Non bisogna avere paura del confronto

“Non bisogna mai avere paura del confronto: i parlamenti servono a questo, a sviluppare confronto, dialogo, compromesso”. Risponde così David Sassoli alle domande su una possibile alleanza di governo del Partito Democratico con il Movimento 5 Stelle. “Noi siamo molto contenti che la scelta e il consenso per la presidente Commissione Ue Ursula von der Leyen sia stato così ampio e abbia trovato anche delle solidarietà ad esempio dal M5s”, ha poi proseguito il presidente del Parlamento europeo, presente al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. ”È stato fatto tutto con grande trasparenza e il dialogo è necessario perché nessuno è autosufficiente. Chi pensa di essere autosufficiente, credo che non sia utile in questo momento né all’Europa né all’Italia”.
È passata la mia proposta

Vuole tenersi leggero. Forse per sfuggire alle trame di Renzi o a quelle dei grillini. E così Nicola Zingaretti, dopo aver incassato l’unanimità in direzione sui suoi 5 punti, si concede un’insalata all’ultimo piano della Rinascente. Per poi ficcarsi al Nazareno. Un tragitto di poche centinaia di metri a piedi. Abbastanza sufficienti per provare a capire come si muoverà il Pd oggi al Quirinale.
Segretario Zingaretti, con questi cinque punti proposti al M5S sta togliendo gli alibi ai grilini o a Matteo Renzi?
«Non si tratta di togliere alibi a nessuno. Il M5S accetta questi punti o fa saltare il banco e se ne prende la responsabilità. Ma almeno così è chiaro che da parte nostra, come Pd, non c’è alcun tipo di subalternità».
Qui funziona solo Milano

Bene la posizione espressa dal segretario Zingaretti

Mi pare tra l’altro, una posizione in piena sintonia con quanto avrebbe fatto trapelare il Quirinale, sulla necessità di verificare una solida alleanza politica parlamentare tra i 2 partiti e non un governo tattico tecnico-istituzionale che, sarebbe volto a far passare il messaggio devastante all’opinione pubblica della sola paura del voto, mascherato dallo strumentale timore contingente del possibile aumento dell’Iva, perché del taglio propagandistico dei parlamentari, già non parla più nessuno.