Fermare i violenti e aiutare chi ha bisogno

Bisognerà fare grande attenzione, per separare, nell’analisi dei fatti di queste giornate difficili, la legittima protesta di chi teme per il proprio lavoro, per la propria impresa, di chi ha materialmente paura di non farcela a tirare avanti, di chi non vede prospettive, da chi mosso da pura furia distruttiva e violenta contro tutto e tutti, ha trovato l’occasione per tirare fuori dagli armadi qualche passamontagna nero, qualche mazza e qualche molotov.
Non sarà facile, ma dobbiamo farlo.
È l’aspetto pratico e simbolico della nostra responsabilità come classe dirigente.
Le chiusure sono una scelta dolorosa ma la priorità è salvare le vite

Franceschini: Nel prossimo decreto aiuti per lo spettacolo - "Abbiamo erogato più di un miliardo in interventi per sostenere il settore e venire incontro anche a quei lavoratori che non avevano altri tipi di sostegno. Dobbiamo nuovamente intervenire e lo faremo già dal decreto di domani o dopodomani aiutando le imprese, con la raccomandazione che facciano poi arrivare quegli aiuti ai lavoratori. Poi ci saranno interventi diretti per sostenere i lavoratori. E' una pausa e poi tutto tornerà a muoversi. Ci sarà comunque una fase intermedia e quindi le spese di investimento per adeguarsi alle norme fatte da cinema e teatri saranno comunque fondamentali". Lo ha detto il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, su Corriere Tv.
Le 3 direttrici del Pd rispetto alla seconda ondata pandemica

Dopo l’approvazione dell’ultimo Dpcm, cioè quello di domenica 25 ottobre che ha dovuto fronteggiare in modo rigoroso l’impennata dei contagi e dei decessi, si sono verificate in tutto il Paese ondate di proteste, a volte anche strumentalizzate da violenti, di molteplici categorie interessate al nuovo blocco.
Nel ricordare che questa seconda ondata, sta assumendo comunque dati pandemici nettamente più elevati in molti Paesi europei, non c’è dubbio che rischia di avere oltre a quelli sanitari, effetti più devastanti sul piano economico-sociale rispetto alla prima.
È necessario stringere i denti ed avere fiducia

Sono ore e giorni di grande paura e incertezza per il presente e futuro del nostro Paese.
Al mondo della cultura e dei servizi si stanno chiedendo, nuovamente, sacrifici enormi. E le grida di allarme e di dolore che arrivano da queste categorie di lavoratori non possono essere ignorate. Sono sofferenze reali, dietro le quali ci sono donne e uomini che rischiano di perdere tutto, alle quali dobbiamo dare risposte. Il governo ha preso un impegno, è al lavoro per varare una serie di misure di sostegno economico e noi vigileremo perché queste siano dirette e immediate. Ma serve fare di più, serve un piano per un investimento nella sanità, per il quale è necessario ricorrere alle risorse del MES.