Il surriscaldamento climatico e l'Italia tropicale

In questo passato fine settimana ancora una volta l’Italia ha subito gli effetti del surriscaldamento climatico con eventi meteorologici sempre più intensi, violenti e devastanti. Come purtroppo dimostrano le ferite inferte sul territorio del nord e centro del nostro Paese.
In Trentino l’Adige è esondato a Egna; in Piemonte e nel Veneto intere zone sono state messe in ginocchio; la zona dell’Alto lago di Como è stata interessata da tre smottamenti rispettivamente a Domaso, Gera, Lario e il più violento a Vercana: torrenti di fango, sassi e detriti che hanno travolto tutto.
Gestire il disagio sociale evitando le astrazioni

Gli effetti economici e sociali del coronavirus rimangono in larga parte sotto traccia. Almeno in Europa, gli strumenti di protezione hanno per il momento consentito di attenuare l'impatto del blocco dell'economia. Ma tutti sanno che questa situazione non può durare a lungo. A ragione ci si chiede quale evoluzione possa seguire la questione sociale nei prossimi anni, quale forma possa prendere il conflitto, quali risposte possano essere messe in campo fin d'ora. Occorre tenere presente che il Covid colpisce società nelle quali gli effetti di lungo termine della globalizzazione avevano già determinato una significativa erosione del ceto medio.
Dalla crisi impariamo nuovi modi di vivere

"Occorre fare tutto il possibile per limitare la crescita della temperatura media globale sotto la soglia di 1,5 gradi centigradi, come sancito nell'Accordo di Parigi sul Clima: andare oltre si rivelerà catastrofico, soprattutto per le comunità più povere in tutto il mondo". Così il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. "In questo momento critico - aggiunge - è necessario promuovere una solidarietà intra-generazionale e inter-generazionale. In preparazione all'importante Summit sul Clima di Glasgow, nel Regno Unito (COP 26), invito ciascun Paese ad adottare traguardi nazionali più ambiziosi per ridurre le emissioni".
Essere diaconia per la costruzione di una società nuova

“La diaconia non significa soltanto curare le ferite e compensare l’ingiustizia sociale: è qualcosa di più, è l’anticipazione di una nuova vita, di una nuova comunità, di un mondo finalmente libero”.
Così scriveva Jurgen Moltmann, una delle voci più significative della teologia contemporanea, in un suo breve e denso saggio intitolato appunto “Diaconia”, pubblicato in Germania nel 1984 e in Italia nel 1986 per i tipi di Claudiana.