Da settembre riparte il percorso per la riforma dei giochi
Nella trasmissione “Dalla parte dei cavalli” è stato intervistato il senatore Franco Mirabelli (Pd), primo firmatario del ddl riguardante “Disposizioni in materia di riordino dei giochi”, che ricalca il decreto giochi stoppato dal governo lo scorso 27 giugno.
“Non ci sono differenze sostanziali tra il ddl e l’articolo 14 della delega fiscale, abbiamo presentato questo progetto per non perdere il lavoro che era stato fatto dal sottosegretario Baretta, e che ci sembrava avesse portato a definire un quadro e una proposta che avevano un loro equilibrio.
Il percorso parlamentare consente rispetto al decreto la possibilità di interventi successivi, ci sembrava importante riaffermare, presentando il disegno di legge, la necessità di un riordino complessivo di tutto il settore senza perdere, appunto, il buon lavoro che era stato fatto” ha spiegato Mirabelli.
“Non ci sono differenze sostanziali tra il ddl e l’articolo 14 della delega fiscale, abbiamo presentato questo progetto per non perdere il lavoro che era stato fatto dal sottosegretario Baretta, e che ci sembrava avesse portato a definire un quadro e una proposta che avevano un loro equilibrio.
Il percorso parlamentare consente rispetto al decreto la possibilità di interventi successivi, ci sembrava importante riaffermare, presentando il disegno di legge, la necessità di un riordino complessivo di tutto il settore senza perdere, appunto, il buon lavoro che era stato fatto” ha spiegato Mirabelli.
“Purtroppo non ci saranno tempi più rapidi, perché la discussione parlamentare non sarà breve. Il decreto avrebbe consentito più velocità, ma hanno deciso di non presentarlo, a questo punto partiamo da questo disegno di legge, la parte più positiva è che un ddl consente anche a chi manifestava dubbi o perplessità la possibilità di intervenire durante l’iter parlamentare per garantire un equilibrio maggiore. Abbiamo apportato delle migliorie introducendo il divieto pubblicità del gioco e perfezionando la questione del ruolo tra Comuni, Regioni e normativa statale, che era uno dei nodi da sciogliere. C’era già un orientamento se si fosse presentato il decreto, a questo punto abbiamo fatto un lavoro sulla pubblicità ma anche per chiarire che c’è una parte di competenze che deve essere svolta insieme da Stato, che ha riserva sui giochi, Regioni e Comuni che in questi anni hanno svolto un ruolo di supplenza soprattutto per normare la presenza eccessiva di luoghi di gioco negli esercizi pubblici sui territori, ora devono quindi mantenere un proprio ruolo dentro una convenzione che veda protagonisti tutti per concordare le regole su cui i territori devono insistere. Cio che non è possibile è una legislazione che sia diversa da territorio a territorio” ha proseguito il senatore.
Aveva detto che sarebbe stato molto contento se si fosse chiesta al parlamento una proroga ulteriore della delega per risolvere in tempi rapidi la questione delle competenze. Questa strada è ancora percorribile?
“Se il governo è d’accordo, il parlamento è d’accordo la delega può essere prorogata, decideremo a settembre sulla base di quello che ci dirà il governo”.
Se cosi fosse, l’iter quanto sarebbe lungo?
“I tempi sarebbero tre mesi. Non escludo neanche che alcune questioni dell’ippica vengano estrapolate, stralciate e trattate a parte. Quando arriveremo alla discussione parlamentare sulla questione della Lega Ippica bisogna modificare alcune cose. La transizione così come è adesso è troppo breve, bisogna garantire almeno tre o quattro anni per arrivare a regime e credo che vada ripensata anche la dimensione economica del sostegno statale”.
Uno degli aspetti che ha più colpito il settore è stata la proposta di contributi erariali fino al 31 dicembre 2017, decrescenti: 10 milioni di euro nel 2016 e 5 milioni di euro nel 2017, in seguito l’ippica dovrebbe cavarsela da sola.
“Almeno per 4/5 anni il contributo ci sarà. Stiamo parlando di un disegno di legge, cose indicative, si è fatta una valutazione probabilmente sbagliata su un tema che non era stato ancora sciolto nel testo del decreto, assicuro che nel momento in cui passeremo alla fase di discussione, sicuramente metteremo mano a questo aspetto, aumenteremo la dotazione finanziaria e garantiremo una transizione che sia congrua con le necessità che ci sono. Tutto questo punto verrà rivisto, per rilanciare il settore bisogna metterlo nella condizione di crescere. Ci dovranno essere scelte con l’intento di far nascere la Lega Ippica con le condizioni migliori per rilanciare un settore che in questi anni ha avuto difficoltà”.
La riforma ci sarà o non ci sarà?
“La riforma ci sarà, sarà una parte importante che il mondo dell’ippica vuole. Sistemeremo i limiti che si sono stati segnalati, sui tempi cercheremo a settembre la strada più rapida per fare la riforma. Decideremo l’eventuale stralcio dall’articolo 14 dell’istituzione di Lega Ippica, capiremo se ci sarà la possibilità di rinnovare la delega lo faremo altrimenti cercheremo di accelerare in parlamento il disegno di legge”.
Il comma 650, che consente la riforma delle scommesse, uno dei punti cardine della riforma, andava fatto mesi fa, è praticabile questa strada?
“Dentro un riordino complessivo del sistema dei giochi e delle scommesse, continua a essere praticabile. Metterci mano prima ancora che sia approvata la riforma? Non lo so, ci vuole equilibrio tra diverse esigenze, bisogni e interessi. Meglio un riordino complessivo”.
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