e sterminio si contrapposero lacrime di incredibile e impensata felicità e speranza ritrovata.
Una mattina mi son svegliato!
Ogni mese assistiamo a scandali su affermazioni apparentemente non programmate, dalla banda musicale delle SS alla sostituzione etnica, che insieme instillano microfascismi e tolgono attenzione dalla politica di governo che riguarda tutti noi: dalle scelte economiche al sotto-finanziamento della sanità, dell’istruzione fino alla limitazione dei diritti civili. Scandali che provano a raccontare un’interpretazione della storia. Non la storia.
Vorrei che il 25 aprile resti la festa di liberazione dal fascismo e dai fascismi quotidiani e non dagli ex o dai neofascisti: non dobbiamo cadere nel tranello di cercare colpevoli, ma aspirare intensamente e lavorare insieme per migliorare il nostro mondo.
Una liberazione che non può contare su un esercito di liberazione e partigiani armati così come fu dal 1943 al 1945, ma una liberazione che dipende solo dalla nostra capacità di essere uomini e donne responsabili. Partigiani dell’oggi. Tutti noi dobbiamo costituire questo esercito e diventare partigiani, ogni giorno. Vincendo l’indolenza, facendo la fatica di capire, conoscere, approfondire, sviluppando il senso critico.
Consapevoli che questa “liberazione” non dipende da altri, e non è la liberazione dai fascisti, ma dai piccoli e grandi fascismi che sono spesso dentro di noi. L’antidoto al fascismo è la fatica e la gioia della conoscenza.
W la libertà
W la l’Italia
W la Resistenza quella di ieri e quella di oggi!
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